Femminismo: differenze tra le versioni

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Un tema su cui le femministe, ma non solo, s'impegnano, è anche quello dello sfruttamento crescente del corpo femminile in spettacoli e in immagini, e della rappresentazione degradata della sessualità fornita da certe pubblicazioni. La femminista radicale americana [[Andrea Dworkin]] ([[1946]]-[[2005]]), che nel [[1981]] aveva pubblicato il libro ''Pornography. Men Possessing Women'', nel [[1983]] iniziò insieme con l'avvocato [[Catharine MacKinnon]] (n. [[1946]]), una campagna per ottenere la condanna legale delle pubblicazioni pornografiche in quanto rappresenterebbero una violazione dei diritti civili delle donne. Le città di [[Minneapolis]] e di [[Indianapolis]] emisero in tal senso due ordinanze che furono tuttavia dichiarate anticostituzionali. In compenso, la sua iniziativa fu parzialmente accolta nel [[1992]] dalla Corte Suprema del [[Canada]], che valutò come certa [[pornografia]] rappresenti effettivamente una violazione della garanzia dell'eguaglianza dei sessi. La campagna anti-pornografia della Dworkin fu appoggiata da movimenti conservatori estranei al femminismo e fu criticata da non poche femministe, oltre che dalla scrittrice [[Erica Jong]], che vi videro il rischio connesso all'esercizio di una generalizzata censura contro la libera espressione del pensiero.
 
La personalità della Dworkin, le sue affermazioni sferzanti e le sue posizioni inflessibili, soprattutto in riferimento alla sessualità e alla pornografia, sono state oggetto di aspre critiche da parte delle femministe contrarie alle sue teorie, che la accusarono di negare la libertà di autodeterminazione di una donna sul proprio corpo (compreso il diritto di esporlo o di "venderlo").<ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/03/corpo-di-donna-si-puo-vendere-per-scelta/764682/ "Il corpo di una donna si può vendere. Per scelta"], su ''[[il Fatto Quotidiano]]'' del 3 novembre 2013.</ref> Sul versante opposto, la Dworkin è stata ammirata ed esaltata da numerose altre femministe, come la citata MacKinnon, che ne hanno riconosciuto la validità dei risultati e l'impegno in difesa delle donne. Tra le accuse più dure contro la Dworkin, quella di sostenere la [[censura]] contro la pornografia, censura paragonata al controllo dell'informazione di uno [[stato autoritario]], che avrebbe dovuto colpire anche semplici autori erotici.<ref>[http://www.littere.com/lostbooks/ital/bibliot1.shtm Recensione a ''Pornography''].</ref><ref>J. M. Coetzee, Pornografia e censura, Donzelli, 1996, p. 42.</ref><ref>[https://books.google.it/books?id=Q_RNcg2DowQC&pg=PT362&lpg=PT362&dq=andrea+dworkin+autoritaria&source=bl&ots=9UDfwQhNpz&sig=2-E8Mbm5JSsVP8ys2xl43xK-geI&hl=it&sa=X&ei=ujfaVLvnCYHzUpCUgoAP&ved=0CEAQ6AEwBg#v=onepage&q=andrea%20dworkin%20autoritaria&f=false Steven Pinker, ''Tabula rasa''].</ref>
 
==== Carol Gilligan ====