Aldo Moro: differenze tra le versioni

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Nacque il 23 settembre 1916 a [[Maglie]], in [[provincia di Lecce]]. Suo padre Renato era un ispettore scolastico, originario di [[Gemini (Ugento)]], la madre Fida Stinchi un'insegnante elementare di [[Cosenza]]. Conseguì la [[Esame di maturità|Maturità]] [[liceo classico|Classica]] al Liceo "[[Archita]]" di [[Taranto]].
 
Si iscrisse presso l'[[Università degli Studi di Bari Aldo Moro|Università di Bari]] alla Facoltà di [[Giurisprudenza]], dove al termine di un percorso brillante (superò tutti gli esami con la votazione di 30 o 30 e lode) conseguì la [[laurea]] il [[13 novembre 1938]] presentando una tesi su ''"La [[capacità giuridica]] [[diritto penale|penale]]"'', sotto la guida del prof. [[Biagio Petrocelli]], ordinario di diritto penale e in quel periodo anche Rettore dell'Ateneo barese. Dopo un breve periodo come assistente volontario e poi segretario particolare dello stesso Petrocelli, a partire dall'anno accademico 1940-1941 e fino all'ottenimento della cattedra nel [[1951]] Moro tenne come professore incaricato corsi in svariate facoltà dell'università, fra i quali si segnalano quello in Filosofia del diritto, dal quale fu tratto un apprezzato libro di testo, e l'importante insegnamento di Diritto penale nel corso di laurea in giurisprudenza, che Moro ricoprì a nel 1942-43, in quanto il titolare, prof. [[Giovanni Leone]] (poi [[presidente della Repubblica]] dal [[1971]] al [[1978]]) era stato richiamato alin servizio militare.
Nel [[1942]], Moro svilupperà inoltre la sua seconda opera, intitolata ''La subiettivazione della norma penale'', che assieme al lodevole giudizio espresso nei confronti della sua attività didattica nello stesso anno gli varrà la concessione della libera docenza in Diritto Penale. La sua carriera universitaria proseguì spedita: nel [[1948]] fu nominato professore straordinario di [[diritto penale]] presso l'Università di Bari<ref>[[Luciano Violante]], ''Aldo Moro penalista, l'eretico'', Milano: Franco Angeli, 2011, Democrazia e diritto: XLVIII, 1 2, 2011.</ref> e nel [[1951]], al termine del prescritto triennio di straordinariato, ad appena 35 anni di età completò il ''cursus honorum'' ottenendo la cattedra da professore ordinario di diritto penale, sempre presso l'Ateneo del capoluogo pugliese. Nel [[1963]], anche per poter meglio conciliare gli impegni politico-istituzionali con quelli accademici, ottenne il trasferimento all'[[Università degli Studi di Roma "La Sapienza"|Università di Roma]], in qualità di titolare della [[cattedra]] di Istituzioni di Diritto e Procedura penale presso la Facoltà di [[Scienze politiche]].<ref>[[Luigi Compagna]], ''Aldo Moro professore a Scienze Politiche'', Firenze (FI): Le Monnier, Nuova antologia : 607, 2260, 2011.</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.gerograssi.it/cms2/file/cacucci_massafra_moro.pdf|titolo=Aldo Moro e l'Università di Bari - A cura dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro, pagina 23|urlmorto=no|data=20-04-2019}}</ref> Nonostante i molteplici impegni politici e istituzionali che lo accompagneranno negli anni, Moro non venne mai meno ai suoi impegni accademici e continuò ad insegnare regolarmente fino alla morte, dedicando sempre la necessaria attenzione ai suoi studenti, con i quali era solito anche intrattenersi a dialogare, dopo le lezioni. È stato ritenuto emblematico di questa sua vocazione didattica il fatto che, fra le borse rinvenute nella Fiat 130 da cui fu rapito il [[16 marzo]] [[1978]] (vedi ''infra''), ve ne fosse una contenente alcune tesi di laurea dei suoi allievi.<ref>[https://www.passaggilenti.com/aldo-moro-professore-biografia-morte/ "Il mio lavoro è insegnare, la politica viene dopo". Il professor Aldo Moro]</ref>
 
Nel [[1935]] entrò a far parte della [[Federazione Universitaria Cattolica Italiana]] di Bari, segnalandosi ben presto anche a livello nazionale. Nel luglio 1939 venne scelto, su consiglio di monsignor [[Papa Paolo VI|Giovanni Battista Montini]], di cui, proprio in quegli anni, divenne amico, come presidente dell'Associazione, in questo periodo prende i voti nella [[Fraternità laica di San Domenico|Fraternità Laica di San Domenico]].<ref>{{Cita web|url=http://www.laicidomenicani.com/blog/2016/04/15/saggio-storico-sul-laicato-5-parte/|titolo=Saggio storico sul Laicato|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161006051422/http://www.laicidomenicani.com/blog/2016/04/15/saggio-storico-sul-laicato-5-parte/|dataarchivio=6 ottobre 2016}}</ref>