Rinaldo degli Albizzi: differenze tra le versioni

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Nel frattempo i Medici (che con [[Giovanni di Bicci de' Medici|Giovanni di Bicci]] avevano mantenuto un ruolo maggiormente pacato nella lotta politica), con [[Cosimo de' Medici|Cosimo de' Medici il vecchio]] e i suoi seguaci, iniziavano una politica più aggressiva verso la classe dirigente degli Albizzi e i loro alleati. Finché fu in vita [[Niccolò da Uzzano]], Rinaldo venne tenuto a freno, ma alla morte dell'Uzzano si arrivò allo scontro. Quando nell'anno [[1433]] fu eletto [[gonfaloniere di giustizia]] [[Bernardo Guadagni]], uomo ritenuto fedelissimo agli Oligarchi, Rinaldo lo indusse a votare prima per una riduzione della partecipazione politica delle [[Arti minori]], svantaggiando così il popolo minuto, soprattutto legato ai [[Medici]], poi lo indusse a far catturare Cosimo.
Non ebbe però il coraggio di vibrare il colpo di grazia contro l'avversario quando era alla sua mercé. Narra il Cavalcanti<ref>[[Giovanni Cavalcanti (storico)|Giovanni Cavalcanti]]: ''Istorie fiorentine''.</ref> come Cosimo temesse fortemente per la propria vita e come riuscisse a corrompere il Guadagni con una somma di denaro. Così, invece della condanna a morte, Cosimo fu condannato all'esilio ([[1433]]).
 
Ci fu una forte sottovalutazione del pericolo da parte degli Oligarchi. Rinaldo avrebbe dovuto intervenire sulle [[tratte]] (cioè sulle estrazioni a sorte dei priori) per indirizzarle su gente fedele, ma ancora non osò (come invece faranno, e pesantemente, i Medici); così l'anno successivo ([[1434]]) fu estratta una Signoria completamente filo-medicea che richiamò Cosimo. Troppo tardi Rinaldo si rese conto che il potere gli stava sfuggendo dalle mani. Tentò in un ultimo disperato tentativo di mantenere il potere con le armi in pugno, ma vanamente.