La sposa cadavere: differenze tra le versioni

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Le origini della storia su cui si basa il film si possono rintracciare nel racconto intitolato ''[[Il Dito]]'' del letterario rabbino [[Isaac ben Solomon Luria]] di [[Safed]], un mistico ebraico vissuto nel [[XVI secolo]].
 
Nell'adattamento russo-ebraico del [[XIX secolo]] una donna viene uccisa nel suo giorno didel suo matrimonio e viene sepolta col suo vestito da sposa. Successivamente, un uomo in procinto di sposarsi vede il suo anulare che fuoriesce dalla terra e pensa che sia un ramo contorto. Come per scherzo, mette la fede destinata alla moglie sul dito dello scheletro e comincia a danzarci intorno, cantando e recitando i sacramenti matrimoniali. Il corpo della donna emerge dalla terra (con l'anello dell'uomo al dito) e si presenta a lui come sua moglie. Sarà la sposa viva dell'uomo a supplicare la defunta di lasciarla sposare suo marito come dovuto, promettendole di crescere i loro futuri bambini anche in suo onore. Allora la defunta, commossa, le restituisce l'anello e accetta il patto. Torna nel Regno dei Morti e i due fidanzati possono finalmente sposarsi.
 
L'adattamento folcloristico del racconto cinquecentesco nacque nel [[pogrom]] antisemita russo del [[XIX secolo]], nel quale si diceva che le giovani donne in procinto di sposarsi venivano strappate dalle loro carrozze e uccise. Il racconto solitamente termina con i rabbini che decidono di annullare il matrimonio col cadavere, mentre la moglie vivente giura di vivere il matrimonio in memoria del cadavere, come da antica tradizione ebraica (secondo cui si deve sia onorare i morti durante la vita, sia la buona volontà dei vivi).