Vesima: differenze tra le versioni

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Quando nel 1533 le monache si trasferirono a Genova, nel convento di [[Chiesa di Santa Maria in Passione|Santa Maria in Passione]], il complesso fu venduto alla famiglia Lomellini Sorba che lo trasformò in villa patrizia. Passato più volte di mano nel 1904 divenne di proprietà della marchesa Teresa Pallavicini, vedova Negrotto Cambiaso.<ref name="lavesima"/><ref name="fuori_mura"/> Attualmente il convento, ristrutturato, è suddiviso in appartamenti privati, mentre la chiesa, che dipende dalla [[Chiesa di Sant'Eugenio in Crevari|parrocchia di Sant'Eugenio in Crevari]], è officiata nei giorni festivi.<ref>[http://www.pmap.it/parrocchiemap/consultazione/index_pm.jsp?id_diocesi=93&coordinates=%2844.423528%2C+8.729442%29&raggio=0.5&lay=mappa Info sulla chiesa di San Pietro di Vesima] sul sito dell'[[arcidiocesi di Genova]]</ref>
 
Intorno alla metà del [[XVII secolo]] nella zona furono sfruttate alcune [[Cava (miniera)|cave]] di pietra, principalmente per l'ampliamento del [[porto di Genova]] e per la costruzione di diverse [[chiesa (architettura)|chiese]]. Il borgo era nell'antichità un punto di osservazione sul mare per fronteggiare le scorrerie dei [[saraceni]]; fin dal [[XVIII secolo]] all’estremità di ponente del borgo esisteva infatti una [[torre d'avvistamento]]<ref name=voltriweb>[http://www.voltriweb.it/voltri/curiosa4.htm "La Madonna dell'Aguggia torna a splendere sul mare di Vesima"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170922165000/http://www.voltriweb.it/voltri/curiosa4.htm |date=22 settembre 2017 }}, articolo sul sito www.voltriweb.it</ref>, abbattuta per motivi bellici nel 1915, mentre il rio Lupara era utilizzato come fonte di energia per azionare [[mulino|mulini]] e [[oleificio|frantoi]].
 
L'abitato, nella sua parte più antica, non ha subito mutamenti significativi. Intorno alla metà del [[XIX secolo]] vi venne impiantato un cotonificio, poi trasformato, con scarsa fortuna, in una fabbrica di garze<ref name="lavesima"/><ref name="fuori_mura"/>, i cui resti sono ancora visibili sotto al viadotto autostradale, poco oltre la chiesa di San Pietro