Piedimonte Matese: differenze tra le versioni

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|titolo = Il conflitto Piedimonte - Vallata
|dim-testo =
|contenuto =Piedimonte attualmente ha un centro storico unitario, formatosi in secoli di espansione edilizia. Fino al XIX secolo però era ancora evidente la divisione dell'abitato nei due borghi di Piedimonte (sviluppatosi dal rione di S. Giovanni) e Vallata, che ebbero attriti notevoli nei secoli passati. Gli scontri cominciarono nel '500 quando Vallata, aumentata di popolazione, cominciò a chiedere più diritti e di essere meglio rappresentata nel consiglio civico dove aveva solo sei deputati contro i dodici dell'altro borgo. Mancando proposte conciliative, Vallata tentò per due volte di separarsi creando una [[universitas]] autonoma nel 1565 e nel 1584 ma i due tentativi finirono nel vuoto. Nel corso del XVII secolo non mancarono episodi eclatanti di scontro, come quando nel 1643 i canonici e il popolo di Vallata si rifiutarono di riconoscere San Marcellino nuovo patrono di Piedimonte. Ulteriori controversie nacquero su altre questioni ecclesiastiche come quella riguardante il diritto di precedenza a suonare le campane durante il sabato santo. Nel 1691 furono addirittura schierati i gendarmi davanti alla chiesa dell'Annunziata per evitare di far suonare le campane prima della chiesa di S. Maria Maggiore; nacque un tumulto al quale seguirono i ricorsi alla Congregazione per i Riti. Altro tentativo di scissione si ebbe intorno al 1735 quando i cittadini di Piedimonte risposero che Vallata e gli altri casali di Piedimonte "non fanno città separata, ma son parte del corpo più nobile e più degno, quale è Piedimonte". Nel 1749, dopo un altro tentativo di ottenere pari diritti, 302 vallatani scrissero una supplica al re per chiedere la separazione. Il principe Antonio Gaetani e il parlamento della città risposero che Vallata era diventata una parte integrante di Piedimonte, un quartiere, e non poteva staccarsi come gli altri casali. La domanda fu rigettata ma riproposta pochi anni dopo fino a quando finalmente si conciliarono finalmente le parti: Vallata riuscì ad ottenere lo stesso numero di deputati di Piedimonte e si decise di alternare ogni anno la sede delle riunioni consiliari nei due borghi.<ref>{{cita|Marrocco (1980)|pp. 125-130}}.</ref>La pace fu sancita anche dalla proclamazione nel 1764 della Madonna Immacolata, patrona di Vallata, a protettrice dell'intera città assieme a San Marcellino.<ref name="Martini">{{cita|Martini|p. 7}}.</ref>
}}
Dal 1561 cominciarono a risiedere a Piedimonte i [[Diocesi di Alife-Caiazzo|vescovi di Alife]].<ref>{{cita|Marrocco (1980)|p. 223}}.</ref>