Basilica di Santa Croce: differenze tra le versioni

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Le navate sono rischiarate da numerose vetrate, spesso risalenti al Tre e Quattrocento.
 
La basilica custodisce innumerevoli [[tombe]]. Solo sul pavimento sono disseminate 276 lastre di marmo con rilievi e stemmi intarsiati e molti monumenti funebri si trovano sulle pareti tra gli altari vasariani (molte di uomini illustri), nonostante uno sfoltimento avvenuto all'inizio degli anni sessanta, che rimosse gran parte delle tombe aristocratiche ottocentesche, oggi sistemate in un corridoio sotto la loggetta del Chiostro Grande.
 
Sebbene la basilica fosse stata usata come luogo di sepoltura di molti personaggi illustri, al pari di molte altre chiese, è solo nell'Ottocento che diventò un vero e proprio ''pantheon'' di personaggi celebri legati all'arte, alla musica e alla letteratura. Nel [[1871]] infatti veniva qui sepolto con una affollatissima cerimonia pubblica [[Ugo Foscolo]], morto nel [[1827]] a [[Turnham Green]], secondo il suo stesso desiderio di essere sepolto accanto ad altri grandi personaggi toscani come [[Michelangelo]] e [[Galileo Galilei|Galileo]]. Dopo questo episodio iniziarono ad arrivare altre salme di celebrità decedute anche molti anni prima, come [[Gioachino Rossini]] nel [[1887]], [[Leon Battista Alberti]], [[Vittorio Alfieri]], ecc., per i quali i migliori scultori dell'epoca realizzarono i monumenti che ancora si allineano nella navata. Anche per Dante fu approntato un grande sepolcro, ma la città di [[Ravenna]] si rifiutò strenuamente di consegnare le spoglie del poeta morto in esilio.