Vittorio Emanuele III di Savoia: differenze tra le versioni

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Fu studioso di numismatica e grande collezionista di monete. Nel 1900 acquistò dagli eredi la collezione [[Filippo Marignoli|Marignoli]] composta da circa 35.000 pezzi nei tre metalli<ref>[https://web.archive.org/web/20140610154134/http://www.bdnonline.numismaticadellostato.it/materiali/pdf/BdNonline_Materiali_1_2013.pdf Andrea Pucci,''Bollettino di numismatica on line'', Materiali 3, Marzo 2013] pp. 8 e 10.</ref>. Pubblicò il ''[[Corpus Nummorum Italicorum]]'' ([[1909]] - [[1943]]), opera in 20 volumi dove sono classificate e descritte le monete italiane. Lasciò l'opera, incompiuta, in dono allo Stato italiano. La sua attività di numismatico fu premiata nel 1904 con l'assegnazione della [[medaglia della Royal Numismatic Society]].
 
[[File:Biglietto di Stato 5lire 15.jpg|thumb|[[Biglietto di Stato]] da 5 [[lira|lire]] con su l'effigie del Re]]
Volle una monetazione circolante ricca e varia, dando così vita a una vera e propria collezione tra le più belle e seguite. Fece coniare inoltre molte monete in numero limitato esclusivamente per i numismatici. Alla partenza per l'Egitto il 9 maggio 1946, il Re scrisse al presidente del consiglio [[Alcide De Gasperi]]: «''Signor presidente, lascio al popolo italiano la collezione di monete che è stata la più grande passione della mia vita''»<ref>L. Travaini, ''Storia di una passione. Vittorio Emanuele III e le monete'', Edizioni Quasar, 2005, retrocopertina.</ref>. Tale collezione è oggi parzialmente esposta nel piano seminterrato di [[Museo nazionale romano di Palazzo Massimo|Palazzo Massimo alle terme]] a Roma.