Vittorio Emanuele II di Savoia: differenze tra le versioni

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==== Morte ====
[[File:LaFunerali Tomba del Redi Vittorio Emanuele II - DSC09277.JPGjpg|thumb|upright=1.4|LaI [[Tomba]]funerali di Vittorio Emanuele II - Padre della Patria si trova nel [[Pantheon (Roma)|Pantheon1878]] a [[Roma]].]]
A fine dicembre dell'anno 1877 Vittorio Emanuele II, amante della caccia ma delicato di polmoni, passò una notte all'addiaccio presso il lago nella sua tenuta di caccia laziale; l'umidità di quell'ambiente gli risultò fatale.<ref>''I Savoia: mille anni di dinastia: storia, biografia e costume'', Franco Barbini, Margherita Giai, Giunti editore, 2002</ref> Secondo altri storici le febbri che portarono alla morte Vittorio Emanuele erano invece [[malaria|febbri malariche]], contratte proprio andando a caccia nelle zone paludose del Lazio.<ref>Vittorio Messori e Giovanni Cazzullo, ''Il Mistero di Torino'', Milano, Mondadori, 2005, ISBN 88-04-52070-1. p. 236</ref>
 
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La commozione che investì il Regno fu unanime e i titoli dei giornali la espressero facendo uso della retorica tipica del periodo; Il Piccolo di Napoli titolò "È morto il più valoroso dei Maccabei, è morto il leone di Israele, è morto il Veltro dantesco, è morta la provvidenza della nostra casa. Piangete, o cento città d'Italia! piangete a singhiozzo, o cittadini!". "Chi sapeva, o gran re, di amarti tanto?" scrisse il poeta romano [[Fabio Nannarelli]]; perfino [[Felice Cavallotti]], co-fondatore dell'[[Estrema sinistra storica]] espresse il proprio cordoglio al nuovo re Umberto I. Tutta la stampa, compresa quella straniera, fu unanime nel cordoglio (ma giornali austriaci Neue Freie Presse e il Morgen Post non si unirono, com'era prevedibile, al lutto). [[L'Osservatore Romano]] scrisse: "Il re ha ricevuto i Santi Sacramenti dichiarando di domandare perdono al Papa dei torti di cui si era reso responsabile". L'[[Agenzia Stefani]] smentì immediatamente, ma la [[Curia romana|Curia]] smentì la smentita: la stampa laica insorse giungendo ad appellare Pio IX "avvoltoio" e accusandolo di "infame speculazione sul segreto confessionale"; quella che avrebbe potuto essere un'occasione di distensione si produsse, così, in un'ennesima polemica.<ref name="ReferenceA"/>
 
[[File:La Tomba del Re Vittorio Emanuele II - DSC09277.JPG|thumb|upright=1.4|La [[Tomba]] di Vittorio Emanuele II - [[pater Patriae|Padre della Patria]] si trova nel [[Pantheon (Roma)|Pantheon]] a [[Roma]].]]
Vittorio Emanuele II aveva espresso il desiderio che il suo feretro fosse tumulato in Piemonte, nella [[Basilica di Superga]], ma [[Umberto I di Savoia|Umberto I]], accondiscendendo alle richieste del [[Comune di Roma]], approvò che la salma rimanesse in città, nel [[Pantheon (Roma)|Pantheon]], nella seconda cappella a destra di chi entra, adiacente cioè a quella con l<nowiki>'</nowiki>''Annunciazione'' di [[Melozzo da Forlì]]. La sua tomba divenne la meta di pellegrinaggi di centinaia di migliaia di italiani, provenienti da tutte le regioni del Regno, per rendere omaggio al re che aveva unificato l'Italia. Si calcola che più di 200.000 persone abbiano preso parte ai [[funerali di Stato]].<ref>[[Alfredo Comandini]], ''L'Italia nei cento anni del secolo XIX (1801-1900)'', 17 gennaio 1878, A. Vallardi, 1907</ref>
Stendendo il proclama alla nazione, Umberto I (che adottò il numerale I anziché IV, che avrebbe dovuto mantenere secondo la numerazione sabauda), così si espresse: