Pianura Padana: differenze tra le versioni

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}}
La '''Pianura Padana''', detta anche '''Padano-veneta''', '''Pianura Padano-veneto-romagnola''' o '''Val Padana'''<ref>[http://www.sapere.it/enciclopedia/Padana%2C+Pianura-.html De Agostini, enciclopedia, voce Padana, pianura- ]</ref> (valle che si riferisce al [[bacino idrografico]] del [[fiume Po]], dalla [[valle Po]] al suo [[Delta del Po|delta]]), è una [[pianura alluvionale]], una [[regione geografica]], unitaria dal punto di vista morfologico e idrografico<ref name="treccani.it">http://www.treccani.it/enciclopedia/pianura-padana/ Voce relativa su enciclopedia Treccani</ref>, situata in [[Europa meridionale]] che si estende lungo l'[[Italia settentrionale]], compresa principalmente entro il [[bacino idrografico]] del fiume [[Po]] delimitato dalle [[Alpi italiane|Alpi e Prealpi italiane]] a nord e ovest, dall'[[Appennino settentrionale]] a sud e dall'[[Alto Adriatico]] ada est, comprendendo parti delle regioni [[Piemonte]], [[Lombardia]], [[Emilia-Romagna]], [[Veneto]] e [[Friuli-Venezia Giulia]] comprese orientativamente nell'[[isoipsa]] dei cento metri di quota.
 
== Geografia e formazione della pianura ==
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Vi è una netta distinzione tra le due fasce, differenti non solo per l'altezza, ma anche per la natura dei terreni, il regime delle acque e la vegetazione. L'''alta pianura'', detta anche pianura asciutta, si stende ai piedi delle [[Prealpi italiane|Prealpi]] e del pedemonte degli [[Appennini]]; il suolo è permeabile, composto da sabbie e ghiaie, e non riesce a trattenere l'acqua piovana. Perciò questa penetra per decine di metri sotto la superficie, fino a incontrare uno strato di materiale impermeabile. Sulle rocce impermeabili l'acqua scorre fino al punto in cui ha la possibilità di riaffiorare dalla [[falda freatica]], dando origine ai fontanili o [[risorgiva|risorgive]]. Tali sorgenti, grazie alla temperatura costante (compresa tra i 9 e i 12&nbsp;°C) delle loro acque, hanno permesso la diffusione nelle aree interessate di particolari coltivazioni a prato chiamate [[marcite]].
 
In corrispondenza della linea delle risorgive iniziaincomincia la ''[[bassa padana|bassa pianura]]'', detta anche pianura irrigua. Questa ha invece suoli formati da materiali più fini, argille di solito, impermeabili o poco permeabili, dove le acque ristagnano originando facilmente [[palude|paludi]] e [[acquitrino|acquitrini]].
 
Un tempo la pianuraPianura Padana era ricoperta da [[Foresta|foreste]] nella parte più umida (bassa pianura) e da [[brughiera|brughiere]] in quella più arida (alta pianura).
 
=== Clima ===
[[File:Campagna di Soresina.jpg|miniatura|destra|Tipico scenario estivo della bassa pianura padana: le campagne di [[Soresina]], in [[provincia di Cremona]], coltivate intensivamente]]
[[File:RisaieVercellesi Panorama2.jpg|miniatura|Panorama sulle risaie vercellesi e il fiume Po dalle colline del [[Monferrato]]. Le [[risaie]] contraddistinguono un'ampia zona della pianura padana compresa tra Piemonte e Lombardia]]
[[File:Origgio, campi e boschi.JPG|miniatura|destra|Panorama dell'alta pianura nel territorio di [[Origgio]], nell'[[Altomilanese]]. Sullo sfondo il [[Montemonte Rosa]]]]
[[File:Pioppi 01 - Strada Argine Oglio, Marcaria, Mantova, Italia - 15 Ottobre 2016.jpg|thumb|Pioppi in pianura padana]]
[[File:Strada-annicco-grontorto.jpg|thumb|Scorcio pianura padana]]
[[File:Sunset - Via Argine Po, Viadana, Mantova, Italy - March 31, 2012.jpg|thumb|Panorama in pianura padana]]
 
La pianuraPianura Padana ha un [[Classificazione dei climi di Köppen|clima temperato umido con estate molto calda]] (classificazione Köppen-Geiger Cfa).
 
Il [[clima]] è caratterizzato da un'ampia [[escursione termica]] annuale con [[temperatura|temperature]] medie basse in [[inverno]] (-1º/3&nbsp;°C) e alte in [[estate]] (le medie massime estive oscillano dai 25&nbsp;°C [[Stazione meteorologica di Cuneo Centro|misurati a Cuneo]] ai 28&nbsp;°C della [[stazione meteorologica di Milano Brera]])<ref>{{Cita web |url=http://www.comune.agratebrianza.mi.it/climatologia/ilclimadimilano.html |titolo=Clima di Milano |accesso=25 dicembre 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090807055237/http://www.comune.agratebrianza.mi.it/climatologia/ilclimadimilano.html |dataarchivio=7 agosto 2009 |urlmorto=sì }}</ref>. Nella stagione fredda, le temperature minime possono attestarsi anche diversi gradi al di sotto dello zero nelle ore notturne, e talvolta permanere negative o prossime allo zero anche nelle ore centrali del giorno (specialmente in caso di [[nebbia]]); nella stagione [[inverno|invernale]], causa il ristagno dell'aria le temperature massime si attestano su valori decisamente bassi: in alcuni casi si possono registrare, anche se di poco, [[giorno di ghiaccio|giornate di ghiaccio]] ossia con valori termici che restano negativi anche durante il giorno, con fenomeni come la [[galaverna]]. In [[estate]] invece le temperature massime possono toccare, in caso di anticiclone subtropicale, punte di 38&nbsp;°C, talvolta, superiori. Recenti misurazioni di questi valori estremi: nell'estate [[2003]], con l'anticiclone subtropicale, sono stati toccati i 41º/43º; nel gennaio e nel dicembre [[2009]], grazie all'effetto [[albedo]] e all'[[inversione termica]], si sono toccati i -12º/-14º, mentre nel febbraio [[2012]] si è scesi a -20/-15&nbsp;°C nella pianura occidentale<ref>[http://www.nimbus.it/eventi/2012/120204NeveAggiornamento.htm febbraio 2012: aggiornamenti su neve e gelo in italia]</ref>.
 
La [[piovosità]] è concentrata principalmente nei mesi [[primavera|primaverili]] e [[autunno|autunnali]], ma nelle estati calde e umide sono frequenti i [[temporale|temporali]], soprattutto a nord del [[Po]]. La caratteristica conformazione "a conca" della Pianura Padana fa sì che sia in inverno chesia in estate vi sia un notevole ristagno dell'aria (è una delle aree meno ventilate d'Italia), con effetti diversi nelle due stagioni.
 
In [[inverno]], per via della protezione dalle correnti marittime offerta da Alpi e Appennini, quando vi è un accumulo di freddo e scarsità di [[vento]], si vengono a creare le condizioni per la formazione di [[Inversione termica|inversioni termiche]].
 
A causa di questo fenomeno sul settore centro occidentale si verificano nevicate di rilievo quando aria calda e umida, sospinta da una depressione sui mari a ovest dell'Italia, affluisce, dai quadrati meridionali, sopra uno spesso strato di aria fredda, preesistente, intrappolata dal sistema orografico; sono le cosiddette "nevicate da raddolcimento" o da "cuscino freddo"; esse segnano generalmente il passaggio tra il dominio dell'anticiclone freddo e le correnti cicloniche atlantiche; in queste condizioni le massime precipitazioni nevose si verificano sul Piemonte e lasulla Lombardia occidentale, dove il "cuscino" si presenta più spesso e tenace, talvolta possono estendersi all'Emilia occidentale, mentre sulla Romagna e sul Triveneto, con tale configurazione, è più frequente la pioggia anche se la temperatura al suolo è prossima allo zero in quanto il cuscino di aria fredda è qui meno spesso e i venti caldi in quota provocano l'innalzamento dello zero termico con conseguente fusione della neve prima del suo contatto col suolo; può capitare che nevichi su Piemonte e ovest Lombardia, mentre piove non solo sul settore centro orientale, ma anche sull'Appennino Tosco Emiliano investito direttamente dai venti caldi meridionali.
 
Sul settore nord orientale, le nevicate, meno frequenti e abbondanti, sono legate di preferenza agli afflussi di masse di aria fredda da NE al suolo o in quota; esse interessano più direttamente la costa veneta e la Romagna; la pianura veneta settentrionale può beneficiare, a volte, di temporanei cuscini freddi in grado di garantire nevicate da scorrimento caldo, che solitamente evolvono in pioggia.
 
Cadute di neve particolarmente abbondanti possono manifestarsi con circolazioni depressionarie che dal Tirreno si spostano verso le regioni centrali e il medio Adriatico, quando è presente un anticiclone sull'Europa centrale; in tali condizioni, l'aria calda e umida che affluisce in quota dai quadranti meridionali contrasta con l'aria fredda richiamata da NE negli strati più bassi; il marcato contrasto tra le due masse d'aria e il sollevamento determinato dalla presenza dei rilievi appenninici, perpendicolari alle correnti, determinano nevicate più abbondanti via via che ci si avvicina all'Appennino. Tale situazione è particolarmente favorevole alle nevicate sull'Emilia Romagna e sul basso Piemonte e spiega la maggiore nevosità del pedemonte emiliano romagnolo rispetto alla bassa pianura. Non è raro che in tali condizioni la pianura a nord del Po, meno esposta ai venti di settentrionali, si trovi in condizioni di tempo piovoso o venga risparmiata dai fenomeni grazie a effetti favonici.<ref>http://marcopifferetti.altervista.org/situazioni.htm</ref>
 
In questa stagione vi sono tuttavia anche diverse giornate più secche, ma comunque sempre rigide, poiché entra direttamente sulla pianura vento freddo dalla "porta della [[bora]]" (da nord-est) e dalla valle del [[Rodano]] (da nord-ovest) sotto forma di [[fohn]] freddo. In alcune occasioni soffia anche il [[buran (vento)|buran]], vento orientale di origine russa che qualche volta riesce a raggiungere la Pianura Padana sferzandola con intense raffiche gelide. Ed è proprio in questi casi che fanno spesso la comparsa intense bufere di [[neve]], con copiose [[precipitazione (meteorologia)|precipitazioni]] derivanti da perturbazioni provenienti dalle latitudini polari, rinforzate dal vento freddo già presente sulla pianura. Le zone più nevose sono quelle a ridosso dell'Appennino del piacentino, tra [[Modena]] e [[Bologna]] oltre al basso [[Piemonte]] e alla bassa [[Lombardia]] occidentale.<ref>http://www.meteoweb.eu/2011/12/le-alpi-croce-e-delizia-dei-meteoappassionati-euro-mediterranei/65214/</ref><ref>http://marcopifferetti.altervista.org/carte%20nuove/media%201960-2012.GIF</ref>
 
Per contro, nelle zone ai piedi delle [[Alpi]] possono soffiare venti di caduta (occidentali e nord-occidentali in [[Piemonte]] e [[Valle d'Aosta]], settentrionali in Lombardia), come il comune [[föhn]], che, oltre a rendere il cielo limpidissimo, porta giornate più miti e secche (l'[[umidità relativa]] può scendere anche fino al 10%) anche in pieno inverno. Cessato questo vento però, se il cielo è sereno, le temperature calano sensibilmente nella notte (anche 10&nbsp;°C in 3-5 ore). La [[Alpi italiane|catena alpina]] esplica un'azione di difesa verso le perturbazioni invernali, ma, come detto, ostacola anche il passaggio di masse d'aria umide e temperate di origine atlantica, che in tal caso non riescono a mitigare il clima come nelle regioni atlantiche europee. Il bacino della Pianura Padana, delimitato dalle [[alpi italiane|Alpi]] a nord e a ovest e dagli [[Appennini]] a sud che la isolano dalla regioni limitrofe, ha quindi un clima a sé, diverso in particolare dal comune clima mediterraneo a cui di solito viene abbinata l'Italia. Il [[mare Adriatico]] peraltro si limita a mitigare solo le [[costa|zone costiere]] della pianura romagnola, veneta e friulana, poiché troppo basso e lungo per incidere profondamente sul clima padano, mentre le masse d'aria calda provenienti dal [[mar Ligure]] vengono bloccate dall'[[Appennino ligure]] e dalle ultime propaggini delle [[Alpi]].
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[[File:Colline moreniche del Lago Garda.JPG|miniatura|destra|[[Solferino]], [[Morena|colline moreniche]] del [[lago di Garda]]]]
 
Il suo assetto contemporaneo è il risultato dell'azione di numerosi corsi d'acqua che hanno, in successivi tempi [[geologia|geologici]] e storici, asportato e apportato [[sedimento|sedimenti]] fluviali al bacino marino costiero, soggetto a fenomeni di [[subsidenza]], che occupava l'odierna Pianura Padana. In particolare la gran parte dei depositi superficiali affioranti è il prodotto dell'attività fluviale, successiva alla [[glaciazione Würm]] che si concluse circa 1800018 000 anni fa. Lo scioglimento dei [[ghiacciaio|ghiacciai]], liberando una gran quantità d'acqua in tempi geologicamente brevi ha comportato l'[[erosione]] dei grandi corpi [[morena|morenici]], edificati precedentemente dall'attività dei ghiacciai; i materiali erosi a monte o in prossimità dei depositi morenici deposti all'inizio delle vallate, furono deposti a valle.
 
Tuttavia, al di sotto dei depositi continentali fluviali e fluvio-glaciali (che presentano spessori di svariate centinaia di metri) si sviluppa un basamento di origine marina con assetto strutturale complesso e non priva di significato neotettonico.
 
Sin dal tardo [[Cretacico]], infatti, la Pianura Padana ha rappresentato la parte frontale di due catene di opposta convergenza: l'[[Appennino settentrionale]] e le [[Alpi meridionali]]. Studi sulla base della sequenza plio-quaternaria nella porzione centrale e meridionale della Pianura Padana, mostrano lo sviluppo di una serie di bacini sedimentari di tipo sin-orogenetici formatisi a seguito di movimenti ricollegabili a varie fasi tettoniche; la porzione settentrionale della pianura, invece, presenta una struttura monoclinale immergente verso Sudsud.
 
L'aspetto finale della Pianura Padana si è raggiunto con il riempimento definitivo (cominciato nel [[Pliocene]]), con depositi dapprima marini e poi continentali, dei bacini ampiamente subsidenti delle avanfosse padane.
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== Mitologia ==
Nella mitologia greca classica la pianuraPianura padanaPadana è uno dei teatri dove si svolge una parte delle cosidettecosiddette "fatiche di [[Eracle]]" o [[Bran]] come chiamato dai [[Celti]]. La decima e undicesima fatica di Eracle interessano la valle del Po considerato dai greciGreci come un fiume che nasce nella terra degli [[Iperborei]].
 
Nella decima fatica definita "Il bestiame di Gerione" nel suo ritorno dall'occidente iberico durante la traversata delle Alpi Liguri, Eracle "tagliò una strada dove potessero comodamente passare il suo esercito e le sue salmerie; disperse anche le bande di briganti che infestavano il passo e poi entrò nell'attuale Gallia cisalpina."
 
Nell'undicesima fatica definita "I pomi delle Esperidi" "Eracle, che non sapeva quale direzione prendere per giungere al giardino delle Esperidi, camminò attraverso l'Illiria fino al fiume Po, patria del profetico dio del mare [[Nereo]]. Quando Eracle finalmente giunse al Po, le ninfe del fiume, figlie di Zeus e di Temi, lo condussero presso Nereo addormentato. Eracle agguantò il canuto dio del Mare e senza lasciarselo sfuggire di mano nonostante le sue continue proteiche metamorfosi, ([[Proteo]]), lo costrinse a riverargli il modo per impossessarsi delle mele d'oro."<ref>''I miti greci - R.Graves, traduzione di Elisa Morpurgo - Longanesi & C, Milano 1985 - Pg.455-471''</ref>
<ref>''I miti greci - R.Graves, traduzione di Elisa Morpurgo - Longanesi & C, Milano 1985 - Pg.455-471''</ref>
 
== Storia ==
=== Età antica ===
==== Liguri e palafitticoli ====
Al principio, quando ancora nessun popolo di origini greche né di origini tirreniche vi aveva messo piede, la pianuraPianura Padana orientale si sostiene che fosse abitata da [[Liguri]] (intorno al [[XX secolo a.C.]]), i quali non solamente compaiono nelle leggende del delta padano (vedi sezione sotto), ma avrebbero lasciato tracce (linguistiche e artigianali) riscontrabili nell'area archeologica prossima alla costa adriatica settentrionale.<ref>Cfr. ''Rivista archeologica della provincia e antica diocesi di Como'', 1908, p. 135; ''Emilia preromana'' vol. 8-10, 1980, p. 69; [[Istituto internazionale di studi liguri]], ''Studi genuensi'', vol. 9-15, 1991, p. 27.</ref> Ai Liguri si attribuisce la formazione dei primi villaggi padani detti dei [[Terramare|Terramaricoli]];<ref>Cfr. Fausto Cantarelli, ''I tempi alimentari del Mediterraneo: cultura ed economia nella storia alimentare dell'uomo'', vol. 1, 2005, p. 172.</ref> società che ben si adatta con quella della media e recente età del Bronzo: [[facies delle palafitte e degli abitati arginati]]. Per quanto riguarda l'area adriatica che interesserà maggiormente i [[Antica Grecia|Greci]], va detto che nonostante sia uso comune datare la fine delle società [[Palafitta|palafitticole]] con l'ultimo periodo del Bronzo, ciò non è sempre esatto: ad Adria, ad esempio, forse per il terreno eccessivamente paludoso che non permetteva altro tipo di costruzione, si sono ritrovate tracce di società palafitticola risalente alla piena [[età del Ferro]]: del [[VI secolo a.C.|VI]] e [[V secolo a.C.]]<ref>Cfr. {{Treccani|adria_(Enciclopedia-Italiana)/|Adria}} Vd. anche Anna Maria Chieco Bianchi, Michele Tombolani, Veneto (Italy). Giunta regionale. Dipartimento per l'informazione, ''I Paleoveneti: catalogo della mostra sulla civiltà Veneti antichi'', 1988, p. 127.</ref>
 
==== Siculi e Liburni ====
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==== Cultura villanoviana, Veneti, Greci ed Etruschi ====
Nel frattempo nell'alto Adriatico faceva la sua comparsa la [[cultura protovillanoviana]] ([[XII secolo a.C.|XII]]-[[X secolo a.C.]]), seguita dalla [[cultura villanoviana]] ([[IX secolo a.C.|IX]]-[[VIII secolo a.C.]]), la cui principale caratteristica era la sepoltura ada [[Cremazione|incinerazione]]. Il suo nome deriva dal sito archeologico scoperto a Bologna (antica [[Felsina|Felzna]], capitale padana degli [[Etruschi]]).<ref>Touring Editore, ''Bologna'', 2004, p. 26.</ref>
 
La cultura villanoviana è strettamente connessa con gli Etruschi, perché essa copre quasi la stessa identica porzione di penisola italica nella quale si estese la Tirrenia/Etruria (Toscana, Lazio, parte della Campania e ampie aree della pianura Padana).<ref>Sul legame tra Etruschi e cultura villanoviana vd. Adam Ziólkowski, ''Storia di Roma'' (trad. a cura di Danilo Facca), 2006, p. 7.</ref>
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Intorno al IX secolo a.C. nella parte nord-orientale della pianura Padana giunse il popolo dei [[Veneti]].<ref>Cfr. Marina De Franceschini, ''Le ville romane della X regio: (Venetia et Histria)'', 1998, p. 67; Luisa Brecciaroli Taborelli, ''Forme e tempi dell'urbanizzazione nella Cisalpina (II secolo a.C.-I secolo d.C.). Atti delle Giornate di studio (Torino, 4-6 maggio 2006)'', 2007, p. 61.</ref> Essi, di probabile origine [[Asia Minore|asiatica]] (forse giunti dalla [[Paflagonia]], in quanto probabili discendenti degli [[Eneti]])<ref>Cfr. Giulia Fogolari, Aldo Prosdocimi, Mariolina Gamba, ''I veneti antichi: lingua e cultura'', 1998, p. 17; Fabio Mora, ''Il pensiero storico-religioso antico: autori greci e Roma'', vol. 1, 1995, p. 138; Angela Ruta Serafini, ''Este preromana: una città e i suoi santuari'', 2002, p. 51.</ref> trovarono già insediati nel medesimo sito le popolazioni dette degli [[Euganei]], che a seguito dell'arrivo del nuovo ''ethnos'' cercarono rifugio nelle valli delle [[Alpi orientali]].<ref>Cfr. Rinaldo Fulin, Riccardo Predelli, ''Archivio veneto'', 1967, p. 161.</ref>
 
La prima frequentazione ellenica dell'alto Adriatico si fa risalire alla [[civiltà micenea]] (anteriore al [[X secolo a.C.]])<ref>Cfr. [[Lorenzo Braccesi]], ''Grecità adriatica'', 2001, p. 48; Andrea Debiasi, ''L'epica perduta: Eumelo, il Ciclo, l'occidente'', 2004, p. 220.</ref> e prosegue con la navigazione degli [[Eubea|euboici]].<ref>Cfr. autori su argomento citati in ''Ambra. Dalle rive del Baltico all'Etruria'' (Simonetta Massimi, Maria Letizia Arancio), 2012, p. 52, n. 3.</ref> Qui inoltre, si stostienesostiene, vennero ambientate molte delle arcaiche leggende dei [[Antichi Greci|Greci]] (come parte della saga degli [[Argonauti]]<ref>Cfr. ''Preistoria e protostoria dell'alto Adriatico'', 1991; Lorenzo Braccesi, ''I Greci delle periferie: dal Danubio all'Atlantico'', 2003, p. 51; Benedetta Rossignoli, ''L'Adriatico greco: culti e miti minori'', 2004.</ref> e dell'''[[Odissea]]'' di [[Omero]]<ref>Cfr. Lorenzo Braccesi, Benedetta Rossignoli, ''Gli Eubei, l'Adriatico e la geografia dell'Odissea'', «RFIC» 127, 1999, 176-181; Mario Luni, ''I Greci in Adriatico nell'età dei kouroi'', 2007, p. 103.</ref>), risalenti ada un lasso di tempo che si stima vada dal [[IX secolo a.C.|IX]] agli inizi dell'[[VIII secolo a.C.]] I primi contatti dei Greci con gli Adriatici precedettero quindi l'arrivo e l'influenza degli Etruschi sulla pianuraPianura padanaPadana (la formazione della cultura etrusca si data alla seconda metà dell'VIII secolo a.C., mentre la colonizzazione della cosiddetta [[Etruria padana]] ebbe la sua fase maggiore solo nel [[VI secolo a.C.]]<ref>Cfr. le date in Jean-Marc Irollo, ''Gli Etruschi: alle origini della nostra civiltà'', 2008, p. 54; Rassegna gallaratese di storia e d'arte, Pietro Cafaro, ''Spazi. Economie, comunità, archeologie: Economie, comunità, archeologie'', 2014, p. 14.</ref>). Gli Etruschi furono a loro volta testimoni di un nuovo arrivo nella valle del Po: l'avvento gallico. La prima invasione gallica si data al [[IV secolo a.C.]]; i [[Siracusani nell'alto Adriatico|Greci di Siracusa]] giunsero nel delta padano a seguito di ciò.<ref>Cfr. ''Prometheus'', vol. 14-15; 1988, p. 221.</ref>
 
=== Età romana ===