Algernon Swinburne: differenze tra le versioni

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Alcuni dei suoi primi e tuttora ammirati componimenti s'inseriscono nel culto tipicamente vittoriano del [[Medioevo]], e alcuni di essi si rifanno a quell'epoca sia per lo stile che per il tono e la costruzione (''The Leper'', ''Laus Veneris'' e ''St. Dorothy''). È in essi evidente il culto che Swinburne tributava a [[Percy Bysshe Shelley]], col quale aveva notevoli tratti di analogia: anche lui era nato da famiglia aristocratica e nutriva sentimenti [[libertarismo|libertari]], e anche lui aveva studiato a Eton e si era distinto nell'appassionato studio dei classici; erano entrambi stati espulsi per le loro idee dal college; ma la somiglianza si estendeva anche a certe qualità personali e caratteriali, come un'estrema volubilità, l'abbondanza della vena poetica, l'anticonformismo esibito e il nervosismo nel gioco analogico.<ref name=bio/>
[[File:Algernon Charles Swinburne by William Bell Scott.jpg|thumb|upright=0.8|Swinburne ritratto in giovane età da William Bell Scott (1860)]]
Uscì da [[Oxford]] nel [[1860]], stringendo un sodalizio con [[Dante Gabriel Rossetti]]. Alla morte della [[Elizabeth Siddal|moglie di quest'ultimo, la modella dei Preraffaelliti [[Elizabeth Siddal]], suicida nel [[1862]], il poeta e il pittore andarono a vivere insieme in ''Tudor House'', al nº 16 di Cheyne Walk, Chelsea.
 
Di piccola statura e corporatura goffa, dalla voce sgradevolmente acuta, dall'atteggiamento dimesso, Swinburne era apparentemente quanto di più lontano dall'ardimento espresso dai suoi rivoluzionari versi; per contro, aveva un'insospettabile forza fisica (fu tra l'altro il primo a scalare Culver Cliff nell'[[Isola di Wight]]). Possedeva, per giunta, un carattere altamente eccitabile, al quale si dovevano occasionali eccessi enfatici, durante i quali declamava versi a gran voce, abbandonandosi a gesti spropositati. Alcuni eccessi morbosi avuti in pubblico, per quanto molto rari, diedero a pensare che fosse [[epilessia|epilettico]]. Peggiorava il tutto il suo [[alcolismo]], a causa del quale molto spesso doveva essere ricondotto a casa, alle ore piccole, a forza di braccia.<ref name=bio/>
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[[File:Harvard Theatre Collection - Menken, in costume, TCS 19.jpg|thumb|180px|Adah Isaacs Menken nel 1866]]
[[File:Algernon Charles Swinburne and Theodore Watts-Dunton.jpg|thumb|left|Swinburne e il suo avvocato e amico Theodore Watts Dunton]]
Nel [[1868]] Swinburne affittò con un amico, George Powell, una casa a [[Étretat]], battezzandola Chaumière de Dolmancé ("[[cottage]] di Dolmancé", dal nome di un personaggio de ''[[La filosofia nel boudoir]]'' di Sade), dove ricevette una visita del giovane [[Guy de Maupassant]], che lo salvò dall'annegamento (il poeta stava nuotando nel mare della [[Normandia]] quando rischiò di affogare, e Maupassant, buon nuotatore, e altri si tuffarono e lo trassero in salvo) e per riconoscenza fu invitato a pranzo e trascorrere la giornata nella villa. Secondo quanto Maupassant raccontò nel 1875 a [[Edmond de Goncourt]] e [[Flaubert]], lo scrittore francese rimase vivamente impressionato dalla presenza di ossa umane su un tavolo, strane pitture alle pareti e una [[bertuccia]] vestita di tutto punto che dormiva nel letto di Powell, oltre a diverse stranezze ed eccentricità esibite. [[Jean Lorrain]] si sarebbe ispirato a questo racconto, e anche Goncourt, nel suo romanzo ''La Fausta'' ([[1881]]) ispira il personaggio di Georges Selwyn, il sadico amatore di ragazzine, a Swinburne così come appare dal racconto di Maupassant (il vero Selwyn era in realtà un personaggio storico di [[George Selwyn|politico]] del XVIII secolo noto per le sue stranezze sessuali e che già aveva ispirato [[Charles Maturin]], zio di Wilde, per il [[romanzo gotico]] ''[[Melmoth l'errante]]'').<ref name=bio/><ref>[https://publicdomainreview.org/2012/01/24/an-unlikely-lunch-when-maupassant-met-swinburne/ An unlikely lunch: when Maupassant met Swinburne]</ref>
 
Nel [[1864]] compì un viaggio in [[Italia]], fermandosi per breve tempo tra [[Firenze]] e [[Fiesole]]. Nel [[1868]] Swinburne affittò con un amico, George Powell, una casa a [[Étretat]], battezzandola Chaumière de Dolmancé ("[[cottage]] di Dolmancé", dal nome di un personaggio de ''[[La filosofia nel boudoir]]'' di Sade), dove visse le vacanze, e ricevette nell'estate del [[1870]] una visita del giovane [[Guy de Maupassant]], che lo salvò dall'annegamento (il poeta stava nuotando nel mare della [[Normandia]] quando rischiò di affogare, e Maupassant, buon nuotatore, e altri si tuffarono e lo trassero in salvo) e per riconoscenza fu invitato a pranzo e trascorrere la giornata nella villa. Secondo quanto Maupassant raccontò nel 1875 a [[Edmond de Goncourt]] e [[Flaubert]], lo scrittore francese rimase vivamente impressionato dalla presenza di ossa umane su un tavolo, strane pitture alle pareti e una [[bertuccia]] vestita di tutto punto che dormiva nel letto di Powell, oltre a diverse stranezze ed eccentricità esibite. [[Jean Lorrain]] si sarebbe ispirato a questo racconto, e anche Goncourt, nel suo romanzo ''La Fausta'' ([[1881]]) ispira il personaggio di Georges Selwyn, il sadico amatore di ragazzine, a Swinburne così come appare dal racconto di Maupassant (il vero Selwyn era in realtà un personaggio storico di [[George Selwyn|politico]] del XVIII secolo noto per le sue stranezze sessuali e che già aveva ispirato [[Charles Maturin]], zio di Wilde, per il [[romanzo gotico]] ''[[Melmoth l'errante]]'').<ref name=bio/><ref>[https://publicdomainreview.org/2012/01/24/an-unlikely-lunch-when-maupassant-met-swinburne/ An unlikely lunch: when Maupassant met Swinburne]</ref>
Di là dalla leggenda, fu comunque abbastanza sregolato da patire, nel corso degli anni, di varie sofferenze fisiche, finché ebbe un tracollo psicofisico. Nel [[1879]] fu preso in cura dall'amico Theodore Watts Dunton, avvocato e suo consulente legale, che lo accudì nella propria villa di "The Pines", [[Putney (Londra)|Putney]], nei pressi di [[Londra]], fino alla fine dei suoi giorni; per i successivi trent'anni, Swinburne visse a The Pines, dopo che fu costretto da Watts a rinunciare alla propria vita dissipata e a disintossicarsi dall'alcol. Questa profonda crisi lo indusse comunque a smettere gli atteggiamenti giovanilmente ribelli e ad assumere una certa rispettabilità sociale, anche se continuò a scrivere, con meno successo di un tempo (è stato detto che Watts "salvò l'uomo ma uccise il poeta"). Il suo isolamento si accentuò in séguito all'insorgere della sordità; morì d'[[influenza]] a 72 anni, in casa dell'amico.<ref name=bio/>
 
Altre bizzarre avventure le visse a Londra con i co-inquilini, Rossetti e [[George Meredith]]; dopo la morte della moglie, Rossetti era ossessionato dalla morte e dava segni di squilibrio; i due amici lo persuasero a riesumare il corpo della moglie Elizabeth e a recuperare il manoscritto delle sue poesie sepolto con lei, che Rossetti pubblicò nel 1870 in una raccolta intitolata ''Poems''. Insieme al proprio agente Charles Augustus Howell, Rossetti ottenne il permesso di aprire la tomba della Siddal di notte, per recuperare il quaderno di poesie. Howell (che viene ricordato come noto mentitore), presente alla riesumazione, raccontò fantasiosamente che il corpo della Siddal aveva mantenuto intatta la propria bellezza, e che i capelli avevano continuato a crescerle a dismisura. Rossetti scrisse una lettera a Swinburne dove gli rivelava di aver seguito il "consiglio" e di voler pubblicare i versi della moglie.<ref>[https://madeleineemeraldthiele.wordpress.com/2017/12/07/rossettis-coffin-confession-to-swinburne/ Rossetti's Coffin Confession to Swinburne]</ref> Rossetti ritrasse Swinburne alcune volte, negli anni, secondo l'estetica preraffaellita, soprannominandolo "piccolo amico [[Regno di Northumbria|northumbriano]]", a causa della bassa statura (5 piedi, ossia circa 1,52 m).<ref>Edmund Gosse, The Life of Algernon Swinburne, 1917 (The Macmillan Company), p. 258, cited (w/ a Google-book link) at "Archived copy". Archived from the original on 12 May 2015. Retrieved 26 November 2012.</ref>
 
Nel [[1882]] Rossetti, dopo aver tentato il suicidio più volte, sarebbe morto di [[Ictus|paralisi]], quando Swinburne ormai aveva diviso la sua strada da quella degli amici. Di là dalla leggenda, Swinburne fu difatti comunque abbastanza sregolato, da patire realmente, nel corso degli anni, di varie sofferenze fisiche e incidenti domestici per cui lasciava spesso la casa famigliare per alcuni ricoveri, finché ebbe un tracollo psicofisico a circa 40 anni. Nel [[1878]] [[Victor Hugo]] lo invitò pubblicamente a Parigi per il centenario della morte di [[Voltaire]], ma il poeta inglese dovette rinunciare a causa della salute malferma. Nel [[1879]], seriamente malato e quasi impossibilitato a muoversi, fu preso in cura dall'amico Theodore Watts-Dunton (su consenso della madre di Swinburne, Lady Jane), avvocato e suo consulente legale, che lo accudì nella propria villa di "The Pines", [[Putney (Londra)|Putney]], nei pressi di [[Londra]], fino alla fine dei suoi giorni; per i successivi trent'anni, Swinburne visse a The Pines, dopo che fu costretto da Watts a rinunciare alla propria vita dissipata e a [[Disintossicazione|disintossicarsi]] dall'[[Bevande alcoliche|alcol]]. Dunton gli impose di non frequentare più i suoi vecchi amici di Londra, al punto di restringere le sue attività e controllare anche la sua posta; è ritenuto che ciò lo abbia salvato da morte precoce.<ref>[https://www.poetryfoundation.org/poets/algernon-charles-swinburne Algernon Charles Swinburne - Poetry Foundation]</ref>
 
Questa profonda crisi lo indusse comunque a smettere gli atteggiamenti giovanilmente ribelli e ad assumere una certa rispettabilità sociale, anche se continuò a scrivere, con meno successo di un tempo (è stato detto che Watts "salvò l'uomo ma uccise il poeta"). Nel 1882 pubblicò un componimento in memoria di Rossetti, dopo aver ricevuto la notizia del decesso dell'amico; lo stesso anno Swinburne e Watts-Dunton fecero un viaggio in Francia, dove incontrarono a cena l'anziano Victor Hugo, ma raramente si mosse più da Putney. Nel [[1896]] morì la madre, a 88 anni, celebrata dal figlio con la doppia elegia ''The High Oaks: Barking Hall''.
 
Il suo isolamento sociale si accentuò in séguito all'insorgere della sordità; nel [[1903]] si ammalò gravemente di [[polmonite]] ma sopravvisse.<ref name=gosse>Gosse (1912), 463.</ref>
 
Nella primavera del [[1909]] contrasse l'[[influenza]], sviluppando nuovamente la polmonite, e morì a 72 anni, in casa dell'amico, la mattina del 10 aprile.<ref name=bio/> Il 15 aprile 1909 Swinburne fu sepolto nel cimitero di San Bonifacio (Bonchurch Cemetery) nell'[[Isola di Wight]], nei pressi della tomba di famiglia; alle esequie parteciparono amici, estimatori e l'unica sua parente in vita, la sorella più giovane, Isabel.<ref name=gosse/>
 
== L'opera e la tecnica versificatoria ==