Moti di Genova: differenze tra le versioni
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==Razzie nella città conquistata==
Durante il pesante bombardamento del 5 aprile le truppe piemontesi presero di mira le abitazioni civili e persino l'[[ospedale di Pammatone]] (già [[Portoria]] ed oggi [[Piccapietra (Genova)|Piccapietra]]), sparando a raffica dalle batterie di San Benigno
{{cn|Durante questo periodo i soldati sabaudi, (con ammirevoli eccezioni come narrato dall'anonimo di Marsiglia), si abbandonarono alle più meschine azioni contro la popolazione civile, violentando donne ed uccidendo padri di famiglia e fratelli che si opponevano allo scempio, sparando alle finestre alla gente che vi si affacciava e correndo per le strade al grido di ''I Genovesi son tutti Balilla''<ref>Riferendosi alle gesta del giovane patriota genovese [[Giovan Battista Perasso]], celebre per il grido di invito alla rivolta ''Che l'inse'' ("che abbia inizio").</ref>, ''non meritano compassione, dobbiamo ucciderli tutti''; oppure: ''Denari, denari o la vita'', a cui fecero seguito irruzioni e predazioni.
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