Destra (politica): differenze tra le versioni
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Nel corso del [[Novecento]] la destra ha compreso posizioni ideologiche come il [[conservatorismo]], il [[liberalismo conservatore]], il [[liberismo]], il [[nazionalismo]] e il [[tradizionalismo cattolico]]. Mentre in [[Italia]] ha prevalso a lungo l'uso del termine "destra" per le posizioni più estreme dello schieramento politico, in altri Paesi, come gli [[Stati Uniti]], il [[Regno Unito]] e la [[Francia]], tale espressione è stata utilizzata per definire partiti di "destra moderata" o di [[centro-destra]].
In questo senso, i maggiori esponenti di tale destra nel Novecento sono stati [[Margaret Thatcher]] in Gran Bretagna e [[Ronald Reagan]] negli USA che hanno contribuito a trasformare il conservatorismo da ideologia [[protezionismo|protezionista]] e [[statalista]] in un pensiero prevalentemente [[individualismo|individualista]], [[liberismo|liberista]] e [[liberalismo nazionale|nazional-liberale]].
== La destra in Italia ==
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=== Il concetto di destra al giorno d'oggi ===
[[File:Fronte.jpg|thumb|La [[Fiaccola Tricolore]], storico simbolo dei Giovani della Destra Italiana]]
Al giorno d'oggi, con il termine destra, in àmbito politico, s'indica l'insieme delle posizioni politiche qualificate come [[conservatrici]], [[Nazionalismo|nazionaliste]]. Appare determinante per questa attribuzione fondare le proprie idee sul non [[egualitarismo]]. Gli uomini sono allo stesso tempo eguali e diversi, però per la destra è
L'uomo, nelle quotidiane relazioni che lo collegano agli altri uomini, agisce utilizzando soprattutto gli elementi che lo differenziano e deve quindi essere valutato di conseguenza. La diversità è l'elemento principe del mondo, che lo rende tale e lo guida. D'altra parte, le diseguaglianze fra le persone (l'incontro fra differenze) inducono ad instaurare rapporti di forza fra gli individui, che sarebbe stupido ignorare o sminuire, perché determinano prima il quotidiano, poi il divenire storico. Dire ciò non significa giustificare ogni forma di [[diseguaglianza]] (alcune moralmente potrebbero essere anche criticabili e si potrebbe pensare di perseguirle), ma significa ammettere che il mondo è regolato da un ordine delicato, fissato dall'accavallarsi di diversità che non possono essere ridotte ad un'uniforme eguaglianza. Le differenze individuali, proprietà inalienabili di ogni individuo e frutto del suo naturale stare al mondo, sono esattamente i valori che concretano i presupposti della vita dell'uomo sulla terra e, allo stesso tempo, l'unico suo possibile risultato<ref>Eric Cò, "Che cosa voterò da grande?", pp. 91.</ref>.
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* [[Marco Revelli]], ''La destra nazionale'', il Saggiatore, Milano, 1996
* Ambrogio Santambrogio, ''Destra e sinistra. Un'analisi sociologica'', Laterza, Roma-Bari, 2000
* Hans-Georg Betz,
== Voci correlate ==
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