Carlo Felice di Savoia: differenze tra le versioni

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|successore1 =
|nome completo=Carlo Felice Giuseppe Maria di Savoia
|altrititoli=[[Duca di Savoia]]<br />[[Principe di Piemonte]]<br />[[Conte d'Aosta]]<br />[[Conte]] della [[Moriana]]<br />[[Conte]] di [[Nizza]]<br />[[Conti di Ginevra|Duca del Genevese]]<br />[[Marchese]] di [[Susa (Italia)|Susa]]<br />[[Savoia-Genova|Duca di Genova]]<br />Custode della [[Sindone di Torino|Sacra Sindone]]
|luogo di nascita=[[Torino]]
|data di nascita=6 aprile [[1765]]
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=== Campagna d'Italia ===
[[File:1765 Carlo Felice.jpg|thumb|Carlo Felice in una [[stampa]] dell'epoca]]
Scoppiata la guerra con la [[Francia]], pur avendo ricevuto una certa educazione militare, Carlo Felice non si distinse, tuttavia, né come soldato né come trascinatore: infatti, nel [[1792]], dopo l'occupazione francese del ducato di Savoia e del contado di Nizza, seguì le truppe a [[Saluzzo]], e nel [[1793]] accompagnò il padre (che in concomitanza con gli [[Austriaci]] del generale [[J. De Vins]] dirigeva le operazioni per la riconquista di [[Nizza]] e [[Savoia (regione)|Savoia]]) nella [[Valle di Susa]], a [[Pinerolo]], a [[Cuneo]] e a [[Tenda (Francia)|Tenda]].
 
In ogni caso, il principe si mantenne assai distante dal fronte: l'8 settembre seguì il combattimento del colle di [[Rauss]], nella primavera del [[1794]], dopo aver raggiunto ad [[Aosta]] il fratello [[duca del Monferrato]], si diresse, accompagnato dal fratello, [[Conte]] di [[Moriana]], a [[Morgex]] allo scopo di riconquistare alcune posizioni di rilevante importanza strategica ma non ottenne alcun risultato<ref>S. Costa di Beauregard, Unhomme d'autrefois, Paris 1877, p. 274</ref>.
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Ciononostante, il re non fu del tutto insensibile alle esigenze di riforme e certamente si distinse nella difesa dello stato piemontese dalle ingerenze pontificie o straniere.
 
Infatti, limitò i privilegi e le esenzioni della [[Chiesa cattolica|Chiesa]] che apparivano lesivi dell'autorità dello Stato: abolì (quasi completamente) il diritto d'asilo nei luoghi sacri, ammise la citazione degli ecclesiastici come testimoni davanti ai tribunali laici ed impose il visto civile per catechismi, pastorali, libri sacri.
 
[[File:Pope Leo XII.PNG|thumb|[[Papa Leone XII]]]]
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Importante fu, inoltre, l'attività di riforma legislativa che ebbe le sue origini con l'Editto del 16 luglio [[1822]] per il riordino delle ipoteche, del 27 agosto 1822, che unificò il diritto penale militare, e del 27 settembre 1822 per la riforma del sistema giudiziario e che si concluse con le ''Leggi civili e criminali pel Regno di Sardegna'', 16 gennaio [[1827]], che sostituivano le normative per il [[regno di Sardegna]] ormai datate alla [[Carta de Logu]].
 
{{Citazione|Carlo Felice, come ogni uomo della Restaurazione, che comprende a un tempo sia i reazionari sia gli innovatori, ha maturato molteplici esperienze e appare oscillante tra l'aperto richiamo al dispotismo settecentesco, il cui sbocco era lo stato napoleonico, e suggestioni storicistiche, peraltro, in [[Italia]], scarsamente fortunate... Da un lato si è in presenza di un tipico sforzo di aggiornamento dell'[[assolutismo monarchico|assolutismo]] dinastico, dall'altro, si attua una recezione sostanziale della normativa francese, seppure con eccezioni e modificazioni”|E. Genta, Eclettismo giuridico della Restaurazione, pp.357-362.}}
 
Infatti, se Vittorio Emanuele aveva attuato una rigida controrivoluzione abrogando acriticamente tutte le disposizioni compiute dai francesi dopo la abdicazione di [[Carlo Emanuele IV di Savoia|Carlo Emanuele IV]], lo stato, tuttavia, non poteva rimanere sordo alle voci della maggioranza dei suoi sudditi i quali chiedevano leggi conformi alla ragione e alle esigenze dei tempi. Si poneva, quindi, la necessità di una qualche riforma che colmasse le lacune<ref>F. Sclopis, ''Storia della legislazione italiana dall'epoca della [[Rivoluzione francese]], [[1789]], a quella delle Riforme italiane, 1847'', p.206.</ref>.
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Pur afflitto da difficoltà economico-finanziarie e caratterizzato da un rigido protezionismo, il regno di Carlo Felice non fu privo di iniziative nel campo dei servizi e delle opere pubbliche.
 
Infatti, fu potenziata la rete delle infrastrutture grazie alla costruzione della strada tra [[Cagliari]] e [[Porto Torres]], oggi [[Strada statale 131 Carlo Felice]] e della [[Genova]]-[[Nizza]] oltre che ai ponti sul [[Bormida]] e sul [[Ticino (fiume)|Ticino]] (quest'ultimo completato nel [[1828]]).
 
Importanti furono gli interventi edilizi cittadini: il porto di Nizza fu ampiamente restaurato, Genova ottenne il teatro, intitolato a [[Teatro Carlo Felice|Carlo Felice]], mentre [[Torino]] poté vantare un imponente progetto di sistemazione urbanistica di cui è esempio il ponte sulla [[Dora]], piazza Carlo Felice, canali sotterranei, i portici di piazza Castello e diversi sobborghi.