Fatti di Pontelandolfo e Casalduni: differenze tra le versioni

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|tipologia =
|vittime documentate = 13
|vittime = 13, secondo le fonti parrocchiali ed una lettera d'epoca ritrovata nel 2016<ref name="sanniopress.it">[http://www.sanniopress.it/2016/08/08/pontelandolfo-una-lettera-inedita-del-1861-perirono-13-persone/ Giancristano Desiderio,'' Pontelandolfo, una lettera inedita del 1861: "Perirono 13 persone"'', Sanniopress, 8 agosto 2016]</ref><ref name="corrieredelmezzogiorno.corriere.it">{{Cita news |nome=Giancristano |cognome=Desiderio |url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/arte_e_cultura/2014/11-marzo-2014/altra-verita-pontelandolfoi-morti-furono-solo-tredici-2224196255275.shtml |titolo=L'altra verità su Pontelandolfo I morti furono solo tredici|rivista=Corriere del Mezzogiorno |data=11 marzo 2014 |accesso=2019-02-27}}</ref>; stimato da 100 a più di 1000 da alcuni autori contemporanei <ref name=a>{{cita news|url=http://www.corriere.it/cultura/speciali/2010/visioni-d-italia/notizie/32-stella-rizzo-pontelandolfo-roghi-400-morti_83544b90-c60e-11df-89af-00144f02aabe.shtml|pubblicazione=www.corriere.it|autore=[[Sergio Rizzo]], [[Gian Antonio Stella]]|titolo=Il rogo delle case e 400 morti che nessuno vuole ricordare|accesso=18 ottobre 2010}}</ref>
|feriti =
|esecutori = Bersaglieri [[italia]]niitaliani
|sospetti =
|motivazione = Rappresaglia - reazione a precedente strage di soldati italiani.
|motivazione = Precedente strage di soldati italiani a opera di "briganti" e cittadini del posto a loro volta vittime, in precedenza, di soprusi e violenze operate da quegli stessi soldati.
}}
 
Il '''massacro di Pontelandolfo e Casalduni''' fu una [[strage]] di [[rappresaglia]] compiuta dal [[Regio Esercito]] [[italia]]no ai danni della popolazione civile dei due comuni in data 14 agosto [[1861]].
 
La decisione di eseguire la rappresaglia fu presa in seguito al precedente massacro di 45 militari dell'esercito unitario (un ufficiale, quaranta fanti del 36° e quattro carabinieri), catturati alcuni giorni prima da alcuni [[brigantaggio postunitario|briganti]] e contadini del posto. Secondo una fonte del tempo le popolazioni si erano in realtà vendicate di violenze e soprusi commessi in precedenza dagli stessi soldati <ref>La Civiltà Cattolica, Anno Duodecimo, Vol. XI della Serie Quarta, Roma, All’Uffizio della Civiltà Cattolica, 1861, p. 618</ref>. I due piccoli centri vennero quasi rasi al suolo, lasciando circa 3.000 persone senza dimora<ref>{{Cita|Christopher Duggan, 2007 |p. 224.}}</ref>. Il numero di vittime è tuttora controverso, ma [[Sergio Rizzo]] e [[Gian Antonio Stella]] riportano che alcuni autori lo stimano compreso fra il centinaio e il migliaio<ref name=a/>.
 
Sulla base della lettura dei registri parrocchiali della chiesa della Santissima Annunziata ove sarebbero annotati dal canonico Pietro Biondi e dal canonico Michelangelo Caterini (firmatario degli atti di morte) i nomi dei morti, le modalità della loro morte e il luogo del seppellimento: 12 persone (dieci uomini e due donne) sarebbero morte durante il giorno stesso della strage (dieci direttamente uccisi e due nel rogo delle case) e una tredicesima morì il giorno seguente.<ref name="corrieredelmezzogiorno.corriere.it"/>
Il numero di 13 morti viene confermato nel 2016 dalla scoperta di una lettera d'epoca datata 3 settembre 1861 pubblicata sulla rivista ''Frammenti'' del Centro culturale per lo studio della civiltà contadina nel Sannio con sede in [[Campolattaro]]. L’autrice della lettera è la signora Carolina Lombardi, originaria di Pontelandolfo, sposata con don Salvadore Tedeschi, speziale in Campolattaro.<ref name="sanniopress.it"/> Le 13 vittime vengono confermate anche nel libro ''Pontelandolfo 1861,'' di Giancristiano Desiderio.
 
== Storia ==