Prima guerra mondiale: differenze tra le versioni

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Le enormi perdite subite dalla Russia avevano minato alle fondamenta la resistenza morale e fisica del suo esercito, tanto che al fronte molti ufficiali non riuscivano più a mantenere la disciplina<ref>{{Cita|Hart|pp. 392, 393}}.</ref>. Su tutto il fronte i [[bolscevismo|bolscevichi]] incitavano gli uomini a rifiutarsi di combattere e a partecipare ai comitati dei soldati per sostenere e diffondere le idee rivoluzionarie; dal fronte le agitazioni si trasmisero alle città e alla capitale. Il 3 marzo 1917 a Pietrogrado scoppiò un violento sciopero nelle [[officine Kirov]], la principale fabbrica di armamenti e munizioni: l'8 marzo gli operai in sciopero erano circa {{formatnum:90000}}, il 10 marzo fu proclamata la legge marziale e il potere della [[Duma]] fu messo in discussione dal ''[[Soviet]]'' cittadino guidato dal [[Menscevismo|menscevico]] [[Nikolaj Semënovič Čcheidze|Chkheidze]]. I soldati inviati in città si unirono alla folla che protestava contro lo zar, al quale non restò altro che abdicare il 15 marzo 1917<ref>{{Cita|Gilbert|p. 382}}.</ref>.
 
Fu proclamata una "[[Repubblica russa]]" retta dal [[Governo provvisorio russo]] dominato dal socialista [[Aleksandr Fëdorovič Kerenskij]], il quale si affrettò a confermare la sua alleanza con gli anglo-francesi; in luglio, tuttavia, la nuova offensiva decisa dal governo repubblicano ([[offensiva Kerenskij]]) si risolse in una decisa sconfitta per lo stremato esercito russo.<ref>PRECLÍK, Vratislav. Masaryk a legie (Masaryk and legions), váz. kniha, 219 p., first issue - vydalo nakladatelství Paris Karviná, Žižkova 2379 (734 01 Karvina, Czechia) ve spolupráci s Masarykovým demokratickým hnutím (Masaryk Democratic Movement, Prague), 2019, ISBN 978-80-87173-47-3, pp. 5 - 85, 87 - 89, 124 - 128,140 - 148,184 - 190, 199 - 210</ref> Sfruttando il malcontento popolare e delle truppe verso la guerra, tra il 7 e l'8 novembre 1917 le forze bolsceviche [[Rivoluzione d'ottobre|s'impossessarono]] dei centri di potere russi a Pietrogrado e Mosca: la repubblica fu abbattuta e al suo posto nacque una [[Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa]] retta da [[Lenin]], rientrato in Russia dalla Svizzera con il permesso dei tedeschi, che ne avevano esattamente stimato l'impatto politico sull'avversario<ref name="Hart393">{{Cita|Hart|p. 393}}.</ref>.
 
La prima mossa del nuovo governo bolscevico fu quella di intavolare trattative per far uscire la Russia dal conflitto. Il 1º dicembre una commissione bolscevica attraversò le linee tedesche a [[Daugavpils|Dvinsk]] e giunse alla fortezza di [[Brėst|Brest-Litovsk]], dove una delegazione degli Imperi centrali li attendeva per intavolare trattative di pace<ref>{{Cita|Gilbert|p. 467}}.</ref>: Lenin intendeva chiudere il fronte per rivolgersi ai movimenti controrivoluzionari, che già attaccavano i bolscevichi e gli Imperi centrali colsero l'occasione reclamando condizioni di resa durissime; dopo lunghi e complessi negoziati, il [[trattato di Brest-Litovsk]], firmato il 3 marzo 1918, sancì la fine della partecipazione russa al conflitto e dei combattimenti sul fronte orientale<ref>{{Cita|Gilbert|p. 483}}.</ref>.