Massimo (famiglia): differenze tra le versioni

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[[File:Palazzo Massimo alle Colonne.jpg|thumb|sinistra|[[Palazzo Massimo alle Colonne]]]]
[[File:3045 - Catania - Cattedrale - Tomba di Innocenzo Massimo + 1633 - Foto Giovanni Dall'Orto, 4-July 2008.jpg|thumb|Stemma dei Massimo sulla tomba del cardinale [[Innocenzo Massimo|Innocenzo]] nel [[duomo di Catania]]]]
Il più antico personaggio di cui si ha notizia sarebbe vissuto nel [[X secolo]]: una [[lapide]] del [[1012]] nella [[basilica dei Santi Bonifacio e Alessio]] sull'[[Aventino]] ricorda un ''Leo de Maximis''. Tuttavia il primo a essersi fregiato del nome di famiglia «de Maximis», come segno di appartenenza all'aristocrazia [[roma]]na, sembra sia stato [[Massimo di Lello di Cecco]], titolare di un banco di pegni nella prima metà del [[XV secolo]], definito nei documenti dell'epoca «Maximus Lelli Cecchi»; suo padre [[Lello Massimo|Lello]] (morto nel [[1420]]) gestiva una spezieria nel [[Sant'Eustachio (rione di Roma)|rione Sant'Eustachio]] e fu [[Conservatore di Roma]] nel [[1418]], mentre il nonno Cecco di Lello ''de Maximo''<ref>Ivana Ait, ''Dalla mercatura allo Studium Pisanae Urbis. I Massimi nella Roma del Rinascimento'', 2019</ref>, che sottoscrisse nel [[1347]] gli statuti dell'arte della lana, fu probabilmente il principale artefice della fortuna economica della famiglia<ref>Anna Modigliani, [http://www.treccani.it/enciclopedia/massimo-massimo_%28Dizionario-Biografico%29/ MASSIMO, Massimo (Massimo di Lello di Cecco)]. In: ''[[Dizionario Biografico degli Italiani]]'', Roma: Istituto dell'Enciclopedia italiana, Vol. LXXII, 2009</ref>.
Non èpare tuttaviasia daancora escluderepossibile stabilire una possibile parentela certa con la medesima famiglia chedel possedettenobile finoAndrea agli''de iniziMaximis,'' delGiudice Palatino nel 1346, cui apparteneva ancora nel XIV secolo il casale del [[Trullo (Roma)#Siti archeologici|Trullo]] in area portuense, che da essi prese nome<ref>Giuseppe Tomassetti, ''La Campagna romana'', Via Portuense, vol. 6</ref>.<br>
Tra il [[XIV secolo|XIV]] e il [[XV secolo]] i Massimo possedevano un ingente patrimonio derivante da attività commerciali e professionali e ciò permise alla famiglia di stringere alleanze matrimoniali con alcune casate aristocratiche romane (i [[Santacroce (famiglia)|Santacroce]], i Mazzatosta, i Planca, gli Spannocchi, i [[Mattei (famiglia)|Mattei]], i [[Cesarini (famiglia)|Cesarini]], i Mancini, i [[Colonna (famiglia)|Colonna]], ecc.)<ref>Ivana Ait, ''Tra scienza e mercato. Gli speziali a Roma nel tardo Medioevo'', Roma: Istituto Nazionale di Studi Romani, 1996, p. 20 e pp. 55-66, ISBN 8873111009</ref><ref>Anna Modigliani, ''Mercati, botteghe e spazi di commercio a Roma tra Medioevo ed età moderna'', Roma: Roma nel Rinascimento, 1998, ISBN 8885913180)</ref>. Se il titolo di [[Nobile (aristocrazia)|nobile]] della famiglia risale al [[XIV secolo]], quello di [[marchese|marchesi]] al [[1544]], quello di [[principe|principi]] al [[1826]] e quello di [[duca|duchi]] al [[1828]].
[[File:Massimo Castle (Arsoli).jpg|thumb|left|[[Arsoli]]: il castello dei principi Massimo]]