Giulianova: differenze tra le versioni

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{{citazione|Ospitale cittadina graziosissima|[[Augusto Conti]]<ref>"Giulianova, seduzione senza tempo". Sandro Galantini, Giancarlo Malandra</ref>}}
[[File:Piazza ve II.jpg|thumb|Piazza Vittorio Emanuele II, negli anni '20]]
Nei secoli successivi Giulianova subì alcuni devastanti saccheggi: nel [[XVI secolo]] da parte dei [[Lanzichenecchi]], e, in età [[Napoleone Bonaparte|napoleonica]], da parte dei [[Francia|francesi]] che distrussero l'[[Archivio]] ducale. Subito dopo il compimento dell'unità nazionale fu la prima città dello scomparso [[Regno delle Due Sicilie]] ad essere visitata il 15 ottobre 1860 dal re [[Vittorio Emanuele II]], per onorare l'amicizia che lo legava agli [[Acquaviva (famiglia)|Acquaviva]]. Per commemorare l'evento venne eretta successivamente, sulla ottocentesca ''piazza della Libertà'', una bella statua bronzea del sovrano ad opera dello scultore giuliese [[Raffaello Pagliaccetti]]. Il progetto originario prevedeva che poggiasse su un maestoso basamento, ma le vicissitudini portarono alla realizzazione dell'attuale, di più modeste fattezze. Dopo l'abbattimento di parte delle mura ([[1860]]) determinato dall'aumento della popolazione e della conseguente richiesta di spazio, la città iniziò ad estendersi sul resto delle collina e in direzione dell'Adriatico dove si costituì, a seguito dell'apertura del tratto ferroviario Ancona-Pescara, l'abitato di Borgo Marina (fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]]) primo nucleo di Giulianova Lido.
[[File:Giulianova-Villa-Castelli-Montano-cartolina-storica-veduta-della-villa-cartolina.jpg|thumb|left|Una delle numerose ville Liberty sorte fra ottocento e novecento]]
Furono anni di grande fermento infrastrutturale: oltre alla già citata ''piazza Vittorio Emanuele II'', nacquero l'elegante terrazza del ''Belvedere'', la stazione ferroviaria e furono avviati i lavori del porto. La ''Marina'' iniziò dunque il suo processo di emancipazione dal capoluogo, e si apprestò col tempo a diventare da frazione, vera e propria città nuova, che presto avrebbe superato, con ampi margini, il numero di abitanti del nucleo storico e visto traboccare fra le sue strade parte degli uffici amministrativi e dei locali pubblici non più solo appannaggio della città vecchia, divenendo anzi centro della vita commerciale.