Aldo Moro: differenze tra le versioni
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Nacque il 23 settembre 1916 a [[Maglie]], in [[provincia di Lecce]]. Suo padre Renato era un ispettore scolastico, originario di [[Gemini (Ugento)]], la madre Fida Stinchi un'insegnante elementare di [[Cosenza]]. Conseguì la [[Esame di maturità|Maturità]] [[liceo classico|Classica]] al Liceo "[[Archita]]" di [[Taranto]].
Nel [[1935]] entrò a far parte della [[Federazione Universitaria Cattolica Italiana]] di Bari, segnalandosi ben presto anche a livello nazionale. Nel luglio 1939 venne scelto, su consiglio di monsignor [[Papa Paolo VI|Giovanni Battista Montini]], di cui, proprio in quegli anni, divenne amico, come presidente dell'Associazione, in questo periodo prende i voti nella [[Fraternità laica di San Domenico|Fraternità Laica di San Domenico]].<ref>{{Cita web|url=http://www.laicidomenicani.com/blog/2016/04/15/saggio-storico-sul-laicato-5-parte/|titolo=Saggio storico sul Laicato|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161006051422/http://www.laicidomenicani.com/blog/2016/04/15/saggio-storico-sul-laicato-5-parte/|dataarchivio=6 ottobre 2016}}</ref>
Durante gli anni universitari partecipò, inoltre, ai [[Littoriali della cultura e dell'arte]].
Mantenne l'incarico sino al [[1942]], quando fu chiamato alle armi, prima come [[ufficiale (forze armate)|ufficiale]] di [[fanteria]], poi come commissario nell'[[aeronautica]]. Gli succedette [[Giulio Andreotti]], sino ad allora direttore della rivista ''[[Azione Fucina]]''<ref>Sulle vicende di Moro negli anni della FUCI si veda [[Renato Moro]], ''Aldo Moro negli anni della FUCI'', [[Edizioni Studium|Studium]], 2008 e [[Tiziano Torresi]] ''L'altra giovinezza. Gli universitari cattolici dal 1935 al 1940'', [[Cittadella editrice]] 2010</ref>. Dopo qualche anno di carriera accademica, fondò nel [[1943]] a [[Bari]], con alcuni amici, il periodico ''La Rassegna'' che uscì fino al [[1945]]. Nel luglio dello stesso anno prese parte ai lavori che portarono alla redazione del [[Codice di Camaldoli]].▼
▲Mantenne l'incarico sino al [[1942]], quando fu chiamato alle armi, prima come [[ufficiale (forze armate)|ufficiale]] di [[fanteria]], poi come commissario nell'[[aeronautica]], con incarichi prevalentemente d'ufficio (prima come esperto di problemi giuridici e poi come addetto stampa). Gli succedette [[Giulio Andreotti]], sino ad allora direttore della rivista ''[[Azione Fucina]]''<ref>Sulle vicende di Moro negli anni della FUCI si veda [[Renato Moro]], ''Aldo Moro negli anni della FUCI'', [[Edizioni Studium|Studium]], 2008 e [[Tiziano Torresi]] ''L'altra giovinezza. Gli universitari cattolici dal 1935 al 1940'', [[Cittadella editrice]] 2010</ref>. Dopo qualche anno di carriera accademica, fondò nel [[1943]] a [[Bari]], con alcuni amici, il periodico ''La Rassegna'' che uscì fino al [[1945]]. Nel luglio dello stesso anno prese parte ai lavori che portarono alla redazione del [[Codice di Camaldoli]].
▲Nel 1945 sposò, a [[Montemarciano]], Eleonora Chiavarelli ([[1915]]–[[2010]]), con la quale ebbe quattro figli: [[Maria Fida Moro|Maria Fida]] ([[1946]]), Anna ([[1949]]), Agnese ([[1952]]) e Giovanni ([[1958]]). Nei primi anni cinquanta fu nominato professore ordinario di [[diritto penale]] presso l'Università di Bari<ref>[[Luciano Violante]], ''Aldo Moro penalista, l'eretico'', Milano: Franco Angeli, 2011, Democrazia e diritto: XLVIII, 1 2, 2011.</ref>. Nel [[1963]] ottenne il trasferimento all'[[Università degli Studi di Roma "La Sapienza"|Università di Roma]], in qualità di titolare della [[cattedra]] di Istituzioni di Diritto e Procedura penale presso la Facoltà di [[Scienze politiche]]<ref>[[Luigi Compagna]], ''Aldo Moro professore a Scienze Politiche'', Firenze (FI): Le Monnier, Nuova antologia : 607, 2260, 2011.</ref>. Nonostante i molteplici impegni politici e istituzionali che lo accompagneranno negli anni, Moro non venne mai meno ai suoi impegni accademici e continuò ad insegnare regolarmente fino alla morte, dedicando sempre la necessaria attenzione ai suoi studenti, con i quali era solito anche intrattenersi a dialogare, dopo le lezioni. È stato ritenuto emblematico di questa sua vocazione didattica il fatto che, fra le borse rinvenute nella Fiat 130 da cui fu rapito il [[16 marzo]] [[1978]] (vedi ''infra''), ve ne fosse una contenente alcune tesi di laurea dei suoi allievi.<ref>[https://www.passaggilenti.com/aldo-moro-professore-biografia-morte/ "Il mio lavoro è insegnare, la politica viene dopo". Il professor Aldo Moro]</ref>
Nel 1945 sposò, a [[Montemarciano]], Eleonora Chiavarelli ([[1915]]–[[2010]]), con la quale ebbe quattro figli: [[Maria Fida Moro|Maria Fida]] ([[1946]]), Anna ([[1949]]), Agnese ([[1952]]) e Giovanni ([[1958]]).
=== Primi passi in politica con Dossetti ===
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