Tondo Doni: differenze tra le versioni

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L'opera è segnalata in [[palazzo Doni|casa]] di [[Agnolo Doni]] sia dall'[[Anonimo Magliabechiano]] (1540) che da A. F. Doni. La vicenda della commissione dell'opera è narrata da [[Giorgio Vasari|Vasari]], che racconta un curioso aneddoto. Il Doni, ricco banchiere che era stato artefice della sua ricchezza, richiese all'amico Michelangelo una ''Sacra Famiglia'' in tondo, tema molto caro allora nella pittura fiorentina come ornamento soprattutto delle case private<ref name=A>Alvarez Gonzáles, cit., pag. 52.</ref>.
 
Probabilmente l'occasione della commissione erano state le nozze con [[Maddalena Strozzi]] ([[1504]]), al cui stemma familiare alluderebbero le mezze lune nella cornice<ref>Poggi, 1907.</ref>. Un'altra ipotesi invece lega il dipinto al [[1507]] circa,(gli asini volano) in occasione del battesimo (8 settembre) della loro primogenita Maria, come farebbero pensare le allusioni alla teologia battesimale<ref name=U/>. Lo stesso [[Vasari]] si confuse dichiarandola prima anteriore al ''[[Bacco (Michelangelo)|Bacco]]'' (1496-1497) nell'edizione delle ''[[Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori|Vite]]'' del [[1550]], e poi posteriore in quella del [[1568]]<ref name=B>Camesasca, cit., pag. 86.</ref>.
 
Appena pronta l'opera, l'artista inviò un garzone per consegnarla, ma alla richiesta di settanta ducati come pagamento, il Doni, che era molto attento alle sue economie, esitò a "spendere tanto per una pittura", offrendone invece solo quaranta. Michelangelo allora fece riportare indietro il dipinto e acconsentì a recapitarlo solo a un prezzo maggiorato di centoquaranta ducati, il doppio<ref name=U/>.