Euristica: differenze tra le versioni

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L''''euristica''' (dalla [[lingua greca]] εὑρίσκω, letteralmente "scopro" o "trovo") è una parte dell'[[epistemologia]] e del [[metodo scientifico]] nella [[ricerca scientifica|ricerca]] che si occupa di favorire l'accesso a nuovi sviluppi teorici, nuove scoperte empiriche e nuove tecnologie.
 
Si definisce, infatti, ''procedimento euristico'', un metodo di approccio alla soluzione dei [[problema|problemi]] che non segue un chiaro percorso, ma che si affida all'[[Intuizione|intuito]] e allo stato temporaneo delle circostanze, al fine di generare nuova conoscenza. In particolare, l'euristica di una teoria dovrebbe indicare le strade e le possibilità da approfondire nel tentativo di rendere la teoria "progressiva", in grado, cioè, di garantirsi uno sviluppo [[empirismo|empirico]] tale da prevedere fatti nuovi non noti al momento dell'elaborazione del nocciolo della teoria.
 
Storicamente l'euristica è stata confusa per molti secoli con la giustificazione delle scoperte empiriche; infatti, ancora con l'elaborazione teorica di [[Francesco Bacone|Francis Bacon]], lo sviluppo delle scienze veniva indicato con la possibilità di un elaborato teorico di sopravvivere al "vaglio negativo dell'esperienza". Nella sostanza, si riteneva che una teoria scientifica dovesse essere in grado di produrre [[ipotesi]] che potessero poi essere confermate o respinte dagli esperimenti. È facile vedere come questa concezione tendesse a fornire un criterio che giustificasse [[a posteriori]] le nuove scoperte, ma che non indicava strade concrete né operative per conseguirle. Nel corso del [[XX secolo]] il dibattito sulla [[Problema della demarcazione|teoria della demarcazione]] ha portato a distinguere più nettamente questi due aspetti; tuttavia, proprio questa distinzione ha portato la maggior parte del mondo scientifico a rinunciare all'elaborazione di un'unica teoria dell'euristica.