Dialetto leccese: differenze tra le versioni

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Invece la particella pronominale "vi" viene resa a [[Lecce]] con "bu" ("spustati'''bu'''" per "spostatevi"), mentre nei paesi dell'hinterland leccese si preferisce "be" ("spustati'''be'''"), e nel Salento centro-meridionale "spustati'''ve'''".
 
==DifferenzeAltre differenze territoriali==
Il dialetto parlato esclusivamente a [[Lecce]], prevede una trasformazione di genere dei nomi maschili di cosa terminanti in "e": per esempio abbiamo "''la Comune''" o "''la salame''", in luogo di "il Comune", "il salame".
 
Il dialetto leccese parlato nell'area nord-occidentale della provincia ([[Guagnano]], [[Salice Salentino]], [[Veglie]]...) e nell'area neretina presenta delle affinità che lo avvicinano al dialetto brindisino. È il caso degli articoli determinativi i/gli/le, resi nell'unica forma "''li''" ("''li pèttule''", al posto del leccese standard "le pittule"). Altra caratteristica riguarda gli aggettivi possessivi "mio, tuo, suo", resi in "''mia, tua, sua''", invariati in genere e numero proprio come a [[Brindisi]]. Fenomeno particolare è la resa del pronome personale "tu" in "''tune''" (similmente a Brindisi) a [[Copertino]] e [[Leverano]], così come "lei/ella" diventa "''eḍḍa'' a [[Nardò]]; mentre sempre a Nardò, ma anche a [[Galatone]] e dintorni i pronomi "me" e "te" vengono resi in "''mève''" e "''tève''".
 
Il leccese parlato in alcuni paesi dell'area bilingue della [[Grecìa Salentina]], tra cui [[Martano]], [[Corigliano d'Otranto]], [[Cutrofiano]], [[Castrignano de' Greci]], [[Soleto]], [[Zollino]] e in altre località come [[Aradeo]], è caratterizzato dall'uso frequente del passato remoto anche per azioni appena compiute, a differenza degli altri paesi del [[Salento]], dove, anche per influenza dell'italiano, si usa più spesso il passato prossimo. Tale particolarità, che avvicina sensibilmente il dialetto di questi paesi al [[Dialetto siciliano|siciliano]] e a quello Calabrese meridionale, deriva dal [[Lingua greca|greco]] che, come nell'inglese e nello spagnolo moderni, usa il passato remoto (aoristo) per le azioni compiute e concluse nel passato, anche recente, e che quindi non hanno conseguenze nel presente. Ad esempio, la frase "oggi è andato al mare" - che nel salentino di Lecce diventa ''osce è/ha sciùtu a mmare'' - viene reso in queste zone ''osci scìu a mmare'', ossia “oggi andò al mare” (confronta il griko ''Sìmmeri pìrte sti ttàlassa'' e il greco moderno ''Σήμερα πήγε στη θάλασσα / sìmera pighe sti thàlassa'').
 
Sempre in questa fascia di comuni, ma anche a [[Galatina]], il dialetto inizia ad assumere caratteristiche più tipiche del Salento meridionale: un esempio è l'inversione fra pronome e verbo fraseologico in frasi come "perché mi stai guardando?" (rese in "percè '''sta me''' uardi?", a differenza del leccese standard "percè '''me sta''' uardi?"). Ultima caratteristica è l'utilizzo più frequente di parole tipiche del Salento meridionale: "sopra" diventa "''susu''" in luogo di "''subbra/sobbra''", "nessuno" e "da nessuna parte" diventano rispettivamente "''čiuveḍḍi''" e "''aveḍḍi''". A [[Cursi]] e dintorni, la parola "altro" viene resa in "''auḍḍu''", proprio come nella zona a sud di [[Maglie]].
 
==Verbi==