Ragazza afgana: differenze tra le versioni
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Sin da subito la ''Ragazza afgana'' conobbe uno sfolgorante successo:
{{citazione|I lettori se ne innamorarono subito. La risposta fu immediata. Fotografando quella bambina in un campo profughi in Pakistan, Steve ha creato un'immagine che ha conquistato milioni di persone in tutto il mondo. Quegli inquietanti occhi verdi bucavano la copertina, raccontando la triste condizione della ragazza e catturando i nostri sguardi}}
La fotografia è un primo piano di Sharbat Gula (il suo nome, tuttavia, lo si scoprirà solo
A catturare l'attenzione dell'osservatore, in particolare, è lo sguardo magnetico della ragazza. Quegli occhi verde ghiaccio, spalancati e fissi verso l'osservatore, rivelano un vero e proprio caleidoscopio di emozioni: da una parte vi si avverte la rabbia di un popolo dilaniato dalla guerra, mentre dall'altra denota una grandissima forza, abnegazione e voglia di riscatto, oltre che una certa vulnerabilità, dovuta forse allo sconcerto che provò quando venne fotografata. Lo stesso McCurry osservò che «c'è sempre stato un po' di mistero riguardo alle sue reali emozioni mentre la fotografavo; è possibile leggere l'immagine in modi diversi». Tale ambiguità rinnova nello spettatore il desiderio di tornare sulla figura più e più volte: è così, allora, che l’immagine sembra pulsare, come se fosse viva e respirasse. Non a caso, varie volte il ritratto è stato definito «una moderna [[Gioconda]]», in riferimento al capolavoro di [[Leonardo da Vinci]].
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