Inferno - Canto tredicesimo: differenze tra le versioni

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I due poeti sono ancora in attesa di altre parole dal tronco quando la scena cambia improvvisamente. Si sentono rumori di caccia, come chi si senta venire incontro un cinghiale braccato da cani e cacciatori e che senta gli animali e le frasche spezzate. Ed ecco che dal lato sinistro Dante vede due anime nude e piene di graffi che scappano per la selva spaccando rami dappertutto (si tratta di un esempio di caccia infernale o [[caccia selvaggia]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/scialacquatori_%28Enciclopedia-Dantesca%29/# Scialacquatori in “Enciclopedia Dantesca” – Treccani<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>).
 
Quello più avanti invoca: "Or accorri, accorri morte!", intesa probabilmente come seconda morte che annullerebbe le loro pene, mentre quello più dietro lo chiama, ricordando a "Lano" che non fuggiva così veloce alledalle [[Giostre del Toppo]] dov'era caduto in battaglia. Stremato il secondo si nasconde dietro un cespuglio, ma arriva una schiera di cagne nere, che come [[veltro|veltri]] lo raggiunge e lo lacera a brandelli, portando via le sue membra dolenti.
 
I due fuggiaschi braccati, sono, secondo lo schema del canto, due violenti contro i loro beni, i cosiddetti "scialacquatori" (usando una parola che non appartiene al vocabolario di Dante) e dalle parole che pronunciano si può risalire alla loro identità. Sono il senese [[Lano da Siena]], forse già membro della ''[[brigata spendereccia]]'' e morto alle [[Giostre del Toppo]], e [[Jacopo da Sant'Andrea]], oggetto di numerosi aneddoti su come distrusse con leggerezza le sue proprietà.