Assedio di Torino: differenze tra le versioni

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→‎La vita in città: "una lira corrispondeva al salario mensile di un artigiano": sostituito mensile con giornaliero. Chiedo verifica.
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I cittadini seppero premunirsi attentamente per l'assedio. I viveri venivano forniti dalle scorte accumulate, dai piccoli orti cittadini o ancora da Porta Po; l'acqua veniva dai pozzi. Per l'approvvigionamento del cibo un ruolo fondamentale lo svolsero le [[Cascina a corte|cascine]] della pianura torinese (specie a [[Vanchiglia]])<ref>{{cita|Gariglio|p. 40|gariglio}}.</ref>.
 
Fu da agosto che la situazione iniziò a peggiorare, quando i francesi chiusero le strade di campagna e intercettarono i rifornimenti di munizioni che giungevano via fiume<ref>{{cita|Gariglio|pp. 39-40|gariglio}}.</ref>. Il comune decise di aiutare gli affamati ma, insieme alle altre spese di guerra, l'assedio veniva a costare 450.000 lire al mese (una lira corrispondecorrispondeva al salario mensilegiornaliero di un artigiano<ref>{{cita|Gariglio|p. 201|gariglio}}.</ref>), somma ingentissima.
 
Il comune dovette vendere terre e contrarre debiti per trovare i soldi. Il timore delle bombe, che bersagliavano la città, fece apporre sulle porte delle case l'effigie della [[Madonna della Consolata|Consolata]], sperando nella protezione della vergine. Anche i reggimenti cattolici e luterani portavano sul cappello l'immagine di Maria.