Guido Bodrato: differenze tra le versioni

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|prefisso onorifico =
|suffisso onorifico =
|partito = [[Democrazia Cristiana]] <small>(fino al 1994)</small><br/>[[Partito Popolare Italiano (1994)|PPI]] <small>(1994-2002)</small><br/>[[Democrazia è Libertà - La Margherita|DL]] <small>(2002-2007)</small>
|partito =
[[Democrazia Cristiana]]|tendenza =
|titolo di studio =
Laurea in giurisprudenza|alma mater =
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|mandatofine5 = [[2004]]
|legislatura5 = [[Membri italiani del Parlamento europeo della V legislatura|V]]
|gruppo parlamentare5 =
}}
{{Bio
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Ha ricoperto l'incarico di [[Ministri della pubblica istruzione della Repubblica Italiana|Ministro della pubblica istruzione]] dal [[1980]] al [[1982]] (nei governi Forlani I e Spadolini I e II); dal [[1982]] al [[1983]] è stato [[Ministri del bilancio e della programmazione economica della Repubblica Italiana|Ministro del bilancio e della programmazione economica]] nel V governo Fanfani. Dopo l'esperienza di vicesegretario unico della Democrazia Cristiana (dapprima con la segreteria De Mita e poi con quella Forlani, ai tempi della quale ha contrastato in particolare la [[legge Mammì]] sul sistema radiotelevisivo), è rientrato al governo (Andreotti VII, dal [[1991]] al [[1992]]) come [[Ministri dell'industria e del commercio della Repubblica Italiana|Ministro dell'industria e commercio]]. Commissario della DC a Milano all'epoca della bufera di Tangentopoli, ha sostenuto il rinnovamento voluto dalla segreteria Martinazzoli e ha appoggiato il passaggio al [[Partito Popolare Italiano (1994)|Partito Popolare Italiano]].
 
Dall'ottobre [[1995]] al [[1999]] è stato direttore politico del quotidiano ''[[Il Popolo]]''. Nel 1999 è stato capolista dei Popolari alle elezioni europee nella circoscrizione nord-ovest ed è stato eletto europarlamentare con oltre 40.000 preferenze. Al Parlamento europeo è stato il capodelegazione dei Democratico Cristiani Italiani nel [[Partito Popolare Europeo]] e tra i fondatori, insieme al francese [[François Bayrou]], del ''Gruppo Schuman''. Con i popolari francesi, catalani e belgi, ha deciso nel 2004 l'uscita dei democristiani dal PpePPE, ritenendo impossibile il connubio con i conservatori.
 
==Opere==