Conservatorismo progressista: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: accenti
Riga 10:
Il cancelliere tedesco [[Leo von Caprivi]] è stato avvicinato al conservatorismo progressista.<ref>John Alden Nichols. Germany after Bismarck, the Caprivi era, 1890-1894: Issue 5. Harvard University Press, 1958. Pp. 260.</ref> Il [[Liberalismo|liberale]] [[Giovanni Giolitti]], in Italia, fu spesso descritto come a metà tra liberalismo sociale progressista e conservatorismo, per le sue aperture ai cattolici ([[Patto Gentiloni]]), ai [[nazionalisti]] con la [[Guerra italo-turca|guerra coloniale di Libia]] e contemporaneamente ai [[Partito Socialista Italiano|socialisti]] che cercò di attrarre in orbita governativa, per sottrarre le masse operaie alle ideologie rivoluzionarie del [[Massimalismo (politica)|massimalismo]].<ref>[https://www.diritto.it/alcuni-aspetti-della-politica-di-giolitti-tra-liberalismo-e-democrazia/ Alcuni aspetti della politica di Giolitti: tra liberalismo e democrazia]</ref>
 
Altri sostenitori di questa ideologia furono altri primi ministri [[britannici]] [[Partito Conservatore (Regno Unito)|conservatori]]: [[Stanley Baldwin]], [[Neville Chamberlain]], [[Winston Churchill]], [[Harold Macmillan]]<ref>Trevor Russel. The Tory Party: its policies, divisions and future. Penguin, 1978. Pp. 167.</ref> e, piúpiù recentemente, anche [[David Cameron]], progressista soprattutto sui temi sociali, come il [[matrimonio omosessuale]].<ref>Letwin, Oliver. "How liberal is progressive Conservatism?". New Statesman. Retrieved 4 June 2018.</ref>
Negli [[USA]], {{cn|il massimo esponente}} di questa dottrina fu il [[presidente]] [[Theodore Roosevelt]].<ref>Jonathan Lurie. William Howard Taft: The Travails of a Progressive Conservative. New York, New York, USA: Cambridge University Press, 2012. p. 196</ref> Successivamente, tale ideologia fu anche ripresa da [[William Howard Taft]], nonostante la sua opposizione a Roosevelt, e da [[Dwight D. Eisenhower]], che si definì un "conservatore progressista", nonostante fosse anche un sostenitore del [[conservatorismo liberale]].<ref>Günter Bischof. "Eisenhower, the Judiciary, and Desegregation" by Stanley I. Kutler, Eisenhower: a centenary assessment. Pp. 98.</ref>