Affare Tuchačevskij: differenze tra le versioni

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Non potendo richiederli direttamente all'ammiraglio [[Wilhelm Canaris]], fece svaligiare gli archivi segreti dell'Abwehr dai propri uomini<ref name="C9p96-1">{{Cita|Chauffier 1969|p. 96|Chauffier1969}}.</ref>, sotto la guida di [[Walter Schellenberg]]. Il falso dossier fu fabbricato in un laboratorio segreto installato nei sotterranei della sede della [[Gestapo]], in Albertstrasse, sorvegliato da eccezionali misure di sicurezza. L'incartamento presentava prove schiaccianti contro i generali Tuchačevskij, [[Iona Ėmmanuilovič Jakir|Jakir]], Kork, Putna e Uborevič. Da esso si ricavava che da oltre dieci anni i militari tradivano l'URSS per denaro, fornendo informazioni della massima importanza allo Stato Maggiore tedesco<ref name=C9p97>{{Cita|Chauffier 1969|p. 97|Chauffier1969}}.</ref>. Skoblin fece sapere all'NKVD di aver visto le prove del tradimento di Tuchačevskij, e di poterle comprare da un alto funzionario tedesco per la somma di 200.000 marchi. Nell'aprile del 1937 arrivarono a Berlino tre collaboratori di Ežov, che viaggiavano con passaporto diplomatico e sotto falso nome. Alla presenza di Skoblin si videro consegnare da [[Hermann Behrends]] (direttore della Sezione Affari Orientali dell'SD), il sedicente falso funzionario, l'incartamento in questione.
 
Per incrementare la credibilità del complotto internazionale, Heydrich decise di coinvolgere il presidente della Repubblica Cecoslovacca, [[Edvard Beneš]]<ref>egli fu scelto da Skoblin come la personalità straniera che avrebbe dovuto preparare Stalin a ricevere senza alcuna diffidenza il dossier relativo a Tuchačevskij</ref>. Skoblin conosceva il capo del servizio informazioni cecoslovacco, NemanovNematov, ed a Ginevra gli confidò di aver negoziato l'acquisto di certi documenti riservati<ref name=C9p98>{{Cita|Chauffier 1969|p. 98|Chauffier1969}}.</ref>, che vedevano rapporti regolari tra Tuchačevskij ed i trotzkistitrockisti. Nematov cercò di verificare la validità di tale informazione e ''scoprì'', tramite l'agente dell'NKVD Grylevič, che Tuchačevskij preparava un colpo di Stato a Mosca in collaborazione con i trotzkistitrockisti e con qualche membro dello Stato Maggiore tedesco. La NKVD affiancò a Skoblin un collaboratore per avvalorare le prove, un certo Nikolaj Alekseev<ref name=C9p98/>, che si fece arrestare dalla polizia francese mentre tentava di trafugare i piani di un sommergibile.
 
Incarcerato a Chèrche-Midi, Alekseev parlò al giudice istruttore di una cospirazione del maresciallo Tuchačevskij, in collaborazione con i trockisti e qualche membro dello stato maggiore tedesco, per fomentare un colpo di Stato in URSS. Essendo cittadino russo fu interrogato nella sua lingua sugli scopi della missione, ed egli fece saltare fuori un particolare che ambientava a [[Praga]] una parte della storia. Essendo alleato della Francia, secondo gli accordi correnti, il governo ceco fu informato dell'accaduto tramite l'addetto militare cecoslovacco<ref name=L6p95>{{Cita|Lukes 1996|p. 95|Lukes1996}}.</ref> a Parigi<ref>questo fatto venne rivelato da LeonLéon Blum alla Commissione d'Inchiesta sugli avvenimenti avvenuti in Francia dal 1933 al 1945</ref>. Un altro indizio fu appositamente fornito al presidente Beneš dall'SD. Mastny, l'ambasciatore cecoslovacco a Berlino, stava negoziando un accordo economico con la Germania attraverso il ministro plenipotenziario [[Ernst von Weizsäcker]]. Il consulente economico di von Weiszacker, Trautmanndorf, avrebbe portato il discorso sulla questione dei rapporti fra alcuni elementi degli Alti Comandi militari russo e tedesco, decisi a risolvere le tensioni tra Berlino e Mosca anche a scapito della Cecoslovacchia. A questo punto Beneš convocò l'ambasciatore russo a Praga, Aleksandrovskij, fornendogli tutte le informazioni in suo possesso, compreso il colloquio tra Mastny e Trautmanndorf<ref name=L6p95/>. L'ambasciatore fece a sua volta pervenire al Cremlino un dettagliato rapporto, che finì nelle mani di Ežov, che a sua volta informò immediatamente Stalin<ref name=C9p99>{{Cita|Chauffier 1969|p. 99|Chauffier1969}}.</ref>.
 
Stalin preparò il terreno alla rimozione di Tuchačevskij pronunciando un violento discorso innanzi al Comitato Centrale, sul pericolo della cospirazione all'interno dello Stato, quindi il ministro degli esteri Molotov interviene sostenendo l'utilità di dare una "decisa ripulita". Tuchačevskij viene convocato al Cremlino, dove gli viene ritirato il permesso d'espatrio proprio mentre era in procinto di partire per Londra come rappresentante sovietico all'incoronazione del nuovo sovrano, [[Giorgio VI d'Inghilterra|Giorgio VI]]<ref>la scusa utilizzata fu quella di un possibile attentato contro il Maresciallo, che doveva avvenire a Varsavia. Ciò mise sull'avviso Tuchačevskij, in quanto il suo viaggio doveva avvenire su una nave da guerra</ref>. La discussione che il Maresciallo ha con Stalin si fece ben presto accesa, poi Tuchačevskij lasciò il dittatore che, ormai convinto del suo tradimento, decise di passare alle vie di fatto. Poco tempo dopo il maresciallo Vorošilov destituì Tuchačevskij dalla carica di Vicecommissario alla Difesa e ne ordinò l'immediato trasferimento nella Regione Militare del Volga. Viene quindi arrestato il generale Gekker, capo dell'Ufficio Relazioni Estere dell'Armata Rossa, e con lui il generale Garkavij, comandante del Settore degli Urali. Durante il suo viaggio per assumere il comando della regione militare del Volga.