Sassuolo: differenze tra le versioni

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La presenza delle [[terramare]] in territorio sassolese durante l'[[età del bronzo]] è attestata dal ritrovamento di un insediamento terramaricolo nei pressi della località di Pontenuovo (o Ponte Nuovo), avvenuto nel 1861 grazie al naturalista modenese [[Pietro Doderlein]], che poi informò della scoperta il collega [[Pellegrino Strobel]], all'epoca insegnante presso l'[[Università di Parma]], e il geologo torinese [[Bartolomeo Gastaldi]]; quest'ultimo, dopo aver effettuato personalmente un'ispezione sul luogo, elencò i resti del villaggio rinvenuti, come frammenti di vasi, ciottoli e ossami, e ne descrisse la [[Stratigrafia (geologia)|stratigrafia]]. Per ulteriori rinvenimenti bisognò però attendere il 1864, quando il professor [[Giovanni Canestrini (biologo)|Giovanni Canestrini]], grazie ai finanziamenti del Comune di Modena, condusse degli scavi sui villaggi terramaricoli modenesi, compreso quello di Pontenuovo; l'anno successivo stilò un inventario sugli ''Oggetti trovati nelle Terremare del Modenese'', conservato al Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena. Sopralluoghi successivi, effettuati in epoche diverse da [[Arsenio Crespellani]] e [[Fernando Malavolti]], delinearono in maniera più precisa la fisionomia dell'insediamento. Dallo schizzo topografico di Crespellani, datato 1870, si deduce che fosse di forma rettangolare e che si trovasse nella zona mediana delle prime colline sassolesi, a fianco della strada provinciale, mentre nei suoi appunti si fa accenno al ritrovamento di alcune sepolture di datazione ignota; Malavolti, da un sopralluogo eseguito il 29 ottobre 1937, evinse che l'antico villaggio fosse esteso circa 1-1,5 ettari. Nessun riferimento, invece, alla presenza di argini o fossati, strutture tipiche degli abitati terramaricoli. I reperti di Pontenuovo sono attualmente conservati al Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena e al Museo “[[Gaetano Chierici]]” di Paletnologia, presso i Musei Civici di [[Reggio Emilia]].<ref>{{Cita web|url=http://www.sistemonet.it/incoming/viewArchaeology-action.do?id=2058&currentPage=2&popup=no|titolo=Portale Geografico del Territorio Modenese|sito=SisTeMoNet}}</ref>
 
Da epoche remote i [[Liguri Friniati]] abitavano l'appennino reggiano-modenese, estendendosi dall'alta pianura reggiano-modenese alla [[Lunigiana]] e [[Garfagnana]], con cui confinavano con i [[Liguri Apuani]]<ref>{{Cita|titolo=Atlante dei Beni Archeologici della Provincia di Modena. Vol. 1: Montagna|autore=Cardarelli A., Malnati L.|anno=2006|editore=All'Insegna del Giglio|}}</ref>. Un importante testimonianza della loro presenza nel territorio sassolese deriva da valle Urbana, toponimo derivato dalla tribù ligure degli Urbanates. Un'altra importante testimonianza ligure rappresenta il fiume [[Secchia]], anticamente denominato Gabellus, toponimo di origine celto-ligure.
A seguito della grande invasione gallica del Nord italia nel IV secolo a.C., i [[Liguri Friniati]] sono sospinti dall'alta pianura alle alture dell'appennino. Sassuolo è localizzata nel cuore del territorio insediato dai [[Galli Boi]], comprendente l'alta-media pianura e la fascia collinare compresa tra la provincia bolognese occidentale e il parmense. I [[Galli Boi]] rappresentano la tribù [[celtica]] più potente e numerosa che insediò il [[Nord Italia]], ed insieme agli [[Insubri]] furono la popolazione che oppose maggiore resistenza all'occupazione romana della [[Gallia Cisalpina]]. Con la sottimissione dei Boi e dei Friniati nel II secolo a.C. inizia il processo di romanizzazione. In questo periodo la popolazione locale adotta gli usi e i costumi romani, e il latino inizia diffondersi, sovrapponendosi progressivamente alla lingua gallica e dando vita al sostrato [[celtico]] che sopravvive tuttora nelle [[lingue gallo-italiche]] di cui il "dialetto sassolese" fa parte. <ref>{{Cita|titolo=Atlante dei Beni Archeologici della Provincia di Modena. Vol. 1: Alta Pianura|autore=Cardarelli A., Malnati L.|anno=19682003|editore=All'Insegna del Giglio|anno=1968|}}</ref>