Dimissioni di don Luigi Sturzo da segretario del Partito Popolare Italiano: differenze tra le versioni

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|contenuto = Di seguito il testo della missiva; in '''grassetto''' sono riportate le note apposte dal Papa.
 
''Beatissimo Padre, (...) ho ricevuto comunicazione del desiderio di V[ostra] B[eatitudine] che io lasci senza indugio la segreteria politica del partito popolare italiano; e nella forma come mi è stato espresso il desiderio e per la testimonianza della pia e veneranda persona che me l'ha comunicato, debbo ritenere che si tratti di un comando ['''desiderio motivato'''].
 
Ed al comando di V.B. io non posso che rispondere: obbedisco, con la serenità di chi compie semplicemente il proprio dovere. (...) Anzitutto tanto gli avversari di ogni colore quanto gli amici del partito popolare italiano, attribuiranno il mio ritiro ad un intervento della S. Sede; e ciò alla vigilia della discussione alla Camera dei deputati del disegno di legge sulla riforma elettorale e politica. Come smentire ciò? Con quali mezzi? Forse con delle menzogne? ['''No certo; ma con i riflessi suggeriti: il bene del Ppi e della Chiesa Cattolica.'''] Non potrei.
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Nella lettera con la quale mi è stato espresso il desiderio della B.V. è detto che nell'opposizione al governo, da me diretta, ne sia stata auspice la [[massoneria]] ['''A Pisa la massoneria deliberava testé di sostenere don Sturzo nella opposizione al G.''']. (...) Debbo aggiungere che mai, né direttamente né indirettamente, la massoneria ha avuto un solo momento di tolleranza verso il partito popolare italiano. (...) Nella stessa lettera succitata è detto che questo atto (l'ordine che io mi ritiri da segretario politico) non debba ritenersi come poco benevolo verso il partito popolare, ma solo ispirato agli interessi superiori della Chiesa.
 
Ringrazio la B.V. di questa assicurazione ma non saprei come poter fare a che gli altri amici ed avversari riconoscano e si convincano che sia veramente così ['''Veramente è così''']. Purtroppo, il ritiro sarà fatto passare come una implicita sconfessione del partito popolare italiano (...). Tenderà a far credere che la Chiesa appoggi il governo fascista e il fascismo, i cui metodi non solo nel campo politico ma anche in quello etico sono per tante ragioni a riprovarsi.''
 
La lettera proviene dall'Archivio di [[Pio XI]] aperto alla consultazione il 18 novembre [[2006]]. Le dimissioni di Sturzo crearono non poco scalpore all'epoca in particolar modo perché arrivarono alla vigilia della discussione parlamentare sulla [[legge elettorale Acerbo]], fortemente voluta dal governo e osteggiata dall'opposizione. Le dimissioni di Sturzo indebolirono grandemente il partito popolare, minandone la legittimazione verso la base cattolica, e vennero interpretate come la sconfessione da parte della chiesa cattolica dell'opposizione politica al fascismo.