Carlo Felice di Savoia: differenze tra le versioni

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{{Citazione|Il nuovo re Carlo Felice diede corso alla reazione con arbitrari metodi repressivi, mediante commissioni straordinarie per giudicare i ribelli e giunte d'inquisizione politica per l'epurazione dell'esercito e della burocrazia”|G. Astuti, ''Gli ordinamenti giuridici degli Stati sabaudi'', p.544.}}
 
[[File:Colonne Charles Félix.jpg|thumb|Colonna di Carlo Felice di Savoia a [[Bonneville]]. È alta 44 metri ed è stata costruita nel [[1826]] in onore del Re di Sardegna che aveva provveduto al contenimento dell'[[Arve]]]]
Infatti, il sovrano istituì tre differenti giurisdizioni: un tribunale misto di militari e civili con il nome di Regia Delegazione e con attribuzioni penali, una Commissione militare per indagare sulla condotta degli ufficiali e dei sottufficiali, e una Commissione di scrutinio per indagare sulla condotta di tutti gli impiegati del Regno.
 
[[File:Colonne Charles Félix.jpg|thumb|Colonna di Carlo Felice di Savoia a [[Bonneville]]. È alta 44 metri ed è stata costruita nel [[1826]] in onore del Re di Sardegna che aveva provveduto al contenimento dell'[[Arve]]]]
La Regia Delegazione emise, dal 7 maggio al primo ottobre, 71 condanne a morte, 5 condanne alla galera perpetua, 20 a pene tra i 5 e i 20 anni. Dopo il suo scioglimento, i Senati pronunciarono altre 24 condanne a morte, altre 5 all'ergastolo, e 12 a detenzioni da 15 a 20 anni. La Commissione militare alla fine di ottobre aveva destituito 627 ufficiali<ref name= Testedistoria />.
 
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Infatti, anche per le istruzioni del ministro degli Interni, conte [[Gaspard-Jerome Roget, conte di Cholex|Roget de Cholex]], fu chiusa l'[[università di Torino]] e molti professori subirono severe ammonizioni anche perché, scrisse il Sovrano in una lettera al fratello, Vittorio Emanuele (9 maggio [[1822]]): "Tutti quelli che hanno studiato all'Università sono del tutto corrotti: i professori sono da detestare, ma non c'è modo di sostituirli perché tutti coloro che sanno qualcosa non valgono più di loro. Insomma, i cattivi sono tutti istruiti e i buoni sono tutti ignoranti".<ref>Corrado Vivanti, Età Contemporanea, p. 41.</ref>.
 
[[File:Giorgio Des Geneys.jpg|thumb|Il governatore di [[Genova]], ammiraglio [[Giorgio Des Geneys]]]]
In ogni caso, sebbene al clima plumbeo instaurato<ref>{{Cita|Perrero|pp. 288-293}}.</ref> si accompagnasse l'abitudine alla delazione, e la diversità di idee politiche divenne pretesto a vendette private generando forti lacerazioni sociali e familiari<ref>Rosario Romeo, ''Dal Piemonte sabaudo all'Italia liberale''. Torino, Einaudi, 1963, p.33</ref>, le autorità regie, specie il governatore di [[Genova]], ammiraglio [[Giorgio Des Geneys]], non ostacolarono affatto la fuga nei compromessi tanto che furono solo due le condanne a morte effettivamente eseguite<ref name="Cita|Montanelli|p. 344">{{Cita|Montanelli|p. 344}}.</ref>.
 
Inoltre, da un rapporto del [[conte]] di [[Agliè]] risulta che Carlo Felice non smise mai di passare segretamente dei sussidi agli esuli che aveva fatto condannare in contumacia e [[Angelo Brofferio|Brofferio]] attesta che, quando il re seppe che uno di questi sussidi andava ai congiunti di uno dei due patrioti che il tribunale aveva fatto giustiziare nel [[1821]], raddoppiò la somma<ref>{{Cita|Montanelli|p. 351}}.</ref>.