Placiti cassinesi: differenze tra le versioni

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Camoz87 (discussione | contributi)
Ho studiato questo argomento sul mio libro di Linguistica Italiana (Massimo Palermo, p. 164) e mi sono sentito in dovere di correggere determinate informazioni sbagliate (Che, per altro, sono state copiate per intero dalla mia professoressa universitaria su alcune slides delle lezioni...)
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[[File:Placito-capua.jpg|upright=1.6|thumb|Iscrizione marmorea sul selciato di piazza Medaglie d'Oro a [[Capua]], recante il testo del placitoPlacito capuanoCapuano (sia pure con un refuso: «kelli fini» anziché «kelle fini»).]]
I quattro '''placitiPlaciti cassinesiCassinesi''', conosciuti anche come "Placiti CapuaniCampani", sono quattro testimonianze giurate (registrate tra il [[960]] e il [[963]]) sull'appartenenza di certe terre ai monasteri benedettini di [[Capua]], [[Sessa Aurunca]] e [[Teano]]; rappresentano i primi documenti di un [[lingua volgare|volgare]] d'Italia (campano) scritti in un linguaggio che vuol essere ufficiale e dotto.
RiguardavaIl Placito più antico, noto come "Placito Capuano", riguardava una lite sui confini di proprietà tra il [[monastero di Montecassino]] e un piccolo feudatario locale, Rodelgrimo d'Aquino. Con questo documento tre testimoni, dinanzi al giudice Arechisi, deposero a favore dei [[Benedettini]], indicando con un dito i confini del luogo che era stato illecitamente occupato da un contadino dopo la distruzione dell'abbazia nell'[[885]] da parte dei [[saraceni]].
 
La formula del placitoPlacito capuanoCapuano fu inserita nella stessa sentenza, scritta in latino, e ripetuta per quattro volte.
 
== Struttura ==