Riflessione diffusa: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Datmann (discussione | contributi)
mNessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile Modifica da mobile avanzata
Datmann (discussione | contributi)
mNessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile Modifica da mobile avanzata
Riga 15:
Abbiamo parlato di "riflessioni" alle interfacce per semplicità e anche perché nel caso della neve i cristallini di ghiaccio sono abbastanza grandi, separati e regolari da poter dare delle riflessioni. Nella maggior parte dei casi, invece, ad ogni interfaccia si ha una diffusione ([[scattering]]), se le dimensioni della superficie o le sue irregolarità sono confrontabili con la lunghezza d'onda della luce, ma il discorso non cambia.
 
Il meccanismo esposto è molto generale, perché quasi tutti gli oggetti che ci circondano sono fatti di materiali "non monolitici". I minerali sono di solito [[policristallo|policristallini]]: possiamo descriverli come un mosaico tridimensionale di [[Cristallite|cristallini]] cementati fra di loro. I materiali organici sono composti da fibre o da [[cellula|cellule]], con le loro pareti e con una struttura interna complessa e non omogenea. E: ogni interfaccia, disomogeneità o imperfezione può deviare, riflettere o diffondere la luce, riproducendo così lo schema che abbiamo descritto sopra.
 
Tra i pochi materiali che non seguono questo meccanismo vi sono: