Affare Lillehammer: differenze tra le versioni

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Il team di esperti israeliani aveva già portato a termine alcune missioni, eliminando 4 degli 11 obiettivi. In più, nella notte tra il 9 e il 10 aprile 1973, un commando israeliano assestò un durissimo colpo all'OLP assaltandone il Quartier Generale a [[Beirut]] e uccidendo tre alti dirigenti (compresi nella lista degli 11). L'operazione fu denominata "Sorgente di Gioventù".
 
Il 28 giugno 1973, il Mossad era riuscito ad assassinare a Parigi l'algerino Mohammed Boudia, ufficialmente gestore di un piccolo teatro nella città francese, ma in realtà noto come esponente di spicco del [[Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina]], di ispirazione comunista e presieduto da [[George Habash]]. Boudia si era recentemente accostato a "Settembre Nero" e ne era diventato l'agente più importante in Europa, pianificando omicidi e attentati a installazioni. Con l'assassinio di Boudia, il cerchio attorno a Salameh si andava restringendo sempre di più.
 
Salameh fu localizzato dapprima a [[Ulma|Ulm]], in Germania Ovest, dove viveva in un rifugio assieme ad una sua amante tedesca. Il giorno seguente l'assassinio di Boudia, Salameh si stava recando a [[Lilla (Francia)|Lille]], in Francia, con un'automobile. Appresa dalla radio la notizia della morte di Boudia, comprese di essere in pericolo e fece ritorno precipitosamente in Germania Ovest. Dopo poco tempo, la sua presenza fu segnalata ad [[Amburgo]] e questa circostanza, unita ad alcuni rapporti del Mossad che avvertivano di una possibile azione da parte di "Settembre Nero" in Scandinavia, fece concentrare le ricerche in Danimarca e Svezia. Il 10 luglio 1973, tre agenti del Mossad furono inviati a [[Stoccolma]] in attesa di istruzioni. Dopo pochi giorni, l'operazione fu annullata poiché si scoprì che i rapporti che avvertivano circa un possibile attentato o rapimento in Svezia erano falsi ed erano stati fabbricati ad hoc per corroborare la tesi dell'azione terroristica in territorio scandinavo.
 
Mentre gli agenti si preparavano a ripartire verso Israele, arrivò il contrordine di rimanere in loco poiché in virtù un nuovo rapporto proveniente da [[Ginevra]], si doveva tenere d'occhio un algerino chiamato Kamal Benamane che aveva preso un aereo diretto verso [[Copenaghen|Copenhagen]].
 
Benamane era sposato con una ricca donna svizzera e nonostante la sua occupazione ufficiale fosse quella di operaio, frequentava gli ambienti e i ricevimenti delle ambasciate mediorientali, utilizzando spesso per i suoi spostamenti veicoli diplomatici. Queste incongruenze nella vita di Benamane avevano indotto il Mossad a qualificarlo come un importante corriere di organizzazioni terroristiche. Un rapporto successivo, menzionava il fatto che Benamane avrebbe dovuto incontrare Salameh. Arrivato a Copenhagen, Benamane si imbarcò su un altro volo diretto a [[Oslo]], dove il Mossad perse le sue tracce. Rintracciato nuovamente in una modesta pensione, Benamane riuscì ancora una volta a sottrarsi agli agenti del Mossad che però riuscirono a sapere dalla proprietaria della pensione che il medesimo era partito per recarsi a Lillehammer.
 
==Pedinamenti e omicidio==
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==Le azioni successive contro Ali Hassan Salameh==
In seguito a questo clamoroso fiasco e allo scoppio della Guerra di Yom Kippur, la caccia a Salameh da parte del Mossad fu interrotta. Nel gennaio 1974 il gruppo "free lance" ricevette l'informazione che Salameh si sarebbe incontrato il giorno 12 dello stesso mese con altri componenti dell'OLP al confine tra Svizzera e Liechtenstein, in una chiesa della cittadina di Sargans. Dopo un attento studio dei possibili luoghi d'azione, fu deciso che la chiesa avrebbe rappresentato il luogo più sicuro per portare a termine l'azione. Un incaricato della sicurezza di Salameh, accortosi della presenza degli israeliani fu ucciso prima che potesse prendere la pistola. Nelle concitate fasi che seguirono, gli altri componenti del gruppo si imbatterono in un gruppetto di preti terrorizzati che furono tenuti sotto sorveglianza da un componente mentre gli altri perlustravano la chiesa alla ricerca di Salameh. Fu deciso tuttavia dal capo del gruppo di annullare l'operazione che ormai rischiava di essere compromessa.
 
L'ultimo tentativo del gruppo "free lance" di uccidere Ali Hassan Salameh si verificò il 10 ottobre 1974 quando arrivò l'informazione che l'obiettivo si trovava in una villa di Tarifa, in [[Spagna]]. Il commando (privo di due membri, rimasti uccisi pochi mesi prima) penetrò attraverso la recinzione della villa con l'obiettivo di uccidere Salameh, ma si imbatté in una guardia del corpo armata di Kalashnikov che fu uccisa all'istante. Ancora una volta, il commando desistette e l'operazione fu annullata.