Ludovico il Moro: differenze tra le versioni

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=== Alleanze ===
Temendo soprattutto la potenza della confinante [[Venezia]], il Moro mantenne alleanze proficue con la [[Firenze]] di [[Lorenzo il Magnifico]], con [[Ferdinando I di Napoli|Ferdinando I]] [[Regno di Napoli|re di Napoli]] e con papa [[Alessandro VI]]. La nipote di Ferdinando, [[Isabella d'Aragona (1470-1524)|Isabella d'Aragona]], andò sposa a [[Gian Galeazzo Maria Sforza]], mentre il fratello di Ludovico, [[Ascanio Sforza|Ascanio]], venne creato cardinale. Nel 1486 Ludovico diede il proprio sostegno a Ferdinando I di Napoli per contrastare la congiura dei baroni e ne ricevette in cambio il collare dell'[[Ordine dell'Ermellino. Approfittando della situazione impegnata per il ducato, nel [[1487]] le truppe svizzere invasero il milanese e giunsero a [[Domodossola]], ma vennero prontamente respinte dalle milizie del Moro che, nel luglio di quello stesso anno, recuperarono anche [[Genova]], che dal [[1479]] si era resa nuovamente indipendente dal dominio sforzesco. Per contrastare la presenza veneziana in [[Romagna]] e le mire espansionistiche dei fiorentini, appoggiò le operazioni militari di sua nipote, [[Caterina Sforza]], signora di [[Imola]] e [[Forlì]].
Nel 1487 il doge [[Paolo Fregoso]] indisse un consiglio generale esortando i genovesi a mettersi ancora una volta sotto la protezione del [[Ducato di Milano]] per cercare di porre fine a nove anni di lotte intestine alla città e potersi difendere dagli attacchi dei fiorentini. Furono dunque inviati oratori a Milano che vennero ricevuti dal Moro e giurarono fedeltà al duca [[Gian Galeazzo Maria Sforza|Gian Galeazzo Maria]]. In seguito alla dedizione i fiorentini terminarono le ostilità contro i genovesi. La [[Repubblica di Genova]] sarebbe rimasta sotto la signoria sforzesca sino al 1499.<ref>B Il 23 agosto i genovesi inviarono dodici ambasciatori a Milano per la conferma dei loro capitoli ma il Moro non potè riceverli essendo gravemente malato. Corio,Il ''Storiavuoto di Milano'',potere Milano,creato 1856,dalla volsua IIIinfermità portò ai primi disordini tra guelfi e ghibellini che furono però contenuti dalla diplomazia di [[Ascanio Sforza]], p.giunto 421</ref>da Roma per far visita al fratello e in seguito dal ritorno in salute del Moro.
 
Alcune settimane dopo giunse a Milano il legato [[Mattia Corvino]], re d'Ungheria, per effettuare il contratto di matrimonio tra Giovanni, figlio naturale del re e [[Bianca Maria Sforza]], figlia del defunto duca [[Galeazzo Maria Sforza|Galeazzo]]. Il matrimonio non fu mai celebrato dal momento che Mattia morì nel 1490 e divenne re [[Ladislao II di Boemia]].<ref>B. Corio, ''Storia di Milano'', Milano, 1856, vol III, pp. 421-423</ref>
Temendo soprattutto la potenza della confinante [[Venezia]], il Moro mantenne alleanze proficue con la [[Firenze]] di [[Lorenzo il Magnifico]], con [[Ferdinando I di Napoli|Ferdinando I]] [[Regno di Napoli|re di Napoli]] e con papa [[Alessandro VI]]. La nipote di Ferdinando, [[Isabella d'Aragona (1470-1524)|Isabella d'Aragona]], andò sposa a [[Gian Galeazzo Maria Sforza]], mentre il fratello di Ludovico, [[Ascanio Sforza|Ascanio]], venne creato cardinale. Nel 1486 Ludovico diede il proprio sostegno a Ferdinando I di Napoli per contrastare la congiura dei baroni e ne ricevette in cambio il collare dell'Ordine dell'Ermellino. Approfittando della situazione impegnata per il ducato, nel [[1487]] le truppe svizzere invasero il milanese e giunsero a [[Domodossola]], ma vennero prontamente respinte dalle milizie del Moro che, nel luglio di quello stesso anno, recuperarono anche [[Genova]], che dal [[1479]] si era resa nuovamente indipendente dal dominio sforzesco. Per contrastare la presenza veneziana in [[Romagna]] e le mire espansionistiche dei fiorentini, appoggiò le operazioni militari di sua nipote, [[Caterina Sforza]], signora di [[Imola]] e [[Forlì]].
 
=== Il matrimonio ===