Campo elettromagnetico: differenze tra le versioni

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==Caratteristiche generali==
 
Il campo elettromagnetico interagisce nello spazio con [[Carica (fisica)|cariche]] [[Carica elettrica|elettriche]] e può manifestarsi anche in assenza di esse, trattandosi di un'entità fisica che può essere definita indipendentemente dalle sorgenti che l'hanno generata. In assenza di sorgenti il campo elettromagnetico è detto "radiazione elettromagnetica" o "onda elettromagnetica",<ref>{{Cita|Landau, Lifshits|Pag. 147|Landau}}.</ref> essendo un fenomeno [[onda (fisica)|ondulatorio]] che non richiede di alcun supporto materiale per diffondersi nello spazio e che nel [[vuoto (fisica)|vuoto]] viaggia alla [[velocità della luce]]. Secondo il [[modello standard]], il [[quanto]] della radiazione elettromagnetica è il [[fotone]], mediatore dell'interazione elettromagnetica. Il campo elettrico <math>\mathbf E</math> e il campo magnetico <math>\mathbf B</math> sono solitamente descritti con [[vettore (matematica)|vettori]] in uno spazio a tre dimensioni: il campo elettrico è un [[campo di forze]] [[Campo vettoriale conservativo|conservativo]] generato nello spazio dalla presenza di cariche elettriche stazionarie, mentre il campo magnetico è un campo vettoriale non conservativo generato da cariche in moto.
 
Le [[equazioni di Maxwell]] insieme alla [[forza di Lorentz]] caratterizzano le proprietà del campo elettromagnetico e della sua interazione con oggetti carichi. Le prime due equazioni di Maxwell sono omogenee e valgono sia nel vuoto che nei mezzi materiali:
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dove <math>\mathbf{v}</math> è la [[velocità]] della carica.
 
L'introduzione di un campo, in particolare di un [[campo di forze]], è un modo per descrivere l'interazione reciproca tra cariche, che nel vuoto avviene alla [[velocità della luce]]. Nella [[fisica classica|teoria classica]] dell'elettromagnetismo tale interazione viene considerata istantanea, dal momento che la velocità della luce è approssimativamente di 300000 chilometri al secondo, mentre nella trattazione [[teoria della Relatività|relativistica]] si tiene conto del fatto che tale velocità è finita e la forza tra cariche si manifesta dopo un certo tempo: in tale contesto è corretto affermare che una carica interagisce solamente con il campo e questo interagisce solo successivamente su un'eventuale seconda carica posta nelle vicinanze.<ref>{{Cita|Landau, Lifshits|Pag. 67|Landau}}.</ref> In tale contesto il campo elettromagnetico viene descritto dalla teoria dell'[[elettrodinamica classica]] in forma [[covariante]], cioè invariante sotto [[trasformazione di Lorentz]], e rappresentato dal [[tensore elettromagnetico]], un [[tensore]] a due indici di cui i vettori campo elettrico e magnetico sono particolari componenti.
Se si considera infine anche il ruolo dello [[spin]] delle particelle cariche si entra nell'ambito di competenza dell'[[elettrodinamica quantistica]], dove il campo elettromagnetico viene [[quantizzazione del campo elettromagnetico|quantizzato]].
 
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:<math>A^ \mu =\left( \frac{\phi}{c}, \mathbf A \right)=\left( \frac{\phi}{c}, A_x, A_y, A_z \right)</math>
 
A partire dal quadripotenziale si possono definire i campi nel seguente modo:<ref>{{Cita|Jackson|Pag. 239|Jackson}}.</ref>
 
:<math>\mathbf E = - \mathbf \nabla \phi - \frac{\partial \mathbf A}{\partial t} \qquad \mathbf B = \mathbf \nabla \times \mathbf A</math>
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:<math>\left ( \nabla^2 \mathbf A - \frac{1}{c^2} \frac{\partial^2 \mathbf A}{\partial t^2} \right ) - \mathbf \nabla \left ( \mathbf \nabla \cdot \mathbf A + \frac{1}{c^2} \frac{\partial \phi}{\partial t} \right ) = - \mu_0 \mathbf J</math>
 
Tali espressioni sono equivalenti alle equazioni di Maxwell.<ref name=pot>{{Cita|Jackson|Pag. 240|Jackson}}.</ref>
 
=== Teoria di Gauge ===
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==== Gauge di Coulomb ====
Il gauge di Coulomb, detto anche ''gauge trasversale'' o ''gauge di radiazione'', è scelto in modo tale che:<ref>{{Cita|Jackson|Pag. 241|Jackson}}.</ref>
 
:<math>\mathbf \nabla \cdot \mathbf A = 0</math>
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:<math>\mathcal{S}=\int \mathcal L dt = \int \gamma \mathcal L d \tau </math>
 
dove <math>\mathcal L</math> è la lagrangiana. La quantità <math>\gamma \mathcal L </math> deve essere quindi invariante. La lagrangiana <math>\mathcal L_{free}</math> per una particella libera ha la forma:<ref>{{Cita|Jackson|Pag. 583|Jackson}}.</ref>
 
:<math>\mathcal L_{free} = -mc^2 \sqrt {1 - \frac{u^2}{c^2}} = -mc^2 \sqrt {1 - \beta^2}</math>
 
Tale espressione è motivata dal fatto che la lagrangiana non deve dipendere dalla posizione: l'unica possibile quantità invariante è allora <math>u_\alpha u^\alpha = c^2</math>, dove <math>u^\alpha</math> è la [[quadrivelocità]]. In questo modo la lagrangiana risulta proporzionale a <math>\gamma^{-1} = \sqrt {1 - \beta^2}</math>, e dalle [[equazioni di Eulero-Lagrange]] si verifica che la corrispondente [[equazione del moto]] è:<ref name=lag>{{Cita|Jackson|Pag. 581|Jackson}}.</ref>
 
:<math>\frac{d}{dt}(\gamma m \mathbf u) = 0</math>
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:<math>\mathcal L_{int} = - \frac{e}{\gamma c} u_\alpha A^\alpha = - e\phi + \frac{e}{c}\mathbf{u}\cdot\mathbf{A}</math>
 
dove si osserva che nel limite non relativistico essa si riduce all'energia potenziale di interazione <math> e\phi</math> tra la carica ed il campo, con <math>\phi</math> la componente temporale del [[quadripotenziale]] <math>A^\alpha</math>: la richiesta di invarianza sotto traslazione conduce inoltre alla scelta del vettore <math>u^\alpha</math> da [[prodotto interno|moltiplicare scalarmente]] con <math>A^\alpha</math> per ottenere una quantità invariante.<ref>{{Cita|Jackson|Pag. 582|Jackson}}.</ref> L'espressione della lagrangiana di interazione è tuttavia motivata anche da osservazioni sperimentali, e si può giustificare imponendo che <math>\gamma \mathcal L_{int}</math> sia una funzione la cui derivata di grado massimo sia la derivata temporale prima delle coordinate, che sia invariante sotto traslazione e che sia lineare rispetto a potenziale e carica.<ref name=lag/>
 
In presenza di campo l'azione <math>\mathcal{S}</math> è così definita come l'integrale della lagrangiana totale <math>\mathcal L = \mathcal L_{free} + \mathcal L_{int}</math> nel tempo tra gli istanti iniziale e finale dell'evoluzione del sistema. In notazione relativistica si può sfruttare l'intervallo spaziotemporale (scalare) <math>ds=\sqrt{x_i x^i}</math>, dove <math>x^i</math> è la posizione, e dal momento che <math>ds = c d \tau = c dt / \gamma</math>, si ha:<ref>{{Cita|Landau, Lifshits|Pag. 69|Landau}}.</ref>
 
:<math>\mathcal{S} = \int_{t_1}^{t_2} \mathcal L dt = \int_a^b \left( -mc ds - {e \over c}A_i dx^i \right)</math>
 
con <math>A_i</math> il [[quadripotenziale]]. Il principio di minima azione stabilisce che il moto di un sistema fisico fra due istanti dello spazio delle configurazioni è tale che l'azione sia stazionaria in corrispondenza della traiettoria del moto per piccole perturbazioni dello stesso, ovvero:<ref>{{Cita|Landau, Lifshits|Pag. 88|Landau}}.</ref>
 
:<math>\delta \mathcal{S} = \delta \int \left( -mc \, ds - {e \over c}A_i dx^i \right) = -\int_a^b \left( mc \, \frac{dx_i d \delta x^i}{ds} + {e \over c}A_i d \delta x^i + {e \over c} \delta A_i d x^i \right)=0</math>
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:<math> mc {du_i \over ds} - {e \over c} F_{ik} u_k = 0</math>
 
che è l'[[forza di Lorentz|equazione del moto]] per una particella carica in un campo elettromagnetico.<ref>{{Cita|Landau, Lifshits|Pag. 89|Landau}}.</ref>
 
===Equazione del moto===
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:<math> \frac{d p^\alpha}{d \tau} = e u_\beta F^{\alpha \beta} </math>
 
dove <math>p^\alpha</math> è il [[quadrimpulso]] e <math>\tau</math> è il [[tempo proprio]] della particella. Il tensore <math>F^{\alpha \beta} </math> è il [[tensore elettromagnetico]] contravariante e <math>u</math> è la [[quadrivelocità]] della particella. L'equazione può anche essere scritta come:<ref>{{Cita|Jackson|Pag. 580|Jackson}}.</ref>
 
:<math> \frac{d u^\alpha}{d \tau} = \frac{e}{mc} F^{\alpha \beta}u_\beta </math>
 
Raggruppando le tre equazioni spaziali si ha, esplicitamente:<ref>{{Cita|Jackson|Pag. 579|Jackson}}.</ref>
 
:<math> \frac{d \mathbf{p} }{d \tau} = e \gamma\left( \mathbf{E} + \mathbf{u} \times \mathbf{B} \right) \qquad \frac{d \mathbf{p} }{d t} = e \left( \mathbf{E} + \frac{\mathbf u}{c} \times \mathbf{B} \right) \qquad \gamma = \left(\sqrt {1 - \beta^2} \right)^{-1}</math>
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== Sorgenti variabili nel tempo ==
{{vedi anche|Potenziali ritardati|Equazioni di Jefimenko}}
I potenziali ritardati descrivono i potenziali nel caso in cui distribuzione di carica e corrente presente, sorgente del campo, sia variabile nel tempo. Si tratta delle espressioni dei potenziali utilizzata quando non è possibile utilizzare l'approssimazione secondo cui la propagazione dell'[[interazione elettromagnetica]] sia istantanea. Ponendo di trovarsi nel vuoto, nel [[gauge di Lorenz]] i potenziali ritardati assumono la forma:<ref>{{Cita|Mencuccini, Silvestrini|Pag. 506|mencuccini}}.</ref>
 
:<math> \phi (\mathbf x, t)= \frac {1}{4\pi \varepsilon_0} \int \frac {\rho (\mathbf x_0, t_r)} {|\mathbf x - \mathbf x_0|} d^3 x_0</math>
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:<math>\quad\nabla^2\mathbf{B}-\frac{1}{c^2}\frac{\partial^2 \mathbf{B}}{\partial t^2} = -\mu_0 \nabla \times \mathbf{J}</math>
 
La soluzione al tempo ritardato fornisce l'espressione preliminare per i campi:<ref>{{Cita|Jackson|Pag. 246|Jackson}}.</ref>
 
:<math>\mathbf{E}(\mathbf{x},t)=\frac {1}{4 \pi \varepsilon_0} \int \frac {1} {|\mathbf x - \mathbf x_0|} \left[ -\nabla' \rho -\frac{1}{c^2}\frac{\partial \mathbf{J}}{\partial t} \right]_{t=t_r} d^3 x'</math>
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:<math>\mathbf{B}(\mathbf{x},t)=\frac {\mu_0}{4 \pi} \int \frac {1} {|\mathbf x - \mathbf x_0|} \left[ \nabla' \times \mathbf{J} \right]_{t=t_r} d^3 x'</math>
 
la cui scrittura esplicita è fornita dalle [[equazioni di Jefimenko]]:<ref>{{Cita|Jackson|Pag. 247|Jackson}}.</ref>
 
:<math>\mathbf{E}(\mathbf{x}, t) = \frac{1}{4 \pi \varepsilon_0} \int \left[ \left(\frac{\rho(\mathbf{x}_0, t_r)}{|\mathbf{x}-\mathbf{x}_0|^3} + \frac{1}{|\mathbf{x}-\mathbf{x}_0|^2 c}\frac{\partial \rho(\mathbf{x}_0, t_r)}{\partial t}\right)(\mathbf{x}-\mathbf{x}_0) - \frac{1}{|\mathbf{x}-\mathbf{x}_0| c^2}\frac{\partial \mathbf{J}(\mathbf{x}_0, t_r)}{\partial t} \right] \mathrm{d}^3 x</math>
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I potenziali di Liénard-Wiechert descrivono il campo elettromagnetico generato da una carica in moto a partire dai [[Quadripotenziale|potenziali]] del campo. Costruiti direttamente a partire dalle [[equazioni di Maxwell]], i potenziali forniscono una caratterizzazione generale e [[relatività ristretta|relativistica]] del campo variabile nel tempo generato da una carica in moto.
 
Il potenziale elettromagnetico <math>A^{\alpha}(x)=(\varphi,\mathbf{A})</math> generato nel punto <math>x=(x_0,\mathbf{x})</math> da una sorgente puntiforme di carica in moto <math>e</math> è dato da:<ref>{{Cita|Jackson|Pag. 662|Jackson}}.</ref>
 
:<math>A^{\alpha}(x) = \frac{eV^{\alpha}(\tau=\tau_0)}{V \cdot [x - r(\tau=\tau_0)]} \qquad x_0 > r_0(\tau_0)</math>
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:<math>V \cdot(x-r)=\gamma c(x_0-r_0(\tau_0))-\mathbf{v}_s \cdot(\mathbf{x} - \mathbf{r}_s(\tau_0))= \gamma c |\mathbf{x} - \mathbf{r}_s(\tau_0)|(1 - \mathbf \beta \cdot \mathbf{n})</math>
 
con <math>\mathbf{n}</math> vettore unitario che ha la direzione di <math>\mathbf{x} - \mathbf{r}_s(\tau)</math>. Si ottiene in questo modo una forma equivalente, ma non covariante, del [[potenziale elettrico]] <math>\varphi</math> e del [[potenziale magnetico]] <math>\mathbf{A}</math> generati da una sorgente puntiforme di carica in moto:<ref>{{Cita|Jackson|Pag. 663|Jackson}}.</ref>
 
:<math>\varphi(\mathbf{x}, t) = \frac{1}{4 \pi \varepsilon_0} \left(\frac{e}{(1 - \mathbf{n} \cdot \mathbf{\beta})|\mathbf{x} - \mathbf{r}_s(\tau)|} \right)_{\tau = \tau_0} \qquad \mathbf{A}(\mathbf{x},t) = \frac{\mu_0c}{4 \pi} \left(\frac{e \mathbf{\beta}}{(1 - \mathbf{n} \cdot \mathbf{\beta})|\mathbf{x} - \mathbf{r}_s(\tau)|} \right)_{\tau = \tau_0} = \frac{\mathbf{\beta}(\tau = \tau_0)}{c} \varphi(\mathbf{x}, t)</math>
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:<math>\mathbf{E}(\mathbf{x}, t) = \frac{1}{4 \pi \varepsilon_0} \left(\frac{q(\mathbf{n} - \mathbf{\beta})}{\gamma^2 (1 - \mathbf{n} \cdot \mathbf{\beta})^3 |\mathbf{x} - \mathbf{r}_s(\tau)|^2} + \frac{q \mathbf{n} \times \big((\mathbf{n} - \mathbf{\beta}) \times \dot{\mathbf{\beta}}\big)}{c(1 - \mathbf{n} \cdot \mathbf{\beta})^3 |\mathbf{x} - \mathbf{r}_s(\tau)|} \right)_{\tau = \tau_0}</math>
 
e per il campo magnetico:<ref>{{Cita|Jackson|Pag. 664|Jackson}}.</ref>
 
:<math>\mathbf{B}(\mathbf{x}, t) = \frac{\mu_0}{4 \pi} \left(\frac{q c(\mathbf{\beta} \times \mathbf{n})}{\gamma^2 (1-\mathbf{n} \cdot \mathbf{\beta})^3 |\mathbf{x} - \mathbf{r}_s(\tau)|^2} + \frac{q \mathbf{n} \times \Big(\mathbf{n} \times \big((\mathbf{n} - \mathbf{\beta}) \times \dot{\mathbf{\beta}}\big) \Big)}{(1 - \mathbf{n} \cdot \mathbf{\beta})^3 |\mathbf{x} - \mathbf{r}_s(\tau)|} \right)_{\tau = \tau_0} = \frac{\mathbf{n}(\tau = \tau_0)}{c} \times \mathbf{E}(\mathbf{x}, t)</math>
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===Equazione di Larmor===
{{vedi anche|Equazione di Larmor|Radiazione di sincrotrone}}
Se si trascura il campo di Coulomb generalizzato, la componente radiale del [[vettore di Poynting]], risultante dall'espressione di Liénard–Wiechert dei campi, è data da:<ref>{{Cita|Jackson|Pag. 668|Jackson}}.</ref>
 
:<math>[\mathbf{S\cdot}\hat{\mathbf{n}}]_{\tau = \tau_0} = \frac{q^2}{16\pi^2\varepsilon_0 c}\left\{\frac{1}{R^2}\left|\frac{\hat{\mathbf{n}}\times[(\hat{\mathbf{n}}-\vec{\beta})\times\dot{\vec{\beta}}]}{(1-\vec{\beta}\mathbf{\cdot}\hat{\mathbf{n}})^3}\right|^2\right\}</math>
Riga 330:
:<math>\frac{\mathrm{d}P}{\mathrm{d}\mathit{\Omega}} = \frac{q^2}{16\pi^2\varepsilon_0c}\,\frac{|\hat{\mathbf{n}}(t')\times\{[\hat{\mathbf{n}}(t')-\vec{\beta}(t')]\times\dot{\vec{\beta}}(t')\}|^2}{[1-\vec{\beta}(t')\mathbf{\cdot}\vec{\mathbf{n}}(t')]^5}</math>
 
Integrando tale espressione su tutto l'angolo solido si ottiene la generalizzazione relativistica della formula di Larmor:<ref>{{Cita|Jackson|Pag. 666|Jackson}}.</ref>
:<math>P=\frac{e^2}{6\pi \varepsilon _0 c}\gamma ^6
\left [ \left | \dot{\vec{\beta }} \right |^2
Riga 336:
</math>
 
Nel limite relativistico per velocità prossime alla [[velocità della luce]], in cui <math>\gamma>>1</math>, la distribuzione angolare può approssimativamente essere scritta come:<ref>{{Cita|Jackson|Pag. 671|Jackson}}.</ref>
 
:<math>\frac{\mathrm{d}P}{\mathrm{d}\mathit{\Omega}} \simeq \frac{2}{\pi}\frac{e^2}{c^3}\gamma^6\frac{|\dot{\mathbf v}|^2}{(1+\gamma^2\theta^2)^3}\left[1-\frac{4\gamma^2\theta^2\cos^2\phi}{(1+\gamma^2\theta^2)^2}\right]</math>