Comunismo: differenze tra le versioni
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Nonostante l'idea di una società comunista si sia sviluppata fin dall'antichità, i termini [[socialismo]] e comunismo sono {{citazione necessaria|di origine [[XVIII secolo|settecentesca]]}} e divengono di uso comune solo con l'affermarsi della [[Rivoluzione industriale]]. Nonostante ciò, il termine ''comunismo'' spesso viene usato per descrivere tutte le teorie, anche antecedenti alla nascita del termine, che prevedono il possesso collettivo dei mezzi di produzione e l'abolizione della [[proprietà privata]]. Molte di queste teorie però mancano di alcune fondamentali caratteristiche del comunismo moderno e contemporaneo (in particolar modo l'assenza di [[classe (sociale)|classi]] e l'egualitarismo). In questi casi si usano quindi anche termini differenti per marcare questa differenza: si parla di teorie ''comunistiche'', o di ''comunismo [[ante litteram]]''.
Fino alla pubblicazione del
In ogni modo il termine comunismo continuò a essere un sinonimo di socialismo per tutto l'[[XIX secolo|Ottocento]]: basti ricordare che i partiti che prendevano parte alla [[Seconda internazionale]], tutti di ispirazione marxista, venivano tutti denominati ''socialisti'' o ''socialdemocratici''. La definitiva separazione dei due termini avvenne per iniziativa di Lenin: nel [[1917]] il [[Partito Operaio Socialdemocratico Russo]], per evidenziare il distacco tra le posizioni del [[socialismo riformista]] e il [[socialismo rivoluzionario]], assunse la denominazione di [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica|Partito Comunista Russo]]. Da allora si definiscono comunisti tutti i partiti di ispirazione rivoluzionaria, mentre socialisti o socialdemocratici si definiscono i partiti sostenitori di un avanzato programma di riforme. Questi ultimi possono rimanere nell'alveo della società capitalistica senza proporsi l'obiettivo di una trasformazione socialista della società oppure promuovere leggi volte a cambiare il sistema sociale da capitalista a socialista.
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