Compact disc: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|il mimi album dei 24 grana|Mini CD (album)|Mini CD}}
{{F|memorie informatiche|febbraio 2010}}
[[File:CementinoCompact lino e Alessandro SabiaDisc wordmark.svg|thumb|Il [[logo]] del Compact Disc]]
Il '''compact disc''' (nome [[lingua inglese|inglese]] che tradotto letteralmente significa "disco compatto", abbreviato nella [[sigla]] '''CD''' o '''cd'''<ref>{{treccani|v=1|cd|CD}}</ref>; anche, meno utilizzato, ''compact disk'') è un tipo [[standard|standardizzato]] di [[disco ottico]] utilizzato in vari ambiti per la memorizzazione di [[informazioni]] in formato [[digitale (informatica)|digitale]].
 
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La sua genesi è dovuta alla ricerca, da parte del mondo della [[telefonia]], di un sistema efficiente di moltiplicazione delle informazioni, attraverso la digitalizzazione e semplificazione dei segnali. L'applicazione congiunta del [[sistema numerico binario]] e del [[laser]] al [[suono]] diede vita al compact disc.
 
Nei primi anni il progetto f oid marocchifu inizialmente seguito da una [[joint venture]] tra [[DuPont]] e [[Philips]]. DuPont poteva vantare un'enorme esperienza nel [[policarbonato]] (inventato nel [[1928]] proprio da DuPont) e una forte presenza nei [[Paesi Bassi]] con un'installazione chimica a [[Dordrecht]], vicino a [[Rotterdam]]<ref>[http://www2.dupont.com/Dordrecht_Plant_Site/en_NL/ DuPont the Netherlands<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. DuPont aveva inoltre già una joint venture con Philips, la sfortunata PDM (Philips-DuPont Magnetics, sponsor anche della squadra ciclistica [[PDM-Concorde]]), per sviluppare nastri magnetici che utilizzassero altri due prodotti DuPont: il supporto in poliestere Cronar (invenzione DuPont del [[1955]]) e l'ossido di cromo Crolyn (invenzione DuPont del [[1956]]). DuPont aveva inoltre un'altra joint venture con [[British Telecom]] (BT&D) per sviluppare microlaser e fibre ottiche. C'erano perciò tutte le premesse per eccellenti sviluppi. Dopo i primi prototipi si riunì a Ginevra il management europeo per analizzare gli sviluppi del progetto e gli investimenti necessari. Tali investimenti comprendevano anche una possibile fabbrica in [[Italia]], per utilizzare l'[[alluminio]] dell'[[Ilva]].
 
Gli studi preliminari misero in luce che lo sviluppo del CD avrebbe consentito la creazione un disco con una capacità oltre 600 [[Megabyte|MB]] di dati e probabilmente oltre un'ora di [[musica]] in formato digitale. La cosa non entusiasmò i manager DuPont per via degli enormi investimenti richiesti: tenendo conto che i personal computer di allora avevano memorie da 64 [[Kilobyte|KB]] a 4 MB e hard disk da 20 MB, la capacità del nuovo supporto sarebbe stata esagerata in confronto alle reali necessità dell'epoca. Anche per la musica era impensabile che il mondo intero sostituisse i [[giradischi]] e i registratori con i nuovi costosissimi lettori di dischi ottici (ed in effetti la cosa non avvenne a livello di massa fino agli [[anni ottanta]] del XX secolo). Il management DuPont rifiutò il progetto e chiese quindi a Philips di continuare da sola, costringendo così la stessa a cercare altre alleanze per lo sviluppo del supporto. Per qualche anno, comunque, rimase in vita la PDO (Philips-DuPont Opticals) che stampava CD con produzione in [[Regno Unito|UK]] (principalmente musica) e [[USA]] (dati). La PDO chiuse nel [[1990]] per "divergenze di interessi"<ref>[https://www.nytimes.com/1990/10/25/business/talking-deals-end-of-a-venture-in-optical-disks.html?pagewanted=1 Talking Deals; End of a Venture In Optical Disks - New York Times<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.