Bruno di Colonia: differenze tra le versioni

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Bruno da Roma riuscì tuttavia a convincerli a riprendere la «via del deserto» e sotto la direzione di [[Lanuino]], da lui indicato come superiore, il gruppo si riunì di nuovo nell'eremo abbandonato. Ma l'anima di Bruno, ormai abituata alla preghiera solitaria e al colloquio continuo con il Signore, non si trovò a suo agio nell'ambiente della corte pontificia dell'epoca; ancor meno nelle distrazioni provocate dai suoi compiti. Da qui la sua grande nostalgia per il suo monastero in luogo desertico silenzioso.
 
Quando Urbano II fuggì da Roma, in seguito all'invasione dei territori pontifici da parte dell'imperatore tedesco [[Enrico IV di Franconia|Enrico IV]] ed alla elezione dell'[[Antipapa Clemente III|antipapa Guiberto]], Bruno si trasferì con la corte papale nell'Italia meridionale. Su proposta del papa Urbano i canonici di [[Reggio Calabria]] lo elessero arcivescovo, ma egli declinò la [[Mitra (copricapo)|mitra]] per amore della sua vocazione contemplativa e con il desiderio di ritrovare al più presto la solitudine. In seguito richiese e ottenne il permesso di ritirarsi in solitudine negli stati [[normanni]], recentemente conquistati dal conte [[Ruggero I d'Altavilla]], raggiungendo così il suo scopo.
 
=== In Calabria ===