Maria Clotilde di Savoia: differenze tra le versioni

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La [[Eucaristia|Comunione]] le fu amministrata, insieme alla [[Cresima]], l'11 giugno 1853 nella chiesa parrocchiale di [[Stupinigi]] da monsignor [[Andrea Charvaz]], [[arcivescovo di Genova]]. Nella stessa celebrazione i medesimi sacramenti vennero amministrati anche al fratello Umberto.<ref>C. Tessaro, cit., p. 33</ref>
 
[[File:Their-royal-highnesses.jpg|thumb|Maria Clotilde e [[Maria Pia di Savoia]] fanno visita alla romba della [[Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena|madre]]]]
Clotilde dovette presto sperimentare oltremisura le mortificazioni promesse nell'intimo dei suoi pensieri: alle rinunce quotidiane si affiancarono, nel 1855, quattro lutti. Il 12 gennaio morì la nonna Maria Teresa. La sera del 16, giorno dei funerali, la madre [[Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena]] fu costretta a letto. La malattia contratta, il [[tifo]], la portò rapidamente alla morte, avvenuta il 20, due giorni dopo che la figlia aveva avuto modo di salutarla per l'ultima volta.<ref>« Non dimenticherò mai per tutto il tempo della mia vita quella camera. Mamma coricata e le sue ultime parole le sento ancora risuonarmi all'orecchio », scrisse all'epoca nel suo diario la dodicenne Clotilde; cfr. M. M. Favero, cit., p. 22</ref> Il decesso dello zio Eugenio, l'11 febbraio, e la perdita in maggio del fratellino Vittorio Emanuele completarono il triste quadro.<ref>Per tutto il paragrafo cfr. C. Tessaro, pp. 38-41</ref>
 
La principessa affrontò il dolore con le armi della fede, che andò fortificando, come si evince da quanto scrisse nel diario, nelle lettere del tempo e, molti anni più tardi, nelle sue memorie. Continuò quindi la propria formazione spirituale, accompagnata dal monsignore [[domenicano]] [[Giovanni Tommaso Ghilardi]], [[Diocesi di Mondovì|vescovo di Mondovì]], dal [[barnabita]] Cesare Lolli e dall'abate Stanislao Gazzelli.<ref>C. Tessaro, cit., pp. 41-43</ref>