Johann Gottlieb Fichte: differenze tra le versioni

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concetto ripetuto nella sezione sui Discorsi alla nazione
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Al [[intellettuale|dotto]] è affidata una [[missione]]: egli, che ha raggiunto il culmine della [[sapienza (filosofia)|sapienza]], è proprio per questo obbligato, [[morale|moralmente]] e [[responsabilità|responsabilmente]], poiché per la sua stessa perfezione [[cultura]]le possiede maggior [[coscienza]] di sé, non solo a diffondere il suo sapere tra gli uomini indotti, ma a presentarsi come esempio vivente di [[ragione|razionalità]] e moralità per tutti gli uomini. La dottrina e la [[scienza]] costituiscono parte [[essenza (filosofia)|essenziale]] della [[società (sociologia)|società]], sono esse stesse sociali e quindi il dotto acquista quasi naturalmente il ruolo di [[pedagogia|educatore]] degli uomini come ''magister communis'' (maestro sociale).
 
Analogamente,Concetti Fichteanaloghi scriveràsaranno espressi da Fichte nei ''Discorsi alla Nazione tedesca''.<ref>''[http://www.treccani.it/enciclopedia/discorsi-alla-nazione-tedesca_%28Dizionario-di-filosofia%29/ Discorsi alla Nazione tedesca]'' che questo ruolo educativo sarà ricoperto dalla [[Germania]] nei confronti degli altri stati europei, in quanto essa è l'unica che ha mantenuto le caratteristiche linguistiche e culturali necessarie per comprendere l'[[Assoluto]] (in Fichte definito "Io") e comunicare direttamente con esso.</ref>
 
==Fichte e la massoneria==
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* produca tutto quanto di cui ha bisogno,
* distolga i cittadini dai beni che non può produrre, oppure imponga il [[monopolio]] nei casi d'importazione dei beni mancanti,
* raggiunga i suoi [[confine|confini]] naturali e che sia padrone delle terre che gli appartengono ''per natura''. Se così non fosse esso è giustificato nel fare la [[guerra]] a chi usurpa le ''sue'' risorse naturali.
 
=== I ''Discorsi alla nazione tedesca'' ===
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I tedeschi quindi sono gli unici ad avere un fattore unificatore spirituale e materiale che li caratterizza come stirpe, nazione.<ref>È improprio parlare di «razza» in quest'opera, termine di cui Fichte non fa alcun uso, e che peraltro è un concetto tipicamente novecentesco.</ref> La stessa storia culturale tedesca con le grandi figure di [[Lutero]], [[Gottfried Leibniz|Leibniz]] e [[Kant]] dimostra la sua superiorità spirituale che ne fa una nazione eletta, a cui è stato affidato il compito di espandere la sua civiltà agli altri popoli. E guai se essa fallisse! Si legge infatti nella XIV e ultima lezione, dal titolo "Conclusioni generali": «Perciò non c'è nessuna via di uscita: se sprofondate voi, sprofonda l'intera umanità, senza speranza di ripristinarsi in futuro».<ref>Johann Gottlieb Fichte, ''Discorsi alla nazione tedesca'', a cura di Gaetano Rametta, Laterza, Roma-Bari 2003, ISBN 88-420-6990-6, p. 218.</ref>
 
Il pensiero di Fichte verrà poi esaltatoin gran parte frainteso dalla corrente del [[pangermanesimo]], a cui tra gli altri si rifece [[Hitler]].; in realtà Fichte parlò di primato culturale del popolo tedesco, e non di primato militare e bellico.
 
 
== Opere ==