Dislessia: differenze tra le versioni

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== Classificazione ==
 
Si ritiene che la dislessia possa avere due tipi di causa, una relativa alla elaborazione del [[linguaggio]] e un'altra riguardante l'elaborazione visiva;<ref name="Campbell2009">{{Cita libro|cognome1=Campbell |nome1=Robert Jean |titolo=Campbell's Psychiatric Dictionary|url=https://books.google.com/books?id=kpIs03n1hxkC&pg=PA310|anno=2009|editore=Oxford University Press|isbn=978-0-19-534159-1|pp=310–312}}</ref> inoltre è considerato un disturbo cognitivo e non è un problema intellettivo, tuttavia problemi emotivi spesso sorgono a causa sua.<ref name="Campbell2009"/> Alcune definizioni pubblicate sono puramente descrittive, mentre altre propongono delle cause. Queste ultime solitamente coprono una vasta gamma di capacità di lettura e di deficit e le difficoltà con cause distinte, piuttosto che una singola condizione.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome1=Lyytinen|nome1=Heikki|titolo=In Search of a Science Based Application:Learning Tool for Reading Acquisition|rivista=Scandinavian Journal of Psychology|data=November 2009|volume=50|numero=6|pp=668–675|pmid=19930268|doi=10.1111/j.1467-9450.2009.00791.x}}</ref> Il ''National Institute of Neurological Disorders and Stroke'' statunitense descrive la dislessia come "''difficoltà con l'[[ortografia]], l'elaborazione [[Fonologia|fonologica]] (la manipolazione dei suoni) o la rapida risposta visivo-verbale"''.<ref name="ninds1"/> La ''British Dyslexia Association'' descrive la dislessia come "una difficoltà di apprendimento che colpisce principalmente le competenze coinvolte nella lettura accurata e fluente e nell'ortografia" ed è caratterizzata da "difficoltà di consapevolezza fonologica, [[Memoria|memoria verbale]] e velocità di elaborazione verbale ".<ref name="PhillipsKelly2013">{{Cita libro|autore1=Sylvia Phillips|autore2=Kathleen Kelly|autore3=Liz Symes|titolo=Assessment of Learners with Dyslexic-Type Difficulties|url=https://books.google.com/books?id=7ZDCAQAAQBAJ&pg=PA7|anno=2013|editore=SAGE|isbn=978-1-4462-8704-0|p=7}}</ref>
 
La dislessia, o l'alexia acquisita, possono essere causate da danni [[Cerebrale|cerebrali]] dovuti ada [[ictus]] o [[atrofia]].<ref name="MEDRS alexia">{{Cita pubblicazione|cognome1=Woollams |nome1=Anna M. |titolo=Connectionist neuropsychology: uncovering ultimate causes of acquired dyslexia |rivista=Philosophical Translations of the Royal Society of London; Series B, Biological Sciences |volume=369 |numero=1634 |pp=20120398 |pmid=24324241 | pmc=3866427 |doi=10.1098/rstb.2012.0398 |data=9 dicembre 2013 |url=http://rstb.royalsocietypublishing.org/content/369/1634/20120398.long |accesso=13 febbraio 2015 }}</ref><ref name="HeilmanMD2011s">{{Cita libro|cognome1=Heilman |nome1=Kenneth M. |cognome2=Valenstein |nome2=Edward |titolo=Clinical Neuropsychology|url=https://books.google.com/books?id=Qe70fMvSmOoC&pg=PA115|anno=2011|editore=Oxford University Press|isbn=978-0-19-538487-1|pp=115–116}}</ref>
 
===Definizione===
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==Storia==
 
La dislessia è una condizione identificata da Oswald Berkhan nel 1881,<ref name="Oswald Berkhan ref 1">{{Cita pubblicazione|autore=Berkhan O |anno=1917 |titolo=Über die Wortblindheit, ein Stammeln im Sprechen und Schreiben, ein Fehl im Lesen |titolotradotto=About word blindness, adyslalia of speech and writing, a weakness in reading |lingua=de |rivista=Neurologisches Centralblatt |volume=36 |pp=914–27 |url=https://books.google.com/?id=DmEsAQAAIAAJ&dq=editions%3AUCALB3248710&q=Wortblindheit#search_anchor}}</ref> anche se il termine è stato coniato sei anni più tardi da Rudolf Berlin, un [[oculista]] di [[Stoccarda]].<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=''Über Dyslexie'' |titolotradotto=About dyslexia |anno=1884 |rivista=Archiv für Psychiatrie |volume=15 |pp=276–278}}</ref> Egli utilizzò "''dislessia"'' per riferirsi al caso di un ragazzo che aveva una grave difficoltà nell'imparare a leggere e scrivere, pur mostrando un'intelligenza e capacità fisiche normali in tutti gli altri aspetti della vita quotidiana.<ref>{{Cita libro|titolo=Annual of the Universal Medical Sciences and Analytical Index: A Yearly Report of the Progress of the General Sanitary Sciences Throughout the World|url=https://books.google.com/books?id=5_IhAQAAMAAJ&pg=PA39|anno=1888|editore=F. A. Davis Company|p=39}}</ref> Nel 1896, W. Pringle Morgan, un medico britannico di [[Seaford (East Sussex)|Seaford]], [[East Sussex]], pubblicò una descrizione di un disturbo di apprendimento specifico per la lettura, in una relazione al ''[[British Medical Journal]]'' dal titolo "''Congenital Word Blindness''".<ref>{{Cita libro|cognome1=Brooks|nome1=Patricia|titolo=Encyclopedia of language development|data=2014|editore=SAGE|p=30|url=https://books.google.com/?id=mvfSAwAAQBAJ&pg=PR30&dq=W.+Pringle+Morgan,+a+British+physician#v=onepage&q=W.%20Pringle%20Morgan%2C%20a%20British%20physician&f=false|accesso=4 marzo 2015|isbn=978-1-4833-4643-4}}</ref> Venne descritta la distinzione tra i tipi di dislessia fonologica e di superficie senza formulare alcuna ipotesi [[eziologia|eziologica]] per quanto riguarda i meccanismi cerebrali sottostanti.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome1=Mishra|nome1=Srikanta K.|titolo=Medial efferent mechanisms in children with auditory processing disorders.|rivista=Frontiers in Human Neuroscience|data=October 2014|pmid=25386132|doi=10.3389/fnhum.2014.00860|pmc=4209830|volume=8|pp=860}}</ref>
 
== Epidemiologia ==
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** ''Inversioni di sillabe''<br />Spesso la sequenza dei grafemi viene invertita provocando errori particolari di decodifica della sillaba (il soggetto può, ad esempio, leggere “li” al posto di “il”; “la” al posto di “al”, “ni” al posto di “in”...) e della parola (può leggere, ad esempio, “talovo” al posto di “tavolo”...).
** ''Aggiunte e ripetizioni''<br />La difficoltà a procedere con lo sguardo nella direzione sinistra-destra può dare origine anche a errori di decodifica caratterizzati dall'aggiunta di un grafema o di una sillaba (ad esempio “tavovolo” al posto di “tavolo”...).
* '''Prevalenza della componente intuitiva'''<br />Il soggetto che presenta chiare difficoltà di lettura privilegia, indubbiamente, l'uso del processo intuitivo rispetto a quello di decodifica. L'intuizione della parola scritta rappresenta un valido strumento ma, al tempo stesso, è fonte di errori, definiti ''di anticipazione''. Non di rado, infatti, il soggetto esegue la decodifica della prima parte della parola, talvolta anche solo del primo grafema o della prima sillaba, e procede “intuendo”''intuendo/“inventando”inventando'' l'altra parte. La parola contenuta nel testo viene così a essere spesso trasformata in un'altra, il cui significato può essere affine ma anche completamente diverso.
 
=== Possibili ripercussioni sulla scrittura ===
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La dislessia è spesso accompagnata da parecchie difficoltà di apprendimento, ma non è chiaro se esse condividono le sottostanti cause neurologiche.<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Dyslexia, dysgraphia, procedural learning and the cerebellum |rivista=Cortex |volume=47 |numero=1 |pp=117–27 |data=September 2009|pmid=19818437 |doi=10.1016/j.cortex.2009.08.016|autore1=Nicolson |nome1=R. I. |cognome2=Fawcett |nome2=A. J.}}</ref> Queste correlate disabilità comprendono:
 
* ''[[Disgrafia]]''. Un disturbo che si esprime principalmente attraverso le difficoltà con la [[scrittura]], ma in alcuni casi con difficoltà associate alla coordinazione occhio-mano e o ai processi orientati ad una sequenza, come legare nodi o svolgere compiti ripetitivi.<ref name=ReynoldsFletcherJanzen2007>{{Cita libro|cognome1=Reynolds |nome1=Cecil R. |cognome2=Fletcher-Janzen |nome2=Elaine |titolo=Encyclopedia of Special Education |data=2 gennaio 2007 |editore=John Wiley & Sons |isbn=978-0-471-67798-7 |p=[https://books.google.com/books?id=wdNpBchvdvQC&pg=PA771 771] }}</ref> Nella dislessia, la disgrafia è spesso multifattoriale, a causa della ridotta automaticità del processo lettera-scrittura, delle difficoltà organizzative ed elaborative e la compromissione della formazione della parola visiva, che rende più difficile per recuperare l'immagine visiva delle parole necessarie per l'ortografia.<ref name=ReynoldsFletcherJanzen2007/>
* [[Sindrome da deficit di attenzione e iperattività|''Sindrome da deficit di attenzione e iperattività'']] (ADHD). Un significativo grado di [[comorbidità]] è stato segnalato tra i disturbi ADHD e la dislessia.<ref name="ComerGould2010">{{Cita libro|autore1=Ronald Comer|titolo=Psychology Around Us|url=https://books.google.com/books?id=ySIc1BcPJu8C&pg=RA1-PA233|data= 2011|editore=RR Donnelley|isbn=978-0-471-38519-6|p=1}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Comorbidity of ADHD and Dyslexia |rivista=Developmental Neuropsychology |volume=35|numero=5 |pp=475–493 |anno=2010 |doi=10.1080/87565641.2010.494748 |url=http://pdfserve.informaworld.com/260009__925867416.pdf |pmid=20721770|autore1=Germanò |nome1=E |cognome2=Gagliano |nome2=A |cognome3=Curatolo |nome3=P}}</ref> L'ADHD si verifica nel 12%-24% di tutte le persone con dislessia.<ref name="FatemiSartorius2008">{{Cita libro|autore1=Fatemi, S. Hossein |autore2=Sartorius, Norman |autore3=Clayton, Paula J. |titolo=The Medical Basis of Psychiatry|url=https://books.google.com/books?id=RJOy1vy2RKQC&pg=PA308|edizione=3|anno=2008|editore=Springer Science & Business Media|isbn=978-1-59745-252-6|p=308}}</ref>
* ''Disturbo dell'elaborazione uditiva''. Una disabilità dell'ascolto che colpisce la capacità di elaborare le informazioni uditive.<ref name="Capellini2007a">{{Cita libro|autore=Simone Aparecida Capellini|titolo=Neuropsycholinguistic Perspectives on Dyslexia and Other Learning Disabilities|url=https://books.google.com/books?id=uiEaMQVwyzYC&pg=PA94|anno=2007|editore=Nova Publishers|isbn=978-1-60021-537-7|p=94}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|titolo=The diagnosis and management of auditory processing disorder|rivista=Lang Speech Hear Serv Sch |volume=42 |numero=3 |pp=303–8 |data=July 2011 |pmid=21757566 |doi=10.1044/0161-1461(2011/10-0032)|autore1=Moore |nome1=D. R.}}</ref> Ciò può portare a problemi con la memoria uditiva e il sequenziamento uditivo. Molte persone con dislessia hanno problemi di elaborazione uditiva e possono sviluppare i propri spunti logografici per compensare questo tipo di deficit. Alcune ricerche indicano che le competenze di elaborazione uditiva potrebbero essere il deficit primario nella dislessia.<ref name=Pammer2014>{{Cita pubblicazione|cognome1=Pammer|nome1=Kristen|titolo=Brain mechanisms and reading remediation: more questions than answers.|rivista=Scientifica|data=January 2014|pmc=3913493|pmid=24527259|doi=10.1155/2014/802741|volume=2014|pp=802741}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome1=Law|nome1=J|titolo=relationship of phonological ability, speech perception, and auditory perception in adults with dyslexia|rivista=Frontiers in Human Neuroscience|data=2014|pmc=4078926|pmid=25071512|doi=10.3389/fnhum.2014.00482|volume=8|pp=482}}</ref>
* ''[[Disprassia]]''. Una condizione neurologica caratterizzata da una marcata difficoltà nello svolgere compiti routinari che coinvolgono il controllo dell'equilibrio, del coordinamento cinestetica, nella difficoltà dell'uso dei suoni vocali, problemi di memoria a breve termine e nell'organizzazione.<ref name=Pickering2012>{{Cita libro|autore=Susan J. Pickering|capitolo=Chapter 2. Working Memory in Dyslexia|curatore1=Tracy Packiam Alloway|curatore2=Susan E. Gathercole|titolo=Working Memory and Neurodevelopmental Disorders|url=https://books.google.com/books?id=IoXidOBdNpMC&pg=PA29|anno=2012|editore=Psychology Press|isbn=978-1-135-42134-2}}</ref>
 
== Cause ==
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=== Dislessia fonologica ===
Dal punto di vista fonologico, la [[lettura]] può passare per diverse vie:
* la''La via fonologica'', che dalla percezione visiva passa per la conversione grafema-fonema e quindi per il ''buffer'' fonemico. È una via più lenta perché ogni fonema viene letto singolarmente.
* la''La via lessicale non semantica'', che dalla percezione visiva passa per il lessico ortografico di input e giunge al lessico fonologico di output e quindi al buffer fonemico. Si basa sulla lettura della parola intera basandosi sull'elaborazione parallela.
* la''La via lessicale semantica'', che va dalla percezione visiva al sistema semantico al buffer fonemico. Si utilizza in presenza di parole conosciute.
 
Nell'apprendimento della lettura il bambino attraversa vari stadi, corrispondenti all'acquisizione delle differenti vie:
* ''Stadio logografico'': il bambino elabora le proprietà salienti della parola;
* ''Stadio alfabetico'': si realizza l'associazione grafema-fonema, si leggono nuove parole;
* ''Stadio ortografico'': si comincia a eseguire elaborazioni in parallelo e a leggere la parola per intero, applicando regole fonologiche;
* ''Stadio semantico'': si attiva la via lessicale semantica, la lettura diviene molto più fluente.
 
A queste diverse vie si associano differenti disabilità nella lettura.
 
<br />È possibile classificare la dislessia in:
* superficiale: sono compromesse le vie lessicali ma la lettura, seppur stentata, è possibile;
 
* fonologica: è compromessa la via fonologica perché manca una corretta associazione grafema/fonema, ma la via ortografica non è compromessa;
* superficiale''Superficiale'': sono compromesse le vie lessicali ma la lettura, seppur stentata, è possibile;
* profonda: la via semantica è compromessa e si effettuano delle [[parafasia|parafasie]] semantiche.
* fonologica''Fonologica'': è compromessa la via fonologica perché manca una corretta associazione grafema/fonema, ma la via ortografica non è compromessa;
* profonda''Profonda'': la via semantica è compromessa e si effettuano delle [[parafasia|parafasie]] semantiche.
 
Un'interpretazione clinica della dislessia viene da E. Boder, che distingue tra:
* dislessia''Dislessia diseidetica'': è difficoltosa la rappresentazione della parola nelle sue variazioni, le parole nuove non sono comprensibili;
* dislessia''Dislessia disfonologica'': il deficit è a livello delle mappe grafema-fonema.
 
Un'ulteriore classificazione neuropsicofisiologia, ideata da Bakker, propone di considerare le dislessie a seconda dell'[[Emisfero cerebrale|emisfero]] danneggiato:
* ''Tipo L'' (emisfero dxdestro): sono presenti deficit visuo-percettivi, la lettura è colma di errori perché manca una sufficiente mediazione delle aree preposte.
* ''Tipo P'' (emisfero sxsinistro): si utilizzano strategie percettive, la lettura seppur stentata è possibile;
 
=== Dislessia visiva ===
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* itinerario specifico per la lettura
 
Il primo itinerario è finalizzato alla riduzione delle lacune riscontrate nelle capacità di base; il secondo itinerario ha invece lo scopo di promuovere la conquista di capacità di lettura più adeguate. È importante quindi che i due itinerari siano proposti parallelamente e con gradualità, per evitare di rimandare nel tempo la conquista di quelle capacità di lettura che possono gratificare il bambino. Quest'ultimo dovrà essere informato circa il lavoro da svolgere, anzi, egli stesso dovrà conoscere gli obiettivi che, di volta in volta, dovranno essere raggiunti; in questo modo gli sarà possibile essere protagonista e, al tempo stesso, “osservatore” dei propri processi di apprendimento.
Quest'ultimo dovrà essere informato circa il lavoro da svolgere, anzi, egli stesso dovrà conoscere gli obiettivi che, di volta in volta, dovranno essere raggiunti; in questo modo gli sarà possibile essere protagonista e, al tempo stesso, “osservatore” dei propri processi di apprendimento.
 
=== Consulenza alla famiglia ===
Il lavoro con la famiglia deve integrare il percorso individuale del soggetto dislessico. Gli incontri con la famiglia sono un momento fondamentale nel lavoro con il bambino che presenta difficoltà di apprendimento; attraverso queste sedute si cerca di sostenere sia i genitori sia i figli nel cammino verso la piena comprensione del problema, verso la ricerca condivisa di modalità idonee per affrontarlo, evitando che il problema stesso giunga a pervadere ogni ambito della vita del bambino e crei disagi insormontabili nella sfera affettiva e relazionale. Nelle situazioni di disturbo specifico è in ogni caso importante che questo tipo d'intervento affianchi, ma non sostituisca, il lavoro individuale e personalizzato con il bambino, che deve essere portato avanti da personale preparato e in grado di stabilire adeguati raccordi con la scuola.
Il lavoro con la famiglia deve integrare il percorso individuale del soggetto dislessico.
Gli incontri con la famiglia sono un momento fondamentale nel lavoro con il bambino che presenta difficoltà di apprendimento; attraverso queste sedute si cerca di sostenere sia i genitori sia i figli nel cammino verso la piena comprensione del problema, verso la ricerca condivisa di modalità idonee per affrontarlo, evitando che il problema stesso giunga a pervadere ogni ambito della vita del bambino e crei disagi insormontabili nella sfera affettiva e relazionale.
Nelle situazioni di disturbo specifico è in ogni caso importante che questo tipo d'intervento affianchi, ma non sostituisca, il lavoro individuale e personalizzato con il bambino, che deve essere portato avanti da personale preparato e in grado di stabilire adeguati raccordi con la scuola.
 
== Ergonomia del testo ==
[[File:OpenDyslexic.png|thumb|upright=1.5|Un esempio di testo scritto mediante [[OpenDyslexic]], una famiglia di caratteri tipografici progettata per mitigare alcuni degli errori di lettura comuni causati dalla dislessia e migliorare la leggibilità dei testi.]]
 
I problemi di dislessia impongono di pensare all'[[ergonomia]] del testo scritto. Alcune linee guida possono essere d'aiuto per rendere più agevole la lettura, pur senza risolvere il problema.
* [[Font|fontFont tipografico]] tendenzialmente senza [[Caratteri tipografici con grazie|grazie]], in quanto rendono il testo graficamente più pesante. È importante che, però, siano differenziate almeno la "l" maiuscola e la "l" minuscola. Un carattere senza grazie (ossia senza le sporgenze alle estremità delle aste verticali), come quello in cui è scritto questo testo, è bene usarlo per testi brevi, con una spaziatura del 5-6% tra le lettere, perché nel caso di lettere come le “o” e la “g”, lo ''scuro, verticale,'' del carattere (verticale) risulta più vicino alle lettere che precedono e che succedono facendo perdere l'unità della lettera. Un altro problema che già danno i caratteri di larghezza media (meno evidente con quelli più stretti) è che nelle lettere aperte, come la “n”, la “m”, la “u” e la “v”, il ''bianco'' entra nell'area del carattere, disturbando la lettura. È per questo motivo che i [[libri]] sono impaginati con caratteri con le grazie, che stancano meno la lettura, nonostante siano meno sintetici, e nel caso di difficoltà di decodifica visiva sono meno indicati nella fase iniziale. Un'altra possibilità che può aiutare approcci difficoltosi è di usare il [[maiuscoletto]] al posto delle [[Minuscolo|lettere minuscole]], sempre distanziando un poco le lettere tra loro;
Alcune linee guida possono essere d'aiuto per rendere più agevole la lettura, pur senza risolvere il problema.
* sconsigliataSconsigliata la frazionatura delle parole andando a capo. È importante che la riga contenga un massimo di settanta battute. Le battute giuste (da cui il termine ''[[Tipometria#Giustezza.2C spaziatura ed interlinea|giustezza]]'' della riga) dovrebbero essere circa sessanta (o 2,5 volte il numero delle lettere dell'alfabeto), in modo che l'occhio sia facilitato a tornare indietro e il ritmo della respirazione possa accompagnare la lettura;
* [[Font|font tipografico]] tendenzialmente senza [[Caratteri tipografici con grazie|grazie]], in quanto rendono il testo graficamente più pesante. È importante che, però, siano differenziate almeno la "l" maiuscola e la "l" minuscola. Un carattere senza grazie (ossia senza le sporgenze alle estremità delle aste verticali), come quello in cui è scritto questo testo, è bene usarlo per testi brevi, con una spaziatura del 5-6% tra le lettere, perché nel caso di lettere come le “o” e la “g” lo scuro, verticale, del carattere risulta più vicino alle lettere che precedono e che succedono facendo perdere l'unità della lettera. Un altro problema che già danno i caratteri di larghezza media (meno evidente con quelli più stretti) è che nelle lettere aperte come la “n”, la “m”, la “u” e la “v” il bianco entra nell'area del carattere, disturbando la lettura. È per questo motivo che i [[libri]] sono impaginati con caratteri con le grazie, che stancano meno la lettura, nonostante siano meno sintetici, e nel caso di difficoltà di decodifica visiva sono meno indicati nella fase iniziale. Un'altra possibilità che può aiutare approcci difficoltosi è di usare il [[maiuscoletto]] al posto delle [[Minuscolo|lettere minuscole]], sempre distanziando un poco le lettere tra loro;
* [[giustificazione (tipografia)|giustificazioneGiustificazione]] solo a sinistra (sbandierato a destra) per tre ragioni principali:
* sconsigliata la frazionatura delle parole andando a capo. È importante che la riga contenga un massimo di settanta battute. Le battute giuste (da cui il termine ''[[Tipometria#Giustezza.2C spaziatura ed interlinea|giustezza]]'' della riga) dovrebbero essere circa sessanta, in modo che l'occhio sia facilitato a tornare indietro e il ritmo della respirazione possa accompagnare la lettura;
* [[giustificazione (tipografia)|giustificazione]] solo a sinistra (sbandierato a destra) per tre ragioni principali:
** equispaziatura delle parole e delle lettere che rende la lettura più lineare e codificabile
** la sbandieratura a destra permette di avere una forma particolare dell'insieme della pagina che aiuta a evitare la perdita del segno
** elimina la frazionatura delle parole andando a capo
* ampiaAmpia [[interlinea]].
 
== Dislessia e disagio psicologico ==
È frequente che le difficoltà specifiche di apprendimento non vengano individuate precocemente e che il bambino sia costretto a vivere una serie di insuccessi a catena senza che se ne riesca a comprendere il motivo. Quasi sempre, i risultati insoddisfacenti in ambito scolastico vengono attribuiti allo scarso impegno, al disinteresse verso le varie attività, alla distrazione. Questi alunni, oltre a sostenere il peso della propria incapacità, se ne sentono anche responsabili e colpevoli. L'insuccesso prolungato genera scarsa autostima; dalla mancanza di fiducia nelle proprie possibilità scaturisce un disagio psicologico che, nel tempo, può strutturarsi e dare origine a un'elevata demotivazione all'apprendimento e a manifestazioni emotivo-affettive particolari quali la forte inibizione, l'aggressività, gli atteggiamenti istrionici di disturbo alla classe e, in alcuni casi, la [[disturbo depressivo|depressione]].
L'insuccesso prolungato genera scarsa autostima; dalla mancanza di fiducia nelle proprie possibilità scaturisce un disagio psicologico che, nel tempo, può strutturarsi e dare origine a un'elevata demotivazione all'apprendimento e a manifestazioni emotivo-affettive particolari quali la forte inibizione, l'aggressività, gli atteggiamenti istrionici di disturbo alla classe e, in alcuni casi, la [[disturbo depressivo|depressione]].
 
Il soggetto con disturbo di apprendimento vive quindi il proprio problema a tutto tondo e ne rimane imprigionato fino a che non viene elaborata una diagnosi accurata che permette di fare chiarezza.
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=== Possibili sensazioni e comportamenti del ragazzo dislessico ===
Provando a mettersi nei panni di un bambino o di un ragazzo con disturbo di apprendimento si possono immaginare le esperienze e gli stati d'animo:
* egliEgli si trova a far parte di un contesto (la scuola) nel quale vengono proposte attività per lui troppo complesse e astratte;
* osservaOsserva però che la maggior parte dei compagni si inserisce con serenità nelle attività proposte e ottiene buoni risultati;
* senteSente su di sé continue sollecitazioni da parte degli adulti (“stai più attento!”, ” Impegnati di più!”, “hai bisogno di esercitarti molto”…);
* siSi percepisce come incapace e incompetente rispetto ai coetanei;
* cominciaComincia a maturare un forte [[senso di colpa]] sentendosi responsabile delle proprie difficoltà;
* ritieneRitiene che nessuno sia soddisfatto di lui, né gli insegnanti né i genitori;
* ritieneRitiene di non essere all'altezza dei compagni e che questi non lo considerino membro del loro gruppo a meno che non vengano messi in atto comportamenti particolari (ad esempio quello di fare il buffone di classe);
* perPer non percepire il proprio disagio, mette in atto meccanismi di difesa che non fanno che aumentare il senso di colpa, come il forte disimpegno (“Non leggo perché non ne ho voglia!”, “Non eseguo il compito perché non mi interessa”…) o l'attacco (aggressività);
* talvoltaTalvolta il disagio è così elevato da annientare il soggetto ponendolo in una condizione emotiva di forte inibizione e chiusura.
 
=== Possibili atteggiamenti dei familiari del soggetto dislessico ===
Per la maggior parte dei genitori la scuola è importante, è al primo posto nella vita dei bambini e dei ragazzi, tutto il resto viene dopo e, se la scuola va male, ne sono insoddisfatti e chiedono al/alla figlio/a un maggiore impegno. Non di rado si sente dire ai genitori rispetto alla difficoltà del figlio: “Non me lo aspettavo… mi è sempre sembrato un bambino intelligente…".
Non di rado si sente dire ai genitori rispetto alla difficoltà del figlio: “Non me lo aspettavo… mi è sempre sembrato un bambino intelligente…".
 
L'ingresso nella [[scuola elementare]] ha, in questi casi, fatto emergere un problema; il bambino non apprende come gli altri, gli altri sanno già leggere e scrivere, ''lui invece''… Comincia così la storia del bambino-scolaro, una storia che, in certi casi, ha risvolti davvero drammatici, non si riesce a comprendere tutta quella serie di “perché” che permetterebbero di intraprendere percorsi adeguati ed efficaci e si cercano soluzioni spesso dannose, anche se decise in buona fede. Ecco allora che si sottopongono i figli a estenuanti esercizi di recupero pomeridiano, si elargiscono punizioni (niente più sport, niente più videogiochi…), e talvolta si arriva anche a far cambiare scuola al figlio.
Comincia così la storia del bambino – scolaro, una storia che, in certi casi, ha risvolti davvero drammatici, non si riesce a comprendere tutta quella serie di “perché” che permetterebbero di intraprendere percorsi adeguati ed efficaci e si cercano soluzioni spesso dannose, anche se decise in buona fede. Ecco allora che si sottopongono i figli a estenuanti esercizi di recupero pomeridiano, si elargiscono punizioni (niente più sport, niente più videogiochi…), e talvolta si arriva anche a far cambiare scuola al figlio.
 
Nonostante si parli molto di questi problemi, c'è ancora scarsa conoscenza e non sempre la [[diagnosi]] giunge in tempi accettabili, cosicché sia il bambino sia la famiglia tutta vivono esperienze frustranti, generatrici di [[ansia]] e di un clima affettivo non certamente favorevole<ref>Maryanne Wolf,''Proust e il calamaro.Storia e scienza del cervello che legge'', trad. di Stefano Galli, Vita e Pensiero, 2009, Milano, pag. 77, ISBN 978 88 343 2361 8</ref>.
.
 
== Prognosi ==