Madama Lucrezia: differenze tra le versioni

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Come per le altre statue, non si è potuta assegnare una identificazione certa, e le ipotesi sul personaggio raffigurato sono molteplici: la più accreditata sembra essere la dea [[Iside]] (o una sua sacerdotessa) perché il nodo della veste sul petto è una caratteristica che ricondurrebbe a quel culto.
 
Il busto sarebbe stato donato a [[Lucrezia d'Alagno]], l'amante di [[Alfonso V d'Aragona]] [[Regno di Napoli|re di Napoli]], la quale, dopo la morte di Alfonso, a causa dell'ostilità del suo successore si trasferì a Roma ed abitò nei pressi del luogo dove ora si trova la statua. Ad ulteriore conferma dell'ipotesi dell'attribuzione del nome con riferimento a quella Lucrezia, c'è la circostanza che nel [[XV secolo]] il termine “madama” era usato a Napoli, ma non a Roma.
 
Come le altre cinque è stata la “voce” di diverse ''[[Pasquino#Pasquinate|pasquinate]]'' (poche, in realtà), le violente e spesso irriverenti satire indirizzate a colpire anche pesantemente e sempre in modo anonimo i personaggi pubblici più in vista nella Roma del [[XIV secolo|XIV]] e [[XV secolo]]. Se ne ricordano in particolare due: la prima quando, nel [[1591]], [[papa Gregorio XIV]], ormai in fin di vita, si fece trasferire al [[Palazzo Venezia]], sperando (grazie anche alla presenza di un alto steccato che attutiva i rumori della città) in un miglioramento che invece non ci fu, e Lucrezia sentenziò che ''La morte entrò attraverso i cancelli''. L'altra durante la [[Repubblica Romana (1798-1799)|Repubblica Romana]] del [[1799]], quando il popolo romano in rivolta precipitò a terra il suo busto, apparve sulle spalle la scritta ''Non ne posso veder più''.