Vittorio Emanuele II di Savoia: differenze tra le versioni

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Il nuovo re [[Carlo Felice di Savoia|Carlo Felice]], che non amò mai Carlo Alberto, gli fece però ben presto pervenire un ordine di trasferimento in Toscana, completamente fuori dal Regno. Avvenne così la partenza per [[Firenze]], capitale del granducato retto dal nonno materno di Vittorio, [[Ferdinando III di Toscana|Ferdinando III]]. Nel capoluogo toscano venne affidato al precettore [[Giuseppe Dabormida]], che educò i figli di Carlo Alberto a una disciplina militaresca.
 
 
[[File:Queen Maria Theresa of Sardinia with her two sons in 1832 by Ferdinando Cavalleri.jpg|thumb|Vittorio Emanuele da bambino con la madre [[Maria Teresa di Toscana]] e il fratello [[Ferdinando di Savoia-Genova (1822-1855)|Ferdinando]].]]
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Gli sforzi dei dotti precettori ebbero, però, scarso effetto sulla refrattarietà agli studi di Vittorio Emanuele che di gran lunga preferiva dedicarsi ai cavalli, alla caccia e alla sciabola, oltre che all'[[escursionismo]] in montagna (il 27 luglio 1838 Vittorio Emanuele salì in vetta al [[Rocciamelone]]<ref>''Rivista delle Alpi degli Appennini e vulcani'', C.T. Cimino, 1866</ref>), rifuggendo la grammatica, la matematica, la storia e qualunque altra materia che richiedesse lo studio o anche la semplice lettura. I risultati erano così scarsi che un giorno — non aveva che dieci anni — il padre lo convocò davanti a un notaio facendogli prendere solenne impegno, con tanto di carta bollata, di praticare maggiormente lo studio. Non gli fece mai una carezza. Solo due volte al giorno gli dava la mano da baciare dicendo: ''C'est bon''. E per saggiarne la maturità, gli ingiungeva di rispondere per iscritto a quesiti di questo tipo: "Può un Principe prendere parti a contratti di compra-vendita di cavalli?".
 
[[File:Nice,musée Masséna083b Victor-Emmanuel II de Savoie-Carignan,détail.jpg|thumb|Vittorio Emanuele in abbigliamento militare]]
Vittorio promise e non mantenne. Difatti i risultati non migliorarono che di poco, e lo si vede dalle lettere autografe che scrisse nel corso della sua vita e che rappresentano un vero e proprio insulto alla sintassi e alla grammatica; le uniche materie nelle quali aveva un certo profitto erano la calligrafia e il regolamento militare. Viceversa, era talmente privo di orecchio e allergico a ogni senso musicale che dovette fare degli studi apposta per imparare a dare i comandi perché stonava anche in quelli.