Michele Capobianco: differenze tra le versioni

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Nato nel [[1921]] in provincia di Benevento, Capobianco si laureò in architettura, insieme ad altri ventidue studenti, nel [[1946]]. Negli anni universitari fu allievo di [[Marcello Canino]], presso il cui studio lavorò sin dal [[1943]]. Subito dopo la laurea aprì uno studio con [[Arrigo Marsiglia]]. Nel [[1948]] ci furono le prime commissioni: un edificio a Poggioreale (1948), il padiglione dell'America Latina (1948-52) ed alcuni edifici per abitazioni al Parco Commola Ricci (1952-55). Nel [[1950]], in seguito ad una vista eseguita da una delegazione di professori e studenti svedesi per studiare i nuovi quartieri popolari, Capobianco, sollecitato da alcuni architetti svedesi, fu invitato ad andare in [[Svezia]]. A [[Stoccolma]] frequentò [[Sven Markelius]] e studiò la cultura urbanistica nordica, ritornato a Napoli fu chiamato da Canino per sostenere l'esame di libera docenza. Nel [[1955]] progettò un palazzo per abitazioni a piazzetta Santo Stefano per il quale vinse il premio [[Inarch]] nel 1961, contemporaneamente con [[Giulio De Luca]] progettò l'edificio Decina al Parco Grifeo.
 
Negli [[anni 1960|anni sessanta]] fu attivo, come molti altri, nella progettazione di quartieri popolari e nel [[1964]], insieme a [[Riccardo Dalisi]] e [[Massimo Pica Ciamarra]], realizzò il [[Palazzo della Nuova Borsa Merci]]. Divenne professore Emerito di Progettazione architettonica alla Facoltà dell'università [[Università degli Studi di Napoli Federico II|Federico II]] dal [[1973]] al [[1988]]. Collaborò insieme a Pica Ciamarra e [[Corrado Beguinot]] alla progettazione del palazzo di Giustizia, i cui lavori terminarono dopo l'incendio della torre più alta. Suo anche il progetto per un nuovo edificio per il X liceo scientifico (oggi liceo Elio Vittorini) nel quartiere [[Arenella (Napoli)|Arenella]], con lo scopo di servire soprattutto il nuovo [[Rione Alto]].<ref>https://www.openhousenapoli.org/location/location.php?l=67</ref> Negli [[anni 1980|anni ottanta]] progettò a [[Miano]] alcuni quartieri popolari realizzati nell'ottica del PSER, diversi edifici nel [[Centro Direzionale di Napoli]] e le stazioni della metropolitana [[Stazione Vanvitelli|Vanvitelli]], [[Medaglie d'Oro (metropolitana di Napoli)|Medaglie d'Oro]] e [[Colli Aminei (metropolitana di Napoli)|Colli Aminei]]. Nel [[1992]] vinse un secondo premio Inarch e successivamente fondò la rivista di architettura [[ArQ]]. Il figlio Lorenzo ha intrapreso anch'egli la carriera di architetto, proseguendo alcuni cantieri del padre come il ''restyling'' della Stazione Vanvitelli al Vomero, la prima stazione d'arte del progetto della nuova [[Metropolitana di Napoli]].
 
==Bibliografia==