Vittorio Emanuele II di Savoia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
LCeccoli (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica da mobile Modifica da applicazione mobile Modifica da applicazione iOS
LCeccoli (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica da mobile Modifica da applicazione mobile Modifica da applicazione iOS
Riga 247:
{{Citazione|Il 17 marzo 1861 il Parlamento subalpino proclamò Vittorio Emanuele non già re degli Italiani ma «re d'Italia per grazia di Dio e volontà della nazione». Secondo non primo (come avrebbe dovuto dirsi) a sottolineare la continuità con il passato, vale a dire il carattere annessionistico della formazione del nuovo Stato, nient'altro che un allargamento degli antichi confini, «una conquista regia» come polemicamente si disse. Che era anche il modo di far intendere agli Italiani che l'Italia si era fatta ad opera della casa Savoia, e che essa si poneva come garante dell'ordine e della stabilità sociale.<ref>Antonio Desideri, ''Storia e storiografia'', vol.II, Casa editrice G. D'Anna, Messina-Firenze, 1979, p.754</ref>}}
 
Altri storici osservano che il mantenimento della numerazione era conforme alla tradizione della dinastia sabauda, come accadde ad esempio con [[Vittorio Amedeo II di Savoia|Vittorio Amedeo II]] che continuò a chiamarsi così anche dopo aver ottenuto il titolo regio (prima di [[Sicilia]] e poi di [[Sardegna]]).
 
=== Roma capitale e ultimi anni ===