Meccanica quantistica: differenze tra le versioni

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La base della struttura interna dell'atomo fu invece posta con le scoperte dell'[[elettrone]] nel 1874 da parte di [[George Johnstone Stoney|George Stoney]], e del [[nucleo atomico|nucleo]] da parte di [[Ernest Rutherford|Rutherford]]. In base al modello di Rutherford, in un atomo un nucleo centrale a carica positiva agisce sugli elettroni negativi in modo analogo a quello con cui il [[Sole]] agisce sui [[pianeti]] del [[sistema solare]]. Tuttavia le emissioni elettromagnetiche previste dalla teoria di Maxwell per cariche elettriche in moto accelerato avrebbero avuto una grande intensità portando l'atomo a collassare in pochi istanti, contrariamente alla stabilità di tutta la materia osservata<ref>{{cita web|url=http://www.kutl.kyushu-u.ac.jp/seminar/MicroWorld1_E/Part4_E/P41_E/defect_classic_theory_E.htm|titolo=The Difficulty of the Rutherford Model of the Nuclear Atom|accesso=20 settembre 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121115131950/http://www.kutl.kyushu-u.ac.jp/seminar/MicroWorld1_E/Part4_E/P41_E/defect_classic_theory_E.htm|dataarchivio=15 novembre 2012}}</ref>.
 
[[File:Black_body_realization.svg|upright|thumb|left|Un [[corpo nero]], oggetto in grado di assorbire tutta la [[radiazione]] incidente, può essere idealizzato come una cavità nera con un piccolo foro. Secondo la previsione classica, questo corpo avrebbe dovuto emettere una intensità infinita di radiazione elettromagnetica ad alta frequenza ([[catastrofe ultraviolett]]).]]
 
La [[radiazione elettromagnetica]] era stata prevista teoricamente da [[James Clerk Maxwell]] nel 1850 e rilevata sperimentalmente da [[Heinrich Hertz]] nel 1886.<ref>{{cita web|url=http://www.juliantrubin.com/bigten/hertzexperiment.html|titolo=The Discovery of Electromagnetic Radiation}}</ref> Tuttavia Wien scoprì che, secondo la teoria classica dell'epoca, un [[corpo nero]] in grado di assorbire tutta la radiazione incidente, dovrebbe emettere onde elettromagnetiche con intensità infinita a corta lunghezza d'onda. Questo devastante paradosso, anche se non fu ritenuto immediatamente di grande importanza, fu chiamato nel 1911 "[[catastrofe ultravioletta]]".