Morano Calabro: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 117:
 
===Dal '400 all'epoca moderna===
====L'assaltoLo scontro della ''scala di Morano''<ref>Salmena, barone Antonio, op. cit., (cfr.) pagg. 20-21, 152-153 punto 6°</ref>====
Nell'ultimo decennio del [[Secolo XV|XV secolo]], Morano fu protagonista di un episodio a margine delle prime fasi delle [[Prima guerra d'Italia|guerre d'Italia]], ossia il passaggio del ''Gran Capitano'' [[Gonzalo Fernández de Córdoba|Consalvo de Córdoba]]. L'episodio, da menzionare come ''assaltoscontro della Scala di Morano'', avvenne nel [[1496]] durante il transito del condottiero andaluso lungo le Calabrie, a capo delle truppe del re [[Ferdinando II di Napoli|Ferdinando]]. Giungendo dalla vicina [[Castrovillari]], Consalvo si trovò a fronteggiare un'inaspettata offensivaschermaglia dei moranesi lungo la salita detta ''scala di Morano'', oggi nota come ''il Crocifisso''. Le fonti storiche a questo punto divergono, affermando da un lato, che l'imboscata venisse compiuta da contadini e popolani di Morano, altre invece vogliono che questi fossero guidati (o istigati) da un manipolo di notabili del borgo avversi alla monarchia aragonese. Qualunque siano stati gli oscuri antefatti, il Córdoba fu costretto a ripiegare nuovamente su Castrovillari vista la resistenza degli abitanti. Alcuni membri della nobiltà locale, per cautelarsi si rifugiarono nel castello di [[Laino Castello|Laino]]; il ''Capitano'', dopo aver aggirato il blocco, riuscì ad occupare Morano e li stanò a sorpresa nel loro rifugio, uccidendo dopo una breve lotta Amerigo Sanseverino. È voce comune che Morano sia stata successivamente risparmiata dai saccheggi per rappresaglia delle truppe; tuttavia non si può non riscontrare che, a questo punto, la vicenda come storicamente accertabile, si tinge dei colori del mito. Infatti dopo il suddetto episodio, sulla strada verso Morano, la leggenda narra che il ''gran Capitano'' Consalvo incontrò un [[Frate|frate]] francescano che con parole pie cercò di dissuaderlo da propositi bellicosi, inducendolo quindi a risparmiare il paese. Giuntovi ed entrato poi nella chiesa del Monastero di [[San Bernardino da Siena|San Bernardino]], riconobbe proprio nella statua del Santo, le stesse sembianze del monaco incontrato lungo il cammino. Così, deposta la spada ai suoi piedi, si convinse a non infierire sul popolo moranese. Non è altresì chiaro se questo mito si origini da un artificio dello stesso Consalvo; sta di fatto che da tale leggenda, pare derivi la devozione al Santo, che la tradizione vuole aver assunto il [[Santo patrono|patronato]] di Morano a seguito di questo episodio.
 
====La signoria Sanseverino====