Abbazia di San Colombano: differenze tra le versioni

L'origine della [[Diocesi di Piacenza-Bobbio|Sede di Bobbio]]<ref>[http://www.comune.bobbio.pc.it/pagina.asp?IDpag=107&idbox=20&idvocebox=145 Storia di Bobbio - Sito comunale]</ref>, in verità della città stessa, risale alla creazione di un [[monastero]] da parte del [[santo]] [[Irlanda|irlandese]], [[Colombano di Bobbio|Colombano]], nel [[614]]. Nel [[568]] il [[nord Italia]] era stato invaso dai [[Longobardi]] (ariani), guidati da [[Alboino]]. Divenuto re re dei Longobardo nel 591, [[Agilulfo]], fu meno ostile e, gradualmente, anche non negativamente disposto nei confronti della [[Chiesa cattolica]]. La regina [[Teodolinda]], che aveva sposato nel [[590]], era una fervente cattolica; quest'ultima aveva una grande influenza sul consorte, che si convertì grazie alle predicazioni di Colombano. Fin dal giorno del suo [[battesimo]], Agilulfo mostrò grande zelo verso la conversione dei suoi sudditi e, a questo scopo, donò a San Colombano una chiesa in rovina ed una terra devastata nota come ''Ebovium'' che, prima della conquista da parte dei Longobardi, aveva fatto parte del [[Stato Pontificio#Il Patrimonium Sancti Petri|Patrimonio di San Pietro]]. Colombano lasciò il suo cuore in questo luogo appartato mentre, allo scopo di istruire i Longobardi, scelse per sé stesso e per i suoi [[monachesimo|monaci]] la solitudine. Da un lato di questa piccola chiesa, che era stata dedicata a [[Pietro apostolo|San Pietro]], sorsero ben presto le mura di un'[[abbazia]]. Questo fu il nucleo di quella che sarebbe diventata la [[Biblioteca#Medio Evo|biblioteca]] più famosa d'Italia che si basò sui [[Manoscritto|manoscritti]] che Colombano aveva portato dall'Irlanda e sui [[Trattato (opera)|trattati]] di cui egli stesso fu autore.