Alachis: differenze tra le versioni

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Paolo Diacono tace sula sua religione ma è evidente la sua affiliazione all'arianesimo in base anche al non celato disprezzo che nutriva per il clero, una classe sociale di valori totalmente diversi rispetto a quello dei guerrieri longobardi e legati, come naturale, alla dinastia cattolica.<ref>{{Cita libro|autore=[[Paolo Diacono]]|curatore=Antonio Zanella|titolo=[[Historia Langobardorum|Storia dei Longobardi]]|editore=[[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR Rizzoli]]|città=[[Vignate]] (MI)|pp=461-463|capitolo=Note 51, 52, 53|ISBN=978-88-17-16824-3}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Delogu|titolo=Il regno longobardo|collana=Storia d'Italia|anno=1980|città=Torino|p=120|volume=Volume I, Longobardi e Bizantini}}</ref>
 
Alachis, nel 678 circa, attaccò il conte dei [[Bavari]] (da loro chiamato gravione) che dominava su [[Bolzano]] e altri castelli e lo sconfisse.<ref name=":0" /> Questo attacco era forse diretto a colpire dei possibili alleati cattolici della dinastia bavarese, anch'essi cattolici.<ref>{{Cita libro|autore=[[Paolo Diacono]]|curatore=Antonio Zanella|titolo=[[Historia Langobardorum|Storia dei Longobardi]]|editore=[[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR Rizzoli]]|città=[[Vignate]] (MI)|p=463|capitolo=Nota 53|ISBN=978-88-17-16824-3}}</ref> Esaltato dalla vittoria, si ribellò al proprio sovrano e si fortificò nel castello di [[Trento]]. Perctarito lo assediò, ma venne sconfitto in una sortita che distrusse il suo accampamento e fece fuggire il re.<ref name=":1">{{Cita libro|autore=[[Paolo Diacono]]|curatore=Antonio Zanella|titolo=[[Historia Langobardorum|Storia dei Longobardi]]|editore=[[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR Rizzoli]]|città=[[Vignate]] (MI)|pp=459-461|capitolo=Libro V, 36|ISBN=978-88-17-16824-3}}</ref> Alachis era tuttavia legato da vincoli di amicizia al coreggente grazie alle quali salvò più volte Alachis dalle condanne a morte del padre. Egli quindi intercedette presso il sovrano allo scopo di raggiungere un accordo: Cunicperto insistette presso il padre per far si che cedette ad Alachis del [[ducato di Brescia]],<ref name=":0">{{Cita libro|autore=[[Paolo Diacono]]|curatore=Antonio Zanella|titolo=[[Historia Langobardorum|Storia dei Longobardi]]|editore=[[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR Rizzoli]]|città=[[Vignate]] (MI)|p=459|capitolo=Libro V, 36|ISBN=978-88-17-16824-3}}</ref> sicuro che in futuro il duca sarebbe stato prezioso per sé, nonostante il padre lo avesse avvertito che lui sarebbe stato la sua rovina.<ref name=":1" /> La vicenda di Alachis costituisce l'unico caso di attribuzione di due ducati in una sola persona.<ref>{{Cita libro|autore=[[Paolo Diacono]]|curatore=Antonio Zanella|titolo=[[Historia Langobardorum|Storia dei Longobardi]]|editore=[[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR Rizzoli]]|città=[[Vignate]] (MI)|p=459|capitolo=Nota 47|ISBN=978-88-17-16824-3}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Stefano Gasparri|titolo=I duchi longobardi|p=47, n.10}}</ref>
 
Quando, nel [[688]], Cuniperto succedette a Pertarito, la ribellione divampò nuovamente. Alachis, spalleggiato dai bresciani Aldone e Grausone, approfittò di un'assenza del re per occupare [[Pavia]], capitale del regno, e costringere Cuniperto a rifugiarsi sull'[[Isola Comacina]].<ref name=":2">{{Cita libro|autore=[[Paolo Diacono]]|curatore=Antonio Zanella|titolo=[[Historia Langobardorum|Storia dei Longobardi]]|editore=[[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR Rizzoli]]|città=[[Vignate]] (MI)|pp=461-463|capitolo=Libro V, 38|ISBN=978-88-17-16824-3}}</ref> Il governo di Alachis si dimostrò però presto oppressivo e tirannico alienandogli così l'appoggio popolare, soprattutto per la sua politica ostile alla [[Chiesa cattolica]] e orientata a favore degli ariani.<ref name=":2" /> A seguito di un'incomprensione, Aldone e Grausone, convinti che Alachis era intenzionato a tradirli, convinsero Alachis ad andare a cacciare e di lasciargli la gestione del regno al suo posto, promettendogli la testa dello stesso re.<ref name=":3" /> Riuscirono quindi a convincerlo e lo allontanarono da così da Pavia.<ref name=":3">{{Cita libro|autore=[[Paolo Diacono]]|curatore=Antonio Zanella|titolo=[[Historia Langobardorum|Storia dei Longobardi]]|editore=[[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR Rizzoli]]|città=[[Vignate]] (MI)|pp=465-467|capitolo=Libro V, 39|ISBN=978-88-17-16824-3}}</ref> I due andarono sull'isola di Comacina, ottennero il perdono del re e gli promisero di aprirgli le porte di Pavia.<ref name=":3" />